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Parere del CUN sulla modalità di svolgimento del corso di specializzazione universitario per la qualificazione del personale dei servizi educativi

Attuazione degli articoli 4 e 14 del D. Lgs. 65/2017, troppo stretti i tempi per le Università.

04/01/2018
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Il Consiglio Universitario Nazionale (CUN) ha espresso il proprio parere sulle modalità di svolgimento del corso di specializzazione per l’acquisizione di 60 CFU finalizzati alla qualificazione universitaria del personale dei servizi educativi per l’infanzia, in possesso della laurea in scienze della formazione primaria.

L’articolo 4 del Decreto legislativo 65/17 sul sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai 6 anni, prevede, a partire dall’anno scolastico 2019/2020, la qualificazione universitaria per gli operatori dei servizi educativi sia attraverso il conseguimento della laurea in Scienze dell’educazione e della formazione nella classe L19 ad indirizzo specifico, sia attraverso la laurea quinquennale in scienze della formazione primaria, integrata dal conseguimento di 60 CFU da svolgersi presso le Università secondo le modalità previste da apposito decreto ministeriale.

Per i laureati in scienze della formazione primaria, il corso mirerà a formare la figura professionale dell’educatore dei servizi dell’infanzia, integrando l’iniziale preparazione con ambiti disciplinari specifici.

Il CUN nel suo parere ha espresso perplessità circa la possibilità di avere laureati in scienze dell’educazione nella classe L-19 ad indirizzo specifico, nella data citata dal decreto 65/17, cioè dall’anno scolastico 2019/2020, per cui propone di spostare tale decorrenza all’anno scolastico 2020/2021, al fine di adeguare il corso di studio universitario alle finalità richieste dal Decreto stesso.

Il nostro giudizio

Il parere del CUN sottolinea ancora una volta il pressappochismo con cui il legislatore ha costruito il Decreto 65. La formazione universitaria è uno dei pochi punti del decreto da noi salutati favorevolmente, ma non si poteva pensare che si potessero omogeneizzare i vari corsi di Scienza dell’educazione presenti in tutta Italia con la bacchetta magica e soprattutto che tutti i vari corsi fossero omogenei dal punto di vista dei contenuti didattico-metodologici.

La formazione richiede competenze specifiche, declinate nel profilo professionale che solo un contratto nazionale di settore può rappresentare.