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Le scuole in perdita: il prezzo pagato dalla scuola pubblica con la gestione della Moratti

Questa legislatura chiude in “bellezza” una stagione di tagli durata 5 lunghissimi anni

10/02/2006
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Il bilancio dell’istruzione approvato con la finanziaria 2006 porta nuovi tagli e riduzioni di spesa per la scuola pubblica. Per le scuole la perdita del 2006 rispetto al 2005 è di 389 milioni di euro (13,57%) e colpisce ancora una volta il funzionamento didattico e amministrativo delle scuole.

Le spese per l’acquisto di attrezzature per l’integrazione degli alunni diversamente abili, per le segreterie e per i laboratori didattici diminuiscono del 38,28%. La scuola non statale invece esce indenne ancora una volta dalle riduzioni di spesa.

La gestione del Ministero dell’Istruzione da parte della Moratti si è connotata sin dal primo momento come una politica di tagli e di forte ridimensionamento dell’autonomia scolastica. I provvedimenti adottati dal Governo Berlusconi e dalla Moratti in materia di istruzione dal 2001 ad oggi, sono la principale causa dell’allontanamento dell’ Italia dall’Europa. Il proposito di questa scheda è quello di analizzare i costi economici e sociali, pagati dalla scuola statale e dalle famiglie che hanno iscritto i loro figli alla scuola pubblica. La prima operazione che va fatta e’ quella di comparare gli investimenti che il Governo fa per la scuola e più in generale per i settori della conoscenza (istruzione, università, ricerca) con quelli degli altri Paesi europei, i dati del rapporto annuale 2005 dell’Ocse parlano chiaro, siamo sotto la media europea ( il 4,9% a fronte del 6% del PIL). Fatta questa considerazione si può subito affermare che nella scuola il Governo non investe, semmai disinveste e i grafici che seguono ne sono la più chiara dimostrazione.

Roma, 10 febbraio 2005

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