Precari scuola: il governo getta la maschera nella conferenza stampa Brunetta/Gelmini
Confermati tutti i tagli, nessuna prospettiva per chi sarà licenziato. Neanche un cenno ai lavoratori ATA.
>> I provvedimenti del governo Berlusconi contro la scuola pubblica <<
A soli due giorni dall'incontro sugli organici, dopo il quale qualcuno aveva perfino cantato vittoria, il Governo getta la maschera.
Nella conferenza stampa di ieri, i Ministri Brunetta e Gelmini, hanno confermano tutti i tagli (nessuna menzione per i fantasiosi 5.000 tagli in meno), hanno proposto una pseudo-conferma dei precari, completamente inaccettabile e trattato i lavoratori della scuola come se fossero pedine della dama.
Se non bastasse si cerca anche di imbrogliare con i numeri: hanno dichiarato che poiché sono previsti 32.000 pensionamenti di docenti i tagli saranno solo 10.000, naturalmente non è vero: la scuola il prossimo anno avrà 42.000 docenti e 15.000 ATA in meno. Poco conta se qualcuno va in pensione anziché essere licenziato, la scuola pubblica sarà più povera di personale, di orario, di discipline e di opportunità per gli studenti.
Non è stato fatto alcun cenno al taglio del personale ATA, come se si trattasse di fantasmi e tutte le proposte risultano come un puro spostamento del problema tra le varie categorie di precari.
La proposta di tutela dei supplenti che non avranno più un incarico (annuale o fino al termine dell'attività didattica) è il puro riciclaggio delle supplenze già esistenti (quelle temporanee), non dà nessuna garanzia e in più sposta il problema del licenziamento sui precari più deboli: quelli che quest'anno hanno effettuato solo supplenze brevi che si troveranno senza lavoro, senza stipendio e senza ammortizzatori sociali.
E' come con i carri armati di Mussolini che erano sempre gli stessi e li spostavano da una piazza all'altra per farli sembrare di più.
Per la FLC Cgil la vera conferma dei supplenti può realizzarsi solo attraverso il ripristino di un numero di posti corrispondente a quanti ne verranno a mancare a seguito dei tagli.
Non è possibile pensare di affrontare un problema sociale di questa portata senza un vero investimento.
Dopo lo sciopero del 18 marzo, che ha visto un'adesione convinta di tanti lavoratori precari intensificheremo le nostre iniziative in particolare a tutela dei lavoratori che rischiano il posto di lavoro.
Roma, 20 marzo 2009