Pagoinrete: la FLC CGIL chiede che se ne rinvii l’introduzione al 2021
Siamo intervenuti presso il Ministero per rappresentare le buone ragioni delle scuole impossibilitate a dare seguito in questa fase alla nuova modalità di pagamento. Si va verso lo slittamento dei termini.
Siamo intervenuti presso il ministero dell’Istruzione affinché venga spostata al 31 dicembre 2020 la data dopo la quale nelle scuole i pagamenti debbono obbligatoriamente avvenire in modalità telematica.
Se è vero, infatti, che l’innovazione secondo cui il pagamento in tutte le pubbliche amministrazioni, e quindi anche nelle scuole, deve avvenire obbligatoriamente per via telematica è stata prevista da tempo (la legge che la istituisce è della fine del 2015) e che i decreti milleproroghe ne hanno differito più volte l’introduzione, è altrettanto vero che il modo e i tempi scelti per renderla operativa sono i più infelici e i più oggettivamente vessatori che si potessero immaginare a carico delle scuole.
L’ultimo provvedimento che ha fissato la data dell’obbligo di pagoinrete al 30 giugno 2020 è dell’8 maggio u.s., a scuole praticamente chiuse, in assenza di qualsiasi rapporto fisico con studenti e famiglie, che già dimostravano notevoli difficoltà, per mezzi e connessioni, a seguire la didattica a distanza.
Le procedure propedeutiche all'avvio del sistema hanno inoltre subito, a inizio giugno, un'ulteriore modifica sul fronte privacy, prevedendo l'obbligatorietà, prima dell'avvio del sistema, di acquisire la liberatoria da parte della famiglie. Con le difficoltà di connessione appena evidenziate.
Le relative attività di formazione del personale sono peraltro in alto mare. Le prime di esse messe in campo sono andate rapidamente esaurite con il coinvolgimento di poche centinaia di utenti (su circa 8000 unità scolastiche). Le successive sessioni di formazione che peraltro si protraggono fino alla fine di luglio (a sistema ormai in piena operatività) sono anch’esse esaurite.
Il risultato è l’affannosa ricerca da parte delle scuole tagliate fuori dai corsi ministeriali di corsi a pagamento, a carico delle casse scolastiche, offerte da operatori privati.
Quindi siamo in una situazione che vede un nuovo sistema già operativo, con personale in gran parte non formato, con famiglie che non sanno delle nuove modalità e continuano ad utilizzare il vecchio sistema, con segreterie in questa fase oberate dalle pratiche pensionistiche e della mobilità, con istituzioni scolastiche che avrebbero altro a cui pensare (la ripresa in sicurezza di settembre).
Se ci saranno famiglie che dal 1 luglio, per le difficoltà di informazione e di continuità di rapporto con le istituzioni scolastiche, verseranno ancora con le procedure tradizionali, ciò non potrà comunque costituire illecito a carico della dirigenza, senza considerare il correlato paradosso di non poter utilizzare quei fondi già in banca per la scuola ma acquisiti in maniera, come scriveva la circolare ministeriale, “illegittima”.
Da qui la proposta della FLC CGIL che raccoglie le giuste proteste e proposte che provengono dalle scuole: una gestione mista (tradizionale e telematica) di alcuni mesi al fine di contribuire a risolvere serenamente, con la giusta formazione e preparazione delle scuole, con il giusto rapporto stabilito tra scuole e studenti/famiglie che sarà sicuramente agevolato anche del rientro a scuola di settembre.
Congiuntamente a ciò naturalmente va la nostra proposta del differimento almeno a inizio 2021 del termine da cui dovrebbe scattare l’obbligo del pagamento telematico.
Il Ministero sembra aver colto le difficoltà concrete create dalla perentorietà della misura in questo particolare frangente. Lo slittamento dei termini potrebbe diventare una realtà già con il decreto semplificazioni. Ci attendiamo un rapida decisione a favore, in definitiva, delle famiglie e delle scuole.