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Piano vaccinale scuola: FLC e CGIL chiedono un incontro ai ministri della Sanità e dell’Istruzione

Urge una regia nazionale.

03/03/2021
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La FLC e la CGIL scrivono ai Ministri della Sanità e dell’Istruzione affinché il piano di vaccinazione sia organizzato con una regia nazionale.

Un sistema nazionale fatto di numerose complessità richiede un forte ruolo dello Stato. Nel testo della lettera le questioni sollevate e le soluzioni proposte.

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Roma 3 marzo 2021

Prof. Patrizio Bianchi
Ministro dell’Istruzione

On. Roberto Speranza
Ministro della Sanità

e,p.c. Dott. Luigi Fiorentino
Capo di Gabinetto Ministero dell’Istruzione

Dott. Goffredo Zaccardi
Capo di Gabinetto Ministero della Sanità

Oggetto: urgente accelerare con una regia nazionale il piano vaccinale per il personale scolastico

Egregi Ministri,
oggettivamente il piano vaccinale riguardante il personale scolastico procede troppo a rilento e con enormi differenze territoriali: per questo chiediamo una immediata convocazione a codesti ministeri al fine di intraprendere le urgenti iniziative utili a supportare la campagna.

Purtroppo, infatti, dobbiamo registrare forti differenze temporali e territoriali. Ad oggi, dal sito del Governo risultano vaccinati meno di 200.000 addetti alla scuola, rispetto a circa 1, 2 milioni a cui va aggiunto il personale delle scuole paritarie e private (ca. 200.000) e quello dei centri di Formazione Professionale (ca. 160.000).

Le problematiche da affrontare sono le seguenti:

Vaccinazione del personale indipendentemente dal luogo di residenza e di servizio.
Noi pensiamo che il personale della scuola, statale e non, ivi compreso quello delle strutture di formazione professionale, debba essere vaccinato nel luogo dove esso presta servizio. L’alto numero di docenti, educatori, ATA e dirigenti scolastici, a tempo determinato o indeterminato, che garantisce il funzionamento della scuola, non ha scelto di andare a lavorare in regioni lontane dal proprio luogo di residenza, ma risponde a un bisogno dell’Amministrazione. Per questo occorrono urgenti disposizioni alle Regioni che stanno procedendo in ordine sparso: alcune vaccinano tutto il personale in servizio, altre discriminano i non residenti.

Particolare attenzione è da riporre nei confronti del personale scolastico attualmente in missione all’estero: non sempre esistono protocolli locali che lo inseriscono nell’elenco dei vaccinabili, né è sempre possibile assicurarne il rientro in Italia per la vaccinazione. Bisogna trovare una soluzione in concerto col Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale (MAECI) prevedendo anche la possibilità di inviare il vaccino nelle varie sedi consolari e ambasciate ed inserendo il personale scolastico nei protocolli per la vaccinazione del personale diplomatico.

Vaccino Astrazeneca.
La somministrazione di tale vaccino comporta alcune controindicazioni sulle persone come ad esempio indisposizione febbrile per 24/48 ore. Ciò crea problemi alle scuole con didattica in presenza, venendo a mancare un numero importante di docenti, nello stesso momento.

Permesso di vaccinazione.
Il giorno necessario al vaccino deve essere trasformato in un giorno di servizio per permettere la partecipazione alla campagna a tutto il personale, senza distinzioni fra personale a tempo indeterminato e determinato.

Vaccinazione del personale ultrasessantacinquenne.
Deve essere previsto nella campagna vaccinale l’inserimento anche del personale ultra 65enne, attraverso un vaccino idoneo alle persone di quell’età in base alle indicazioni del SSN ed in base alle priorità stabilite dal piano nazionale.

Parità di diritto all’accesso alla vaccinazione.
Si ritiene che tutto il personale delle scuole debba essere vaccinato anche quello delle scuole paritarie, private e della formazione professionale, in quanto tutto svolge una attività in contatto con platee importanti di persone. Occorrono, anche in questo caso, univoche indicazioni dal momento che si registrano comportamenti difformi fra regioni e regioni

Obbligo di mascherine per gli alunni.
La sentenza TAR Lazio sul non obbligo della mascherina per gli studenti sopra i sei anni sta creando non pochi problemi alle scuole a causa di diffide che i genitori stanno inviando, sulla scorta di quella sentenza. Occorrono subito istruzioni per le scuole e un provvedimento normativo con le necessarie indicazioni sanitarie che permetta di assumere comportamenti omogenei, coerenti e rispettosi delle norme in tutto il territorio nazionale. Inoltre occorre dare indicazioni sull’utilizzo della FFP2 per le scuole dell’infanzia che restano quasi l’unica scuola in presenza nella fase di diffusione delle varianti.

Certificazione per il rientro al lavoro.
Occorre infine fare chiarezza sulla certificazione necessaria per il rientro al lavoro: se il soggetto affetto dal virus dopo un certo numero di giorni di positività non è più contagioso e può rientrare al lavoro, occorre un soggetto che certifichi la cosa e permetta l’effettivo rientro.

Sullo sfondo resta il tema dei dati dei contagi del personale della scuola e degli alunni: la loro conoscenza sarebbe un utile contributo alla comprensione degli interventi più idonei per garantire una scuola in sicurezza.

Cordiali saluti.

Rossana Dettori
Segretaria confederale CGIL
   Francesco Sinopoli
Segretario generale FLC CGIL