La molteplicità evanescente del liceo economico
Quanti saranno i diplomi del liceo economico? 2, 9 o 11?
L’altro liceo che, nella stesura finale del decreto sul secondo ciclo, presenta grandi mutamenti (è cambiato più volte durante l’iter del decreto) è il liceo economico. Ricordando che il liceo economico si suddivide in indirizzi (aziendale e istituzionale) a partire dal terzo anno e che a loro volta questi indirizzi hanno dei settori facoltativi (quattro per l’istituzionale: ricerca, internazionale, finanza pubblica e pubblica amministrazione, e cinque per l’aziendale: moda, agro-alimentare, servizi, credito-finanza, turismo), le principali differenze con gli ultimi piani conosciuti (datati 19 maggio) sono le seguenti:
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scompare il latino (era più volte apparso e ricomparso)
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si sdoppia l’insegnamento di lingue: lingua inglese da una parte (3 ore settimanali), seconda lingua comunitaria dall’altra (2 ore settimanali)
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diminuiscono le ore di storia e filosofia in terza e quarta (un’ora in meno alla settimana)
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viene specificato come si distribuisce lo “strano” insegnamento di storia, filosofia e sociologia: storia due ore settimanali in prima e seconda, storia e filosofia (disciplina unica) due ore in terza e quarta, storia filosofia e sociologia (disciplina unica?!) tre ore in quinta
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l’informatica diventa “applicata” con l’aumento di un’ora in terza e in quarta, ma scompare dalla quinta (e quindi anche dall’esame di maturità)
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a matematica si aggiunge statistica e matematica finanziaria nel secondo biennio, aumenta di un’ora in prima e seconda, ma diminuisce altrettanto in terza e in quarta
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torna geografia come disciplina autonoma insieme a geografia economica e avrà due ore settimanali dalla prima alla quarta
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scienze naturali (chimica, biologia e scienze della terra) perde geografia e le 2 ore settimanali del secondo biennio
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diritto perde un’ora alla settimana negli ultimi tre anni
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economia con amministrazione aziendale perde 1 ora alla settimana in terza e quarta e ne guadagna una in quinta
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complessivamente le ore obbligatorie generali salgono da 924 annue a 1056 nei primi due anni, e scendono da 924 a 858 nei successivi due
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le ore obbligatorie di indirizzo salgono di una alla settimana ma solo in quinta (33 in un anno)
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scompaiono le ore obbligatorie a scelta dello studente del primo biennio e si trasformano in ore facoltative (2 alla settimana su tutti e cinque gli anni)
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l’orario obbligatorio complessivo scende da 34 ore settimanali a 32 ore settimanali (1056 annue)
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tra le attività facoltative l’approfondimento di discipline già studiate deve riguardare discipline obbligatorie nel primo biennio e discipline di indirizzo negli ultimi 3 anni
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dall’indirizzo economico aziendale scompare “diritto d’impresa” per lasciare il posto a “contabilità, bilancio, profili fiscali”
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le ore delle tre discipline di indirizzo dell’anno terminale passano dalle “anomale” 55 annue a 66 (2 a settimana)
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i settori facoltativi (2 ore facoltative a settimana negli ultimi tre anni) passano nell’indirizzo aziendale da 4 a 5: si aggiunge il “settore dei servizi creditizi-finanziari”.
Fin dall’inizio era evidente che il liceo economico non sarebbe stato l’istituto tecnico commerciale con un altro nome. Tanto meno avrebbe potuto essere il surrogato di altri indirizzi tecnici e professionali affini al commerciale: il turistico, l’istituto tecnico per le attività sociali o l’IPSS, l’IPSAR, l’indirizzo moda del professionale. Nondimeno con la “invenzione” dei settori facoltativi il Ministero o chi per esso, ha pensato di dare un contentino a tutti. Ed anche così non basta perché altri settori importanti dell’ITC come il PACLE o i programmatori scompaiono di netto, col rischio di svuotare interi territori di opportunità di formazione linguistica e informatica.
Ma anche per chi viene ancora citato di contentino proprio si tratta perché le ore sono poche (3 a settimana), sono facoltative e creano un disparità tra gli studenti: avremo studenti con diploma economico generico e studenti con diploma economico con turismo piuttosto che con moda, senza che ciò possa significare nulla, dal momento che le ore sono facoltative.
E non basta: se le ore di settore sono ufficialmente “a scelta dello studente”, nel decreto la loro attivazione è da disporsi in relazione al tessuto produttivo territoriale: in altre parole sono a scelta dello studente ma la disponibilità è dettata dalla scuola e non è detto che la scuola le attivi tutte. Insomma, tra aggiuntività, facoltatività, scarsezza di ore e poteri della scuola, siamo molto lontani persino dalle “curvature” di berlingueriana memoria, che pure non fecero dormir sonni tranquilli agli insegnanti. La situazione terminale non cambia quindi la situazione di partenza: nell’incapacità di rivedere i principi del sistema e l’equilibrio tra i diversi saperi, le modificazioni successive hanno imbastardito il tutto aumentando le contraddizioni anziché risolverle:
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se la scomparsa di latino e la suddivisione di lingua sono sicuramente scelte sagge e portano sollievo ai docenti dell’A050 e a quelli delle lingue diverse dall’inglese, un’unica materia di storia, filosofia e sociologia, e con appena due ore in seconda e terza, sembra molto forzata (oltre comunque a togliere storia all’A050 per darla alla A037);
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conversazione in lingua straniera è tutta nell’orario facoltativo: conoscere due lingue è un obbligo, saperle parlare è un optional!
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matematica resta l’unica materia scientifica che si porta all’esame di Stato: si dimostra così la debolezza scientifica del nostro sistema
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diritto continua ad essere penalizzato con meno ore del previsto nella parte generale, con la scomparsa di “diritto di impresa” dall’indirizzo aziendale e la soppressione di “legislazione turistica” nel settore facoltativo turistico
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su “economia e amministrazione aziendale” grava l’equivoco dell’attribuzione: discipline giuridico-economiche o economia aziendale? Le prime nel biennio iniziale, la seconda nei tre anni successivi?
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“Arte e musica” continuano a costituire una disciplina unica: chi la insegnerà? L’insegnante di arte o quello di musica?
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che discipline sono quelle dei settori facoltativi che quasi ovunque si riducono a “Economia e management” del relativo settore?
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E il settore “moda”, che compare anche nel tecnologico cosa significa? Che di là si diventa sarti e di qua si gestiscono le boutiques?
Ma soprattutto quanti diplomi avremo: 2, 9 o 11?
E infine cosa ne capiranno le famiglie quando dovranno scegliere tra un liceo economico ad indirizzo aziendale, sans phrase, accondiscendendo magari alla voglia del ragazzo di fare solo 32 ore di scuola, o un liceo economico ad indirizzo aziendale con settore facoltativo turistico, facendo credere loro che un’infarinatura di management turistico, possa surrogare l’attuale preparazione, e, se ciò non bastasse, aggiungendo altre tre ore di conversazione in lingua straniera, fino ad arrivare a ben 38 ore settimanali di scuola?
Roma, 7 novembre 2005