Iscrizioni anno scolastico 2007/2008: la circolare deve dare certezze
Si approssima l’emissione della circolare sulle iscrizioni. Da alcuni anni è molto più che un atto amministrativo. Da essa dipendono aspetti decisivi dell’offerta formativa e dell’organizzazione scolastica
Con la fine dell’anno solare si approssima anche la fatidica scadenza delle nuove iscrizioni di solito collocata poco dopo la metà di gennaio e, ancora prima, si approssima quella data in cui il Ministero della Pubblica Istruzione dovrebbe emanare la “circolare” sulle iscrizioni. L’anno scorso fu emanata il 23 dicembre, praticamente in coincidenza con l’inizio delle vacanze di Natale: con non pocosconcerto dal momento che il tutto si veniva a sapere a scuole praticamente chiuse ed il grosso del lavoro da approntare sarebbe partito solo il 7 di gennaio. E chi se lo ricorda, sa che non era cosa da poco perché lo scorso anno era anno di attuazione della legge Moratti e quindi la cosa doveva essere densa di novità per il destino di studenti e insegnanti.
E’ da un po’ di anni infatti che la “circolare” sulle iscrizioni non si riduce a un semplice fatto amministrativo: con il portato della legge Moratti la circolare ha acquisito una sua rilevanza “politica” perché, praticamente in tutti gli ordini e gradi di scuola, dalla sua formulazione dipendono le modulazioni dell’organizzazione scolastica e, soprattutto, dell’offerta formativa che la scuola offre.
E le cose non sono cambiate col cambio della reggenza del Ministero. La scelta, infatti, di procedere col “ cacciavite” ha messo fine ad alcuni aspetti della legge Moratti, ma ne ha lasciati in piedi altri, sicché le contraddizioni e con esse le incertezze non sono finite. Anzi: si può dire che sono aumentate. Ora come allora resta un po’ il problema di a che cosa ci si iscrive.
E difficilmente queste incertezze si possono liquidare richiamandosi alla fase di transizione, al cosiddetto “anno ponte”: l’”anno ponte” è ( o almeno doveva essere) il 2006-07, ma le iscrizioni sono per il 2007-08, per una data cioè su cui il “ponte” dovrebbe essere già appoggiato. E non sarebbe molto consigliabile pensare a “un ponte a più arcate”.
Fuor di metafora: c’è un enorme bisogno di certezze. Le richiedono gli alunni e le loro famiglie in primo luogo, ma anche gli operatori della scuola, insegnanti, dirigenti e personale ata. E, tanto per cominciare, sarebbe utile una “circolare” che non arrivasse alla vigilia di Natale. Anche perché molte scuole sono solite illustrare alle famiglie l’offerta formativa che intendono offrire in assemblee che si tengono già nel mese di dicembre.
Ma poi questa circolare dovrebbe sciogliere o almeno mettere un punto di chiarezza sui numerosi nodi in cui sono oggi aggrovigliate le scuole.
C’è la questione dell’iscrizione alla scuola dell’infanzia dei bambini nati a gennaio e a febbraio. La cancellazione dell’articolo 2 del Dlgs 59/04 previsto dalla Finanziaria impedirà loro lapossibilità di iscrizione. Tuttavia, sicuramente andranno rilevate le richieste di accesso alle “sezioni primavera”, contemplate dalla stessa Finanziaria quale controproposta rispetto gli anticipi morattiani e risposta alla domanda sociale. Iscrizioni alla scuola dell’infanzia e rilevazione delle domande potrebbero avvenire forse in due momenti diversi e distinti, ma da subito va fatta chiarezza per quanto riguarda i bambini nati a gennaio.
E se nulla invece cambia per quanto riguarda gli anticipi nella scuola primaria, le difficoltà di inserimento e di gestione e gli insuccessi che si sono registrati in questi ultimi anni impongono un ripensamento e una declinazione delle condizioni che dovrebbero accompagnare l’iscrizione dei più piccoli.
Ancora, andrebbe esplicitamente ammesso – dopo le tortuosità della nota di settembre – che al termine del corrente anno scolastico saranno purtroppo ancora consentiti gli assai discussi esami di idoneità per la frequenza nel 2007/2008 nelle classi successive alla prima.
Sul tempo scuola e l’organizzazione unitaria delle attività didattiche, argomenti che riguardano sia la scuola elementare che la scuola media, il Ministro Fioroni ha dato alle scuole pregevoli spunti con i documenti del 31 agosto che riconsegnano le scelte all’autonomia scolastica . Con la circolare sulle iscrizioni si deve confermare alle scuole la liceità e la legittimità di un’offerta coerente con il Piano dell’Offerta Formativa che le scuole hanno adottato.
Altrettanta chiarezza va fatta sul mantenimento e lo sviluppo del tempo pieno e del tempo prolungato.
Anche per quanto riguarda la scuola secondaria di secondo grado, il secondo ciclo, come lo aveva chiamato la Moratti, non mancano i problemi. Se la cancellazione della sperimentazione della legge Moratti ha tolto uno degli argomenti che occupava grande spazio nella “circolare” dello scorso anno e se il rinvio al 2008 dell’attuazione del secondo ciclo ha tolto alle scuole l’incombenza e l’ansia di una “riconversione”, restano pur sempre operanti alcune delle contraddizioni già rilevate nella “circolare” dello scorso anno.
Al centro delle questioni c’è soprattutto la questione dell’istruzione obbligatoria fino a 16 anni. Questa scelta inserita nella legge finanziaria in via di approvazione è sicuramente importante, tanto da accompagnarsi nel testo di legge all’innalzamento del limite di età per accedere al lavoro, e deve perciò avere nella nuova circolare il rilievo che le spetta, con tutte le coerenze giuridiche del caso.
Ma la “strana” formulazione utilizzata in finanziaria, per cui, per evitare la dispersione scolastica, sarebbepossibile assolvere all’obbligo anche in iniziative concordate tra Ministero eRegioni, oltre a costituire una palese contraddizione rispetto all’unitarietà della formazionee una discutibile scelta educativa e didattica che riproduce emarginazione e segregazione, lascia completamente scoperti gli aspetti organizzativi che riguardano il ruolo della scuola pubblica nella titolarità dell’assolvimento dell’obbligo e del controllo sullo stesso.
A maggior ragione questi dubbi ci vengono rafforzati dalla sopravvivenza dei corsi triennali del vecchio accordo Stato-Regioni, di morattiana memoria, corsi tappabuco inventati per “non trovarsi scoperti” dopo l’abrogazione della legge 9 ed il vergognoso arretramento dell’obbligo scolastico dai 15 ai 14 anni. Si tratta quindi di corsi che , ad obbligo scolastico innalzato, non dovrebbero più esistere. E’ già capitato in passato di dover leggere bozze di circolari ministeriali sulle iscrizioni che invece di spiegare comeiscriversi nelle scuole sembravano scritte per invitare a non farlo e a farlo altrove. Non sarebbe proprio il caso di ritrovarsi in una simile situazione!
A questi problemi vanno poi aggiunte le questioni riguardanti l’arrivo a regime degli stessi corsi triennali che, a rigor di logica, non escluderebbero il rientro nel sistema scolastico: in base a quali certificazioni, crediti o verifiche?
Infine: a regime arriva anche la seconda lingua straniera della scuola media: come proseguiranno gli alunni? Troveranno una seconda lingua straniera anche nella secondaria? In caso contrario, verso quale lingua si orienteranno? La prima? L’inglese? A libera scelta? Quella studiata fin dalle elementari, in quanto studiata di più? O quella intrapresa alle medie, in quanto studiata meno?
Va da sé che la FLC Cgil attende su tutto ciò la dovuta informazione e il dovuto confronto.
Roma, 28 novembre 2006