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Pagamento supplenti in caso di rientro del titolare, contrordine del ministero: paghino le scuole

A distanza di mesi dal servizio svolto i supplenti non hanno ancora ricevuto lo stipendio e ora il ministero dice alle scuole che dovranno pagare con fondi propri. È un’indicazione sbagliata: il ministero risarcisca le scuole che anticipano le risorse.

13/01/2021
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Nella scorsa primavera, in piena emergenza sanitaria, con il DL 17 marzo 2020 n. 18 il Governo aveva previsto che fosse disposta la proroga delle supplenze.
Con la nota 392 del 18 marzo 2020 del Capo Dipartimento Istruzione Bruschi si confermava “la continuità dei contratti in essere di docenza in supplenza breve e saltuaria, a prescindere dall’eventuale rientro del titolare e per tutta la durata dell’emergenza sanitaria”.

La dichiarazione della Ministra in Parlamento era che “nessuno sarebbe stato licenziato durante l’emergenza”. Tuttavia, a distanza di mesi, alcuni dei supplenti che hanno ricevuto le proroghe dei contratti e hanno continuato a lavorare, benché fosse rientrato il titolare della cattedra, non hanno ancora ricevuto lo stipendio.

E, sempre a distanza di diversi mesi, con la nota del 12 gennaio 2021 n. 656, la Direzione delle risorse umane e finanziarie del Ministero dell’Istruzione informa le scuole che per la Ragioneria Generale dello Stato ha comunicato che i contratti dei supplenti conferiti ai sensi dell’art. 121 del DL 17 marzo 2020 n. 18 in caso di rientro del titolare non sono coperti da specifiche risorse finanziarie. 

E ciò, secondo la suddetta nota, è stato precisato dalle comunicazioni Ministeriali nn. 392/2020, 8615/2020 e 10133/2020, che condizionavano la possibilità di prorogare contratti di supplenza breve e saltuaria, in caso di rientro del titolare, alla preventiva e precisa comunicazione del competente ufficio del Ministero riguardante le risorse messe a disposizione per tale finalità.

Ora, il fatto è che le scuole non sono state negligenti e non sono cadute in errore, per il semplice fatto che vi era una precisa indicazione, sempre dal Ministero (precisamente dal SIDI, che certo non è altro dal Ministero dell’Istruzione) che riportiamo e da cui si evince che le scuole medesime erano più che autorizzate a fare come hanno fatto.

La nota ministeriale del 24 marzo 2020 così recita:

COOP APP. Gestione supplenze brevi in emergenza sanitaria da COVID-19
24 marzo 2020
Si informa che sono state aggiornate le funzione di Cooperazione applicativa con NoiPa in risposta alle indicazioni presenti nell’art 121 del D.L. 17 marzo 2020 n. 18. Pertanto la scuola, nel rispetto della normativa vigente e per la durata dell’emergenza sanitaria da Covid-19, per comunicare la continuità dei contratti di supplenza breve anche dopo il rientro del titolare può utilizzare la tipologia di contratti N19 con l’indicazione del flag “Supplenza in emergenza sanitaria da Covid 19”.

E a poco vale, come fa la Direzione delle risorse, richiamare l’Avviso pubblicato nel SIDI in data 6 maggio 2020, con il quale è stato comunicato il blocco delle autorizzazioni al pagamento dei contratti di supplenza breve e saltuaria, con rientro del titolare, stipulati e caricati nel SIDI. Perché il danno a quella data era già stato fatto.

Dunque, per non incorrere nelle sanzioni amministrative e contabili, ivi compreso il danno erariale, è bene che le scuole seguano le indicazioni della Nota ministeriale 656 del 12 gennaio 2020. Ma ci aspettiamo dal Ministero anche una rassicurazione circa la restituzione dei  fondi ordinari utilizzati allo scopo, giacché è assurdo che in tale situazione a rimetterci alla fine siano le casse scolastiche, senza contare che la tempistica in cui cade la nota costringerà le scuole a modificare il programma annuale già predisposto e in via di approvazione, sempre che ci siano le risorse necessarie.

Una situazione già vissuta in passato, negli anni 2009-2011 (Governo Berlusconi, gestione Gelmini) quando il ministero non finanziava le supplenze oltre un certo budget costringendo le stesse a ricorrere ai fondi ordinari: ci vollero anni perché tutte o almeno una parte di quelle risorse venissero restituite agli istituti che si sono trascinati per lungo tempo in gravissima difficoltà finanziaria.

Ci auguriamo - e ci batteremo per questo - che non si debba ripetere quello scenario.

Ancora una volta le scuole debbono farsi carico degli errori della politica che non ha voluto rimediare ad una norma sbagliata approvando l’emendamento avanzato dalla FLC CGIL per aumentare i fondi a disposizione delle scuole.