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Ministro Gelmini al Corriere della Sera: Dirigenti Scolastici responsabili. Sì, ma l'equiparazione retributiva? E il Contratto?

Le dichiarazioni del Ministro Gelmini sulla responsabilità dei Dirigenti Scolastici richiedono scelte coerenti sul contratto e sull'equiparazione retributiva immediata alle altre dirigenze.

21/07/2008
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In una recente intervista apparsa sul "Corriere della Sera" il Ministro dell'Istruzione Università e Ricerca, fra le altre questioni affrontate, si esprime sull'autonomia delle istituzioni scolastiche e sulle connesse responsabilità del Dirigente Scolastico.

Condivisibili le affermazioni riguardanti il reclutamento dei Docenti, quando il Ministro dice che al Dirigente compete di fare delle scelte non per gli insegnanti su cui la sovranità spetta al Parlamento, come condivisibili sono le affermazioni secondo cui il "dirigente deve essere messo nelle condizioni di fare il Dirigente" perché egli "non è un insegnante né un esecutore di ordini del Ministero".

Queste affermazioni però richiedono coerenza di comportamenti: maggiori risorse alle scuole e certezza delle stesse al primo settembre di ogni anno, certezza del personale in organico sempre al primo settembre di ogni anno, investimenti massicci (quanto meno al livello della media degli altri Paesi europei) e non tagli.

Per quanto riguarda il ruolo del Dirigente Scolastico, certamente egli sarebbe messo nelle condizioni di fare il suo mestiere se fosse quanto meno gratificato di una atto dovuto dal Ministero, che è l'emanazione della Direttiva che consenta di avviare le trattative per il Contratto 2006-2009 scaduto da trenta mesi. Si veda, a questo proposito, l'inconcludente incontro all'ARAN del 15 luglio 2008.

E soprattutto se si stanziassero le dovute risorse per realizzare l'equiparazione retributiva alle altre Dirigenze di stato. Perché non si può pretendere responsabilità e autonomia gestionale, che pure i Dirigenti Scolastici già si assumono e praticano tra moltissime difficoltà finanziarie e organizzative, senza un trattamento che sia sul piano economico effettivamente dirigenziale.

Oggi, infatti, la situazione è la seguente: responsabilità dirigenziali e scelte organizzative praticate nell'ambito delle leggi e delle prerogative degli Organi collegiali, ma retribuzione non da Dirigente se non per la parte fondamentale dello stipendio.

Ed è uno stato di cose che perdura da ben otto anni: il Ministro ha una occasione per sanare tale situazione facendo stanziare le risorse nelle leggi di bilancio oggi in discussione e adoperandosi per l'atto di indirizzo che tarda dal 31 dicembre 2005.

Noi in appositi incontri unitari con le Commissioni parlamentari della Cultura di Camera e Senato, abbiamo avuto riscontri positivi: intende il Ministro far proprie quelle posizioni ?

Roma, 21 luglio 2008