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Legge finanziaria 2007: il prezzo che si chiede alle scuole è davvero troppo alto!

Poche risorse per il fondo di scuola e molto lavoro per le segreterie.

25/10/2006
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Il Disegno di Legge finanziaria 2007, se non subirà modifiche nel percorso parlamentare, aumenterà ancora di più il lavoro del personale delle segreterie delle scuole: Direttori, Dirigenti e Assistenti amministrativi che già devono fare i conti con la scarsità dei mezzi finanziari, con farraginose procedure contabili, con un sistema informativo inefficiente e con la richiesta continua di monitoraggi, di cui nessuno capisce il senso.
Le “molestie burocratiche” accumulate nel quinquennio morattiano non sono state rimosse ed hanno prodotto uno stravolgimento dell’organizzazione del lavoro, una grave distorsione dell'autonomia scolastica ed una violazione dei contratti di lavoro.

La FLC negli ultimi cinque anni ha più volte denunciato questa situazione indicando puntualmente soluzioni che potevano garantire l’efficienza e l’efficacia del servizio scolastico.

Oggi, mentre si discute delle modifiche da apportare al disegno di legge finanziaria, ribadiamo i nodi centrali per ribaltare una condizione di lavoro insostenibile:
1. assunzione a tempo indeterminato su tutti i posti liberi. Il problema del precariato ATA sta diventano sempre più esplosivo, in modo particolare tra il personale di segreteria questo disagio è ancora più forte dal momento che negli uffici il lavoro tra le varie figure è ancora più intrecciato di quanto non lo sia in altri settori;
2. restituzione agli ex Csa di tutte le pratiche seriali (ricostruzione di carriera, pensioni, valutazione domande di supplenze, ecc) che non hanno niente a che fare con l’autonomia scolastica e la gestione del Piano dell’offerta formativa;
3. incremento degli organici ATA che tengano conto della nuova mappa di competenze tra le diverse istituzione scolastiche e le diverse complessità dei gradi di scuola;
4. certezza delle risorse finanziarie attraverso la costituzione della dotazione ordinaria prevista dall’ art. 1 del D.I. 44/2001 (regolamento contabilità delle istituzioni scolastiche);
5. adeguamento del sistema informativo per consentire ad enti e pubbliche amministrazioni di attingere direttamente i dati già presenti al sistema. Senza per questo costringere le scuole a immettere continuamente gli stessi dati in software specifici.
Né la legge finanziaria né altri provvedimenti compiuti sembrano voler risolvere questi problemi, che sono fondamentali per assicurare la funzionalità delle scuole autonome nel territorio.

IL PROBLEMA DEI MONITORAGGI E I CARICHI DI LAVORO
I monitoraggi previsti dagli articoli 65 e 66 dell’attuale testo del DDL sulla finanziaria infatti, oltre ad essere una forma di controllo centralistico -fortemente invasivo dell’autonomia organizzativa delle scuole - il cui fine sostanziale è solo quello di tagliare ulteriormente le risorse delle scuole, aumentano i carichi di lavoro del personale.
Inoltre, se aggiungiamo che :

1. le 20.000 assunzioni a tempo indeterminato coprono solo il 15% delle attuali disponibilità (80.000). Tale scelta risulta ancora più minimale se si considerano che le previsioni dei pensionamenti per i prossimi tre anni come risulta dalla relazione tecnica allegata alla finanziaria sono di 20.013 unità;
2. i tagli agli organici ATA (7.675) neutralizzano la portata delle poche assunzioni specie se si considera che l’apertura pomeridiana delle istituzioni scolastiche e il prestito dei libri alle famiglie aumenterà gli impegni di tecnici, amministrativi e collaboratori scolastici.
Procedere ancora con tanta superficialità nei confronti del lavoro concreto vanifica gli effetti di scelte anche positive per l’utenza e le rende meno esigibili.

IL FONDO DI SCUOLA E L’ACCREDITAMENTO DIRETTO DEI FONDI ALLE SCUOLE

Questi due argomenti, trattati dall’art. 65 della finanziaria, meritano un maggiore approfondimento.
Abbiamo già espresso le nostre critiche partendo dalla formulazione generica dell’articolo, infatti l’accreditamento diretto dei fondi e la costituzione di un budget unico ci trova favorevoli ma chiediamo un quadro di riferimento certo.
C’è bisogno, infatti, di prevedere misure che vanno da una adeguata strumentazione (miglioramento del sistema informativo/postazioni di lavoro) alla formazione del personale, all’aumento dei finanziamenti alle scuole, che per noi è una priorità.
Sempre la relazione tecnica, su questo specifico articolo, afferma testualmente ”l’articolo non comporta effetti finanziari, prevedendo unicamente la costituzione di due fondi (uno per le competenze dovute al personale delle istituzioni scolastiche, con esclusione delle spese del personale a tempo determinato e indeterminato e uno per il funzionamento delle istituzioni scolastico”.
Ad esempio, le scuole sono tuttora in grave difficoltà per il pagamento della Tarsu. Può aver senso una gestione dei finanziamenti secondo la filosofia budgetaria se prima non viene risolto quest’annoso problema che vede le scuole esposte per migliaia di euro?
Ci chiediamo cosa comporterebbe per la funzionalità del servizio se per qualsiasi disguido le segreterie (le scuole sono 10.772!) dovessero rivolgersi al MPI per ottenere una risposta al loro problema come potrebbe accadere per il pagamento degli stipendi ai supplenti quando manca la liquidità di cassa.
Sono solo alcuni esempi che dimostrano come scelte anche condivisibili non si realizzano automaticamente per il semplice fatto che si scrivono in una legge.
Dalla lettura dell’art. 65 della finanziaria si capisce che il MPI intende accorpare i capitoli di spesa dei finanziamenti alle scuole attualmente raggruppati nelle “unità previsionali di base” dei bilanci degli uffici scolastici regionali per istituirne due nuove sul bilancio del MPI.
Per questa via si dovrebbe arrivare ad una gestione più flessibile dei finanziamenti dal momento che gli stessi sono tuttora finalizzati per singole voci di spesa, secondo un modello ante autonomia scolastica: compensi esami di stato, funzionamento didattico e amministrativo, sussidi e strumentazione per alunni diversi, ecc..
Un budget certo ed una gestione di risorse senza vincoli di destinazione dei finanziamenti sono punti cardine dell’autonomia finanziaria che, lo ricordiamo, è uno dei quattro ambiti dell’autonomia previsti dal DPR 275/99.
Ma per garantire effettivamente questi principi è necessario, innanzitutto, incrementare le risorse disponibili che attualmente sono tagliate di oltre 600 milioni di euro per :funzionamento, autonomia scolastica (legge 440/97) e stipendi ai supplenti.
In che cosa consiste quindi la flessibilità? Ed inoltre, spese obbligatorie come quelle per le supplenze brevi, possono essere gestite secondo la filosofia del budget?
La FLC chiede la correzione dell’art. 65 e propone:
· l’aumento del fondo di scuola con la restituzione degli oltre 600 milioni di euro tagliati negli ultimi 5 anni;
· la eliminazione dell’attività di monitoraggio. La scuola ne fa già molti e alcuni di questi si ripetono nel corso dello stesso anno come è emerso da una nostra indagine ;
· il pagamento con partita di spesa fissa (ex DPT) degli stipendi delle supplenze brevi;
· l’apertura di un confronto con i sindacati scuola per definire i parametri della dotazione ordinaria delle scuole e per valutare le ricadute sull’ organizzazione del lavoro che comporta l’accreditamento dei fondi MPI/scuole;
· la consultazione delle figure maggiormente coinvolte come Dirigenti e Direttori per modificare il regolamento di contabilità delle istituzioni scolastiche (D.I. 44/2001).

Roma, 25 ottobre 2006