Reclutamento dei docenti: la FLC CGIL chiede l’apertura di un tavolo di confronto al Ministro Giannini
No alla chiamata diretta e alle forzature sul valore delle abilitazioni
Abbiamo presentato alle forze politiche, il 9 gennaio 2014, una proposta sul reclutamento dei docenti che parte dal presupposto fondamentale della buona scuola: la garanzia della continuità didattica.
In coerenza con quella proposta abbiamo richiesto alle forze politiche, l’apertura di un dibattito sul tema del reclutamento dei docenti della scuola pubblica, perché non possono essere improvvisati provvedimenti governativi a prendere decisioni in una materia così delicata.
La conferma da parte della ministra Giannini che il concorso pubblico continuerà ad essere lo strumento di reclutamento dei docenti ha la nostra approvazione, e scongiura i timori rispetto alla chiamata diretta.
Ma rimane il tema dell’alto numero di precari che da anni lavorano nella scuola con regolarità di contratto e che da anni aspettano l'assunzione a tempo indeterminato. Non si possono dilazionare i tempi di un piano di stabilizzazione che riduca a numeri fisiologici l’uso, ormai improprio, dell’organico di fatto come smisurato contenitore di precarietà.
Un piano di stabilizzazione per coloro che comunque da anni con le loro supplenze annuali garantiscono il regolare funzionamento delle scuole, è il presupposto per il raggiungimento dell’obiettivo di una scuola pubblica di qualità. E’ urgente un impegno del governo in questo senso.
Nella nostra proposta è presente anche una prospettiva di lavoro per i nuovi abilitati: non è pensabile che lo Stato attivi percorsi di formazione iniziale (a pagamento) senza garantire prospettive di occupazione.
Non è pensabile che si usi il riconoscimento delle abilitazioni per mettere gli abilitati uni contro gli altri.
Ci opporremo ad ogni strumentalizzazione che agisca in questo senso, perché il merito non è nel gioco sui punteggi, ma nell’elaborare un progetto per la scuola pubblica che determini lavoro per tutti coloro che hanno titolo ad averlo.