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No a rapporti di lavoro di stampo feudale. Lettera al Presidente Ciampi.

Di seguito riportiamo il testo della lettera, predisposta dalle Segreterie nazionali dei sindacati della Funzione Pubblica Cgil, Cisl e Uil, con la quale diverse centinaia di Dirigenti generali si rivolgono al Presidente della Repubblica per protestare contro le norme previste nel DDL Frattini sulla Dirigenza.

17/06/2002
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Di seguito riportiamo il testo della lettera, predisposta dalle Segreterie nazionali dei sindacati della Funzione Pubblica Cgil, Cisl e Uil, con la quale diverse centinaia di Dirigenti generali si rivolgono al Presidente della Repubblica per protestare contro le norme previste nel DDL Frattini sulla Dirigenza.

Apprezziamo e condividiamo i contenuti e le critiche espresse nella lettera contro un provvedimento che, se approvato, farà precipitare la storia del rapporto di lavoro dei Dirigenti in pieno feudalesimo.

Da mesi stiamo sostenendo che queste norme saranno utilizzate anche contro i Dirigenti Scolastici nonostante i messaggi rassicuranti di parte governativa.

Per essi non verrà meno la nostra iniziativa in difesa dei principi riformatori che hanno riguardato la dirigenza pubblica.

Roma, 17 giugno 2002
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Testo lettera

Al Presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi
Palazzo del Quirinale

Signor Presidente,
nei prossimi giorni il Parlamento approverà in via definitiva il Disegno di Legge sulla riforma della dirigenza pubblica che determinerà la decadenza automatica degli incarichi in corso conferiti dal precedente Governo. E’ noto che si tratta di incarichi regolati da contratti di lavoro regolarmente registrati dalla Corte dei Conti.

Non ci muove, nello scriverLe, l’eventuale ricaduta delle nuove disposizioni sulle nostre personali carriere, sulle nostre legittime aspettative professionali ed economiche.

E’ una preoccupazione che esiste ma non è la principale.

Siamo nati come servitori dello Stato, degli interessi generali dei cittadini, e continueremo ad esserlo accettando anche ciò che chi può intenderà fare circa la conferma o meno del nostro incarico.

Quelle norme ci mortificano profondamente nella concezione stessa della nostra etica personale e dell’esercizio della funzione istituzionale che siano stati chiamati a svolgere nel nostro Paese.

Noi siamo consapevoli che, al di là di quelle che possono essere le nostre personali convinzioni, il primo compito nell’esercizio delle nostre funzioni è attuare nel miglior modo possibile l’indirizzo politico ricevuto. Ciò che ci sconcerta, in primo luogo come cittadini, è che il criterio della competenza professionale potrebbe essere superato dall’obiettivo di realizzare la vicinanza politica delle più alte cariche delle amministrazioni pubbliche.

Sarebbe una grave lesione non solo ai diritti delle persone, alle loro dignità professionale ma soprattutto alle istituzioni che esse rappresentano.

Noi abbiamo inteso, e praticato, la nostra funzione tecnica come garante dell’imparzialità e della competenza nei confronti del potere politico e nel rispetto dei diritti dei cittadini.

Le norme di tutela, il ruolo della contrattazione, le profonde trasformazioni registrate in oltre un lustro in un settore sul quale spesso si erano sollevate critiche, per il connubio che si era determinato in diversi casi con la gestione politica, hanno inteso rafforzare questo ambito di imparzialità nel solco delle migliori e più avanzate tradizioni europee.

Ebbene, proprio questo è l’elemento che rischia di cadere mentre si rafforza enormemente, con le norme sopra richiamate, il controllo della politica su questa funzione.

Vede, Signor Presidente, ci riferiamo ad ogni politica perché il nostro non è un discorso di parte.

Tanto avvertiamo il bisogno di comunicarLe, nella certezza che Lei troverà le forme più opportune per far si che le decisioni dei governi di oggi e di domani non siano lisive del principio di imparzialità che la Costituzione pone a fondamento dell’azione pubblica a difesa effettiva dei diritti dei cittadini.

La lettera è firmata da dirigenti attualmente in servizio nell’apparato amministrativo della Repubblica.

I DIRIGENTI PUBBLICI POSSONO SOTTOSCRIVERE
QUESTA LETTERA AL PRESIDENTE CIAMPI
INVIANDO I DATI ALLA FP CGIL NAZIONALE