Iscrizioni: un provvedimento propagandistico e illegittimo
Il clima di confusione e di incertezza ingenerato dal ritardo con cui è uscita la circolare sulle iscrizioni è tutt’altro che risolto dalla sua emanazione.
Il clima di confusione e di incertezza ingenerato dal ritardo con cui è uscita la circolare sulle iscrizioni è tutt’altro che risolto dalla sua emanazione.
Dopo una lunga indecisione ha prevalso la decisione di usare tutti i mezzi disponibili per tentare di imporre il decreto sul ciclo primario, a fronte di una crescente opposizione e di incertezze interne alla maggioranza.
La maldestra vicenda delle dimissioni, poi ritirate, dell’on. Napoli (An) dall’incarico di relatrice del decreto sul ciclo primario alla Camera, a causa delle lesioni delle prerogative parlamentari determinate dalla circolare sulle iscrizioni, e il crescente ampliarsi delle adesioni alla manifestazione del 17 gennaio rivelano le acque difficili in cui naviga il governo.
Alla fine il Ministro Moratti ha scelto la prova di forza, a costo di imporre all’amministrazione l’emanazione di una circolare palesemente illegittima che porterà il caos nelle scuole.
Il prevalere delle esigenze politiche e propagandistiche emerge chiaramente dalla lettera con la quale il Ministro si rivolge direttamente alle famiglie.
Un’operazione mediatica per imbonire l’utenza con la quale spinge il tasto del familismo fino ad arrivare a dire che, grazie alla riforma, i genitori potranno avere gratuitamente un’”offerta di materie extracurricolari che la scuola ha il dovere di predisporre, dando seguito alle vostre richieste” … basta chiedere.
Inutile ogni commento sulla differenza tra il supermarket scolastico da paese di Bengodi rappresentato dal Ministro e la dura realtà di scuole pubbliche deprivate di risorse anche per il normale funzionamento.
Più utile, invece, evidenziare la manipolazione della realtà prodotte nel tentativo di rassicurare i genitori circa il mantenimento del tempo pieno e prolungato.
La circolare, anticipando illegittimamente il decreto, prescrive l’iscrizione ai modelli orari spezzettati (27 ore di tempo obbligatorio, cui può aggiungersi una quota facoltativa e opzionale, 3 ore per scuola primaria o 6 ore per la secondaria di primo grado, oltre alla eventuale quota oraria per la mensa) che cancellano i modelli scolastici di qualità del tempo pieno e prolungato.
Anche le scelte di modelli orari per la scuola dell’infanzia e per il tempo normale della elementare e della media anticipano norme inesistenti, che si sovrappongono illegittimamente alle norme tuttora pienamente vigenti.
I genitori non iscrivono i loro figli ad una quota oraria, ma a precisi modelli scolastici previsti dalle norme in vigore, che regolano tempi scolastici e titolarità degli insegnanti sulle sezioni e sulle classi.
Quando il decreto verrà approvato, se verrà approvato e nel modo in cui verrà approvato allora si potrà cambiare. Farlo ora significa soltanto dare un’altra prova, di cui avremmo fatto volentieri a meno, di un modo di governare che non rispetta le regole del gioco.
Vediamo ora i punti principali della circolare.
Le scadenze
Il termine per la presentazione delle domande di iscrizione è il 31 gennaio 2004.
Per poter iscrivere i bambini che compiranno tre anni entro il 28 febbraio alla scuola dell’infanzia la scadenza prevista è il 15 febbraio, fermo restando l’esistenza di una specifica intesa con gli enti locali che ne garantisca l’esistenza delle condizioni previste dalla legge
Scuola dell’infanzia
A seguito dell’intervento dell’ANCI, l’anticipo nella scuola dell’infanzia è limitato ai Comuni dove specifiche intese con l’amministrazione scolastica ne abbiano individuato le condizioni di fattibilità (esaurimento delle liste di attesa, disponibilità dei posti, assenso del Comune).
Non si fa alcun cenno a quanto previsto dalla legge 53/03 in merito alla necessaria “introduzione di nuove professionalità e modalità organizzative”. Ciò rappresenta un altro aspetto di illegittimità del provvedimento.
Alla scuola dell’infanzia, sulla base delle norme vigenti, ci si iscrive a modelli orari di 8 ore giornaliere, più l’eventuale prolungamento, e non ai tre modelli illegittimamente presentati dalla circolare di 875/1400/1750 ore annuali.
Il modello antimeridiano, in base alle norme in vigore, è del tutto residuale ed è attivabile solo in assenza del servizio mensa.
Scuola primaria
I modelli orari previsti dalla circolare non corrispondono a quanto contenuto negli ordinamenti vigenti: il tempo pieno equivale a 40 ore settimanali obbligatorie con due insegnanti contitolari della classe e i moduli corrispondono a 27 o 30 ore obbligatorie con tre insegnanti contitolari di due classi o quattro insegnanti contitolari di tre classi.
Scuola secondaria di I grado
Anche qui i modelli orari della circolare sono palesemente difformi dalle leggi in vigore: il tempo normale è di 30 ore settimanali e non di 27 come previsto dalla circolare, il tempo prolungato è di 36 ore curricolari e non di 33, l’insegnamento dello strumento musicale è all’interno dell’orario obbligatorio e non nella quota oraria opzionale e facoltativa.
Scuola secondaria superiore
Si opera una forzatura sulle norme ancora più pesante, infatti , a fronte di un’assenza di qualsiasi bozza di decreto attuativo, si scarica sui Dirigenti Scolastici l’onere di far rispettare una norma che non c’è: quella sul diritto – dovere alla istruzione, formazione e si attribuisce validità nazionale ai titoli rilasciati dalla formazione professionale regionale sulla base di standard formativi, mai approvati.
Dall’analisi di merito risulta evidente come questo atto amministrativo sia costruito su normative inesistenti, su modelli di scuola che non ci sono, né sul piano giuridico formale, né sul piano delle pratiche didattiche.
Modelli di scuola inesistenti che i genitori sono chiamati a scegliere astrattamente contenitori di ore vuoti di contenuti, che le scuole saranno chiamate a riempire frettolosamente con progetti raffazzonati, senza nemmeno sapere quale sarà l’organizzazione didattica, quale sarà il profilo e il ruolo dei docenti coinvolti.
La scuola reale sarà costretta a inventarsi il modello di scuola, scoprendo di giorno in giorno ciò che potrà e ciò che sarà costretta a fare.
Per questo la CGIL Scuola metterà in atto tutte le iniziative necessarie a modificare questo provvedimento.
Roma, 14 gennaio 2004