Organici ATA: i danni continuano
La definizione del decreto sugli organici ATA, come abbiamo segnalato, persevera nei tagli imposti dalla politica scolastica dell’ormai ex Ministro
In questi giorni le scuole sono alle prese con la definizione dell’organico del personale per il prossimo anno scolastico e si stanno accorgendo che, come FLC Cgil aveva denunciato, i tagli dei posti aumentano.
Il prossimo anno scolastico troverà, per l’ennesima volta, le scuole più “povere” di risorse e di personale, arrivando al limite della stessa funzionalità del servizio.
Gli ultimi provvedimenti del MIUR hanno infatti “stabilizzato” il taglio dei 9.600 posti di collaboratore scolastico, pervicacemente voluto dal governo ormai dimissionario, e, confermando quella concezione riduttiva, introdotto nuove (e più restrittive) tabelle per costituire la pianta organica (teorica) della propria scuola. Organico teorico perché deve misurarsi con il principio dei tetti regionali d’organico imposti come limite “invalicabile” con la legge finanziaria per il 2002; essi non consentono più, a seguito delle variazioni del numero di alunni, del cambiamento degli indirizzi o dell’aumento del numero delle sedi scolastiche, l’adeguamento automatico dell’organico ATA.
Paradossalmente, nelle regioni in cui aumentano gli alunni il taglio è più alto e le scuole saranno costrette di nuovo a fronteggiare maggiori complessità e maggiore lavoro con organici insufficienti.
Una specifica segnalazione merita la determinazione degli organici del personale assistente tecnico, infatti la loro pianta organica, comprese le aree di riferimento su cui sono collocati, viene deliberata dalla giunta esecutiva della scuola che deve tenere presente l'articolazione dell'orario settimanale di lavoro prevista dal CCNL. L’impostazione dell’orario di lavoro che ovviamente riveste un carattere continuativo e non eccezionale, è un altro elemento che cozza con i tetti regionali che impediscono di “far tornare i conti”.
Ed ancora più inaccettabile, se possibile, risulta la riduzione del 25% in presenza di lavoratori LSU o di appalti di pulizia presenti in alcune scuole a causa del transito del personale provenienti dagli Enti Locali e spesso arbitrariamente calcolata su base territoriale, mentre la riduzione dell'organico dei collaboratori scolastici va calcolata sui singoli plessi.
Per queste ragioni FLC Cgil ha posto con forza e ripetutamente il tema della trasparenza e della certezza delle procedure per la definizioni degli organici, mentre nelle scuole all’introduzione dei dati nel sistema si riceve una configurazione di organico che non corrisponde mai ai parametri indicati dal Miur.
Una operazione dell’Amministrazione che non rispetta neppure quanto essa stessa definisce è evidentemente debole sotto il profilo della legalità, visto che le scuole “lavorano” dati per una bozza d’organico che viene respinta.
Una situazione, su cui è già iniziata la mobilitazione territoriale, che richiede il controllo preciso delle reali esigenze d’organico, la segnalazione puntigliosa alle Direzioni regionali di ogni esigenza di funzionalità, ma anche l’intervento deciso del nuovo Ministro per interrompere questa deriva di smantellamento della scuola pubblica.
Roma, 3 maggio 2006