Itp. Ennesima discriminazione nel ddl governativo sui precari
ovvero: Itp precari clandestini in una Bossi-Fini della scuola.
Una Bossi-Fini per gli itp precari, questi ultimi trattati come extracomunitari clandestini e l’abilitazione all’insegnamento ridotta a un passaporto a pagamento: questo è, in sintesi, il disegno di legge varato venerdì scorso dal governo sui precari nella parte che riguarda gli insegnanti tecnico pratici.
Come se non bastasse il terremoto che le misure di revisione dei punteggi di idoneità previsti dalle tabelle allegate al disegno di legge provocheranno in tutte le graduatorie e che finirà con l’esportare anche nelle graduatorie della tabella C tutti quegli elementi di insicurezza e di cambiamento delle carte a gioco iniziato, che finora erano appannaggio solo di alcune delle classi di concorso della tabella A interessate dalla presenza degli abilitati SSIS, agli itp precari toccherà di pagare lo scotto dell’ennesima discriminazione.
Laddove il ddl prevede un percorso abilitante speciale a carico delle università ( in pratica un corso abilitante riservato e, per la prima volta nella storia, a pagamento) per tutti coloro i quali abbiano prestato 360 giorni di servizio nel periodo 1999 – 2003 (art.2 comma 1 lett. D) si dice volutamente (non per un errore o una dimenticanza) che questo sarà riservato ai docenti laureati, diplomati Isef o delle accademie e dei conservatori (contemplati all’art. 2 comma 1 lett. A), ai docenti diplomati magistrali sia che insegnino nelle elementari che nelle materne (contemplati all’art.2 comma 1 lett. B) , ma non ai docenti diplomati delle scuole secondarie superiori, quali sono i docenti tecnico pratici(contemplati all’art. 2 comma 1 lett.C).
Per fortuna loro, la stessa sorte non è riservata a quei docenti tecnico pratici che sono già in possesso del titolo di specializzazione per l’handicap. Essi infatti potranno accedere (art. 2 comma 1 lett. C). Ma a ben vedere ciò si traduce in una duplice discriminazione: quella tra gli itp e il resto del corpo docente e quella all’interno degli stessi itp.
Quest’ultimo fatto rende la cosa ancora più illogica e incomprensibile dal momento che l’abilitazione riguarda l’insegnamento della disciplina specifica e non il sostegno ai portatori di handicap. O, meglio, rende comprensibile a tutti il fatto che l’abilitazione è ormai ridotta a un passaporto che si dà quando serve al Ministero, come nel caso del personale utilizzabile sul sostegno carente in alcune province, e si nega quando serve ai lavoratori. Si può perciò ben dire che gli itp sono trattati allo stesso modo in cui la legge Bossi-Fini tratta i lavoratori extracomunitari.
Non solo è la prima volta che un’abilitazione riservata viene istituita a pagamento, ma è anche la prima volta nella storia della scuola italiana che gli itp sono esclusi da procedure riservate di reclutamento.
Roma, 22 settembre 2003