Libri di testo in formato digitale o misto: a rischio la gratuità?
A farne le spese, come sempre, le famiglie e le scuole.
Sta accadendo di nuovo: di chiaro c'è soltanto l'urgenza di apparire come grandi innovatori. Se poi nella frenesia si producono più problemi di quanti, in astratto, se ne risolvano, poco importa. Tanto oneri e disagi finiscono sulle spalle delle famiglie e delle scuole.
Questa volta si tratta dei libri di testo scolastici. La novità è che dovranno essere in formato totalmente digitale o misto (formato cartaceo-contenuti digitali integrativi, oppure contenuti digitali-contenuti digitali integrativi accessibili o acquistabili in rete anche in modo disgiunto).
Così prevede la Legge 221/12, cosiddetta "Agenda digitale". Ma tra le norme che vengono abrogate e quelle che prevedono l'avvio delle novità dal 2014/15, si produce una sorta di vuoto normativo per l'anno scolastico prossimo.
Inoltre, ed è un aspetto ancora più preoccupante, risulta poco chiaro se e come venga garantita la gratuità totale o parziale dei libri di testo per il primo ciclo e per il primo biennio della secondaria di II grado, prevista da norme tuttora in vigore.
La nota 378 del MIUR non aiuta a far chiarezza.
E' pur vero che è previsto uno specifico decreto ministeriale che determinerà le caratteristiche tecniche dei libri in versione cartacea, le caratteristiche tecnologiche dei libri di testo nella versione digitale, il prezzo dei libri per la primaria e i tetti di spesa per ciascun anno della secondaria di primo e secondo grado, e infine determinerà anche i "criteri per ottimizzare l'integrazione tra i libri in versione digitale, mista e cartacea, tenuto conto delle specifiche esigenze didattiche".
C'è da chiedersi perché allora inviare una nota ministeriale, se ancora il quadro non è completato.
Molti e rilevanti appaiono i problemi in campo. Oltre alle questioni già dette, c'è il rischio di discriminare alunni e studenti le cui famiglie non posseggano attrezzature informatiche e/o le competenze per utilizzarle. Quanto al risparmio, finalità considerata prioritaria, non v'è alcuna certezza che si produca davvero. Né per le famiglie che potrebbero trovarsi di fronte all'esigenza di dotarsi di attrezzature di cui non dispongono o di stampare prodotti forniti su supporto digitale. Né per le scuole che, sembrerebbe, tali prodotti e supporti dovrebbero assicurare. Ma vista la situazione in cui versano le scuole e la penuria di risorse, si può dare per scontato che questo avvenga? E chi dovrebbe pagare contenuti digitali e supporti tecnologici necessari alla loro fruizione? Ben due commi ribadiscono: "oneri a carico delle famiglie". Da qui nasce la preoccupazione già espressa da diverse associazioni di genitori.
Non si può intervenire in modo approssimativo su terreni così delicati: la scuola, i suoi strumenti, i discenti, le famiglie.
Molte sono le innovazioni che potrebbero portar giovamento alla situazione della scuola, ai processi di insegnamento/apprendimento, ma esse vanno messe a fuoco e configurate ascoltando e coinvolgendo i soggetti interessati. Invece, anche in questo caso e per l'ennesima volta, non c'è stato da parte dell'amministrazione nemmeno un passaggio informativo rivolto alle organizzazioni sindacali.
Sarebbe opportuno aprire subito una fase di ascolto e di interlocuzione. Per affrontare i problemi, per individuare soluzioni, per garantire condizioni di efficacia al lavoro delle scuole e per dare serenità a coloro che studiano e alle loro famiglie. La FLC ha scritto al Ministro chiedendo un incontro per affrontare i problemi in campo e procedere in questa direzione.
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