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La manovra del governo destruttura la scuola pubblica statale. Il giudizio dei Dirigenti Scolastici della FLC CGIL

Il decreto legge 98/2011 prosegue la politica di fare cassa sulla scuola pubblica italiana senza alcuna attenzione al suo funzionamento ed alla qualità dell’offerta formativa. Il governo criticato da tutti per i tagli lineari già realizzati aggiunge anche quelli differenziati.

18/07/2011
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La Struttura Nazionale di Comparto dei Dirigenti scolastici della FLC ha approvato il 14 luglio 2011 un ordine del giorno che, valutati gli effetti della manovra finanziaria del governo sulle scuole, denuncia la gravissima situazione in cui si troveranno migliaia di scuole italiane in conseguenza delle norme relative al dimensionamento, all’affidamento a reggenza delle scuole con meno di 500 alunni e al taglio degli esoneri e dei semiesoneri dei docenti vicari.

Roma, 18 luglio 2011

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Ordine del giorno della Struttura Nazionale di Comparto dei Dirigenti Scolastici FLC CGIL

La Struttura Nazionale di Comparto dei Dirigenti Scolastici FLC CGIL, riunita a Roma il 14 luglio 2011, condivide il giudizio negativo della CGIL e della FLC sulla manovra finanziaria del governo che aggrava la situazione in cui versano le scuole italiane dopo tre anni di riduzione continua delle risorse professionali ed economiche, per il blocco dei salari e del rinnovo dei contratti, il mancato svolgimento dei concorsi per dirigenti scolastici e direttori dei servizi e per l’assoluto disinteresse mostrato per la funzionalità del sistema di istruzione.

Ai tagli lineari si aggiungono ora le nuove norme per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche che si pretendono applicabili dal 1 settembre 2011 e che già sono state respinte dalla maggioranza delle regioni, la mobilità di centinaia di dirigenti ai quali non verranno riconfermati gli incarichi nelle scuole con meno di 500 alunni e la cancellazione di un migliaio di esoneri e semiesoneri dei vicari nelle scuole di dimensioni maggiori.

I mutamenti di incarichi dirigenziali subordineranno la continuità di servizio dei dirigenti all’esigenza di ridurre le spese che non avrà nulla a che vedere con l’offerta formativa delle scuole e dei territori e con la governabilità dei processi educativi; un migliaio di scuole non potranno più contare su figure dirigenziali fondamentali per il loro funzionamento.

Le scuole e i dirigenti scolastici vengono privati delle risorse essenziali per il funzionamento: a quelle più grandi si tolgono gli esoneri e i semiesoneri dei vicari, tra l’altro quest’anno non pagati in alcuna scuola, per l’irresponsabilità del MIUR, per le funzioni che svolgono quando sostituiscono il dirigente, a quelle più piccole o disagiate si concede un dirigente reggente che si deve pagare da solo le spese per raggiungerle.

Queste ulteriori misure adottate dal governo con il fine dichiarato di voler razionalizzare l’utilizzo delle risorse altro non sono che tagli indiscriminati al personale e ai servizi, invadono competenze di altri soggetti della Repubblica ai quali è affidato il compito di programmare l’offerta formativa territoriale e non considerano in alcun modo la funzionalità delle scuole.

Le scuole in questi anni sono state coinvolte in una spirale continua di riduzione di personale, riorganizzazione per assicurare la quantità e la qualità dei servizi resi, nuove riduzioni e nuove riorganizzazioni fino ad arrivare al punto attuale in cui sono snaturati il ruolo e le funzioni di tutti i lavoratori delle scuole ed in particolare dei dirigenti scolastici, sempre più ridotti al governo dei soli processi amministrativi e gestionali e sempre più allontanati dalle funzioni di coordinamento delle professionalità e dei processi educativi.

I dirigenti scolastici sono stati in prima fila  in questi anni nel necessario lavoro di garantire l’erogazione del servizio di istruzione, a tutela di diritti costituzionali, con collaboratori e lavoratori continuamente diminuiti, in una situazione di incertezza e di precarietà e con la prospettiva  di continui ed indefiniti cambiamenti dei quali si sa solo il risultato di risparmio che comportano.

Così non è  possibile continuare.

La scuola ha bisogno di stabilità e di certezze, chiede di poter avere le risorse indispensabili per poter funzionare e per programmare le attività necessarie. Il Piano dell’Offerta Formativa è ormai quanto di più estraneo possibile ad una credibile pianificazione di attività in rapporto ai bisogni. Nelle scuole è esaurita la capacità di compensare gli effetti disastrosi di decisioni del governo che hanno ricadute pesanti sulla didattica e sugli assetti organizzativi, funzionali al servizio scolastico.

La FLC CGIL e la Struttura Nazionale di Comparto dei Dirigenti Scolastici sono impegnati per ottenere la cancellazione dalla manovra finanziaria delle misure che riguardano la scuola e fanno appello a tutti i soggetti interessati alla qualità e al futuro della scuola pubblica statale affinché cessino gli attacchi continui e siano ripristinate le condizioni necessarie a garantire la sua esistenza.

Roma, 14 luglio 2011

Nonno, cos'è il sindacato?

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