Le Indicazioni del MIUR per la ripartizione dei fondi per le iniziative formative nell’anno scolastico 2017/2018
Le priorità nazionali, i piani formativi delle scuole e delle loro reti di scopo e la rilevazione dei bisogni formativi dei docenti.
Si ricorda che con il Decreto ministeriale 797 del 19 ottobre 2016 è stato adottato il Piano nazionale di formazione del personale docente per il triennio 2016-2019, con l'obiettivo dichiarato di mettere in connessione le priorità nazionali, i piani formativi delle scuole e delle loro reti di scopo e i bisogni formativi (professionali) dei docenti.
La nota 47777/17, partendo da un monitoraggio che sarebbe stato svolto sulla prima annualità del PNFD e dagli esiti della conseguente analisi, segnala gli obiettivi su cui convergere, tra cui quello di privilegiare i progetti formativi che utilizzino metodologie laboratoriali e favorire una progettualità pluriennale aderente ai bisogni della programmazione triennale realizzata attraverso i piani dell’offerta formativa (PTOF)
La governance del sistema formativo viene collocata su quattro livelli: MIUR, USR, ambiti e scuole.
Nella nota le indicazioni per il raccordo tra le priorità nazionali e la progettazione territoriale, la formazione per le lingue straniere e l’integrazione con i percorsi metodologici CLIL della secondaria di II grado con i fondi della legge 440/97 stanziati per il 2017; completamento e rafforzamento della formazione linguistica per i docenti della primaria; connessione con le nuove modalità di rilevazione degli apprendimenti predisposti dall’INVALSI.
La ripartizione dei fondi della formazione d’ambito del Piano triennale avverrà in base al numero di docenti in servizio in ogni regione e farà riferimento direttamente alle scuole polo per la formazione regionale e negli importi sarà compreso l’1% da destinare a misure regionali di coordinamento, incontri, conferenze di servizio, monitoraggio e supporto, che andrà, invece, alla scuola polo del capoluogo di Regione.
Indicazioni specifiche riguardano la formazione dei docenti neoassunti a.s. 2017/2018 e la ripartizione delle risorse.
La nota 3989 del 2 agosto 2017 introduce due elementi innovativi al modello definito nel DM 850/2015:
- l’inserimento del tema dello sviluppo sostenibile tra i nuclei fondamentali dei laboratori formativi, quale questione di rilevanza sociale ed educativa
- la possibilità per docenti neo assunti di visite studio presso scuole caratterizzate da progetti con forti elementi di innovazione, attingendo dal monte ore per i laboratori formativi.
I fondi vengono ripartiti sulla base dei docenti neoassunti in servizio in ogni Regione e verranno assegnati direttamente alla scuola polo per la formazione. Alla scuola polo del capoluogo di regione verrà attribuito il 5% del finanziamento regionale per misure di coordinamento, incontri riservati ai tutor, conferenze di servizio, monitoraggio e supporto.
Formazione e assegnazione di fondi nazionali sui temi dell’inclusione
Per la formazione, i modelli formativi, l’organizzazione e i soggetti erogatori, la nota 32839/16 contiene la definizione delle azioni formative da dedicare al tema dell’inclusione, da programmare sulla base dei bisogni d’ambito rilevati. Nella nota è contenuto il dettaglio di ciò che le iniziative di formazione “potranno” prevedere.
La procedura di rendicontazione
Prevede la relazione sul regolare svolgimento dei corsi e conclusione delle attività, corredata dalla specifica rendicontazione amministrativo contabile, la cui modulistica è allegata al DM 435/15.
Modalità informatiche di rendicontazione sono ancora in corso di studio, per cui dell’eventuale predisposizione verrà data comunicazione agli USR entro il mese di maggio 2018.
Le attività devono essere svolte e rendicontate entro l’anno scolastico 2017/2018 e comunque non oltre il 30 novembre 2018.
Per la FLC CGIL è necessario che su alcuni punti della nota ministeriale, che con tutta evidenza esorbita dalle finalità proprie di una nota operativa, ci sia un confronto al tavolo delle relazioni sindacali, stante la forte contraddizione che generano posizioni non condivisibili (come l’utilizzo della tipologia di formazione in servizio per sopperire alla mancanza di investimenti nella fase iniziale della formazione del docente oppure per la classificazione di fatto tra le scuole sulla base di criteri che non sono pubblici o, ancora, per le non chiare funzioni di commissioni ministeriali), unilateralmente assunte dall’Amministrazione e in un momento in cui si discute il rinnovo del CCNL.