Sul reclutamento il Documento di Economia e Finanzia annuncia una revisione del sistema
Vaghe le proposte di cambiamento, mentre si fa strada l’idea della regionalizzazione e di nuovi blocchi sui trasferimenti.
Nel Documento di Economia e Finanza pubblicato il 5 ottobre il governo annuncia l’intenzione di rivedere l’attuale sistema di reclutamento del personale docente, tuttavia, come nelle ultime dichiarazioni rilasciate dal Ministro Bussetti, i contorni di questa revisione rimangono poco chiari.
Solo un aspetto viene esplicitamente menzionato ed è la questione dei trasferimenti, visti come una criticità su cui intervenire, anche se il “come” non è dato sapere.
ll governo continua quindi a mantenere un forte riserbo sulle misure concrete che intende adottare, sebbene ci troviamo in un anno “nero” dal punto di vista delle immissioni in ruolo e della gestione delle supplenze, con oltre 32.000 cattedre scoperte dopo le operazioni assunzione e gravi ritardi che hanno reso incerta e farraginosa la convocazione dei supplenti da parte delle scuole.
L’unica novità annunciata nel DEF è quella di voler reclutare docenti abilitati per l’insegnamento di lingua inglese, educazione motoria e musica nella scuola primaria, si tratta tuttavia un intervento a costo zero, che rischia di assumere i tratti di un’operazione di facciata.
In realtà i provvedimenti che possono far luce sull’orientamento dell’esecutivo in materia di reclutamento si trovano a latere del Documento di Economia e Finanza, a partire dalla proposta di legge della Regione Veneto sull’autonomia differenziata, che prefigura una svolta verso la regionalizzazione del sistema di istruzione.
Sul fronte del reclutamento questo potrebbe portare a un sistema di concorsi gestiti dalle regioni, con conseguente inquadramento in ruoli regionali e blocco definitivo della mobilità sul territorio nazionale.
La nostra posizione nel merito è fortemente critica, ma una riforma di questo tipo non avrà una gestazione breve, e la scuola necessita oggi di provvedimenti tempestivi, in grado di garantire personale formato e qualificato da assumere in cattedra.
Chiediamo quindi al Ministro di avviare subito un confronto nel merito di queste tematiche: si tratta di questioni non più rinviabili, sulle quali è necessario dare risposte chiare a studenti, insegnanti precari e alla scuola nel suo complesso.