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Stabilizzazione precari: il 23 giugno 2015 si esprimerà la Corte Costituzionale

Dopo la Corte di Giustizia europea ora spetta alla Consulta sancire l’illegittimità dell’abuso dei contratti a termine nella scuola. Il governo provveda subito a varare il piano di stabilizzazione dei precari.

10/06/2015
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Si terrà il prossimo 23 giugno l’udienza in Corte Costituzionale per affrontare la questione della legittimità della normativa italiana in materia di supplenze scolastiche reiterate oltre i 36 mesi, che già la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dichiarato non conforme al diritto europeo.

All’udienza parteciperanno anche i legali della FLC CGIL che già sono intervenuti nell’importante udienza tenutasi a Lussemburgo lo scorso 26 novembre 2014 a seguito della quale la Corte di Giustizia ha stabilito che l’abuso dei contratti a termine confligge con la normativa europea 1999/70/CE, fatta propria dall’Italia nel 2001, per la quale dopo 36 mesi di lavoro con contratto a tempo determinato su posto vacante il lavoratore ha diritto alla stipula di un contratto a tempo indeterminato.

Sulla base di questo pronunciamento sono già numerosi i tribunali italiani (Napoli, Siena, Trani, Crotone, Fermo) che hanno deciso di stabilizzare il personale supplente con più di 36 mesi di servizio.

Ora su questa vicenda si dovrà esprimere anche la Corte Costituzionale che è stato uno dei soggetti, insieme al Tribunale di Napoli, a rimettere la questione della legittimità delle norme italiane in materia di supplenza alla Corte di Giustizia Europea.

La  Corte italiana presumibilmente non potrà discostarsi da quanto già deciso dalla Corte europea e dovrà riconoscere l’incompatibilità tra la normativa italiana e quella europea. In previsione di ciò sarebbe auspicabile che il Governo, anziché minacciare di non assumere più i precari, adottasse fin da subito un provvedimento di legge in grado di dare una risposta a tutto il personale precario della scuola, sia docente che Ata, evitando loro di dover perseguire la via giudiziaria per vedersi riconosciuto un diritto di cui l’Europa ne ha già stabilito la legittimità.

In assenza di risposte da parte del Governo, la FLC CGIL continuerà la propria battaglia oltre che sul piano sindacale anche su quello legale, rivendicando davanti ai giudici con migliaia di vertenze il diritto alla stabilizzazione per il personale precario.