Mobilità scuola 2016/2017: le ulteriori aperture del Miur
Prevista la possibilità di chiedere le scuole anche nella fase interprovinciale. Sulla chiamata diretta dei docenti opposizione chiara e netta dei sindacati, nessun cedimento. La trattativa prosegue.
Il 25 gennaio, come avevamo preannunciato, le delegazioni del Miur e sindacali si sono incontrate per verificare le ulteriori aperture sul contratto della mobilità.
E cioè consentire, nella fase interprovinciale, la possibilità ai docenti di chiedere il trasferimento anche su scuola e l’oggettività dei criteri per la loro assegnazione alle singole scuole dagli ambiti (eventualmente istituiti).
Le aperture che abbiamo registrato nel corso dell’incontro su entrambi i punti consentono la ripresa della trattativa, tenendo presente che l’azione sindacale portata avanti unitariamente è già riuscita ad acquisire alcuni risultati significativi:
- il mantenimento delle attuali regole per i movimenti provinciali con la possibilità di trasferimento su scuola e non su ambito per tutti coloro che hanno già una provincia di titolarità
- il diritto dei docenti di sostegno (Dos) e dei docenti senza sede (Dop) ad acquisire la titolarità di scuola anziché essere collocati d’ufficio su ambiti
- il superamento del blocco triennale per tutti anche fase O e A oltre B e C da graduatoria di merito; la messa a disposizione del 100% dei posti disponibili ai fini dei movimenti.
Questo è quanto avevamo ottenuto nei precedenti incontri. L’ulteriore apertura del Miur riguarderebbe la possibilità, per chi ha già una scuola di titolarità, di poterne acquisirne una anche in provincia diversa, tra le scuole disponibili nel primo ambito indicato nella domanda. Vedremo nel corso della trattativa come il Miur tradurrà sul piano tecnico, nell’articolato, gli impegni assunti.
Questo è il punto a cui siamo arrivati, la trattativa ora prosegue. Noi ci batteremo fino alla fine per dare a tutti (cioè anche agli assunti in fase B e C) questa possibilità e di regolare l’assegnazione dagli ambiti eventualmente istituiti alle scuole, secondo procedure certe, oggettive e per titoli in una apposita sequenza negoziale da avviare entro trenta giorni dalla firma dell’intesa. Non ci dovrà essere alcuna discrezionalità dei dirigenti nella assegnazione dei docenti alle scuole.
Abbiamo ribadito anche durante quest’ultimo incontro, la nostra contrarietà alla chiamata diretta che calpesta diritti costituzionali fondamentali. Contro questa sciagurata normativa ci batteremo in tutte le sedi e con tutti i mezzi, compreso il ricorso al referendum.