Presentati i bandi di corso-concorso.
Sono state presentate nella giornata di mercoledì 13 febbraio le bozze dei bandi del corso concorso per i dirigenti scolastici.
Sono state presentate nella giornata di mercoledì 13 febbraio le bozze dei bandi del corso concorso per i dirigenti scolastici.
Il confronto ha riguardato il bando per i presidi incaricati "triennalisti". E’ stato rinviata a martedì mattina la discussione sul bando del concorso ordinario.
Sul primo bando, l’attenzione si è focalizzata su alcune questioni, già da prima aperte e controverse, che possono essere così raggruppate:
Sui requisiti per l’ammissione: l’indicazione ministeriale, oltre a quella dell’incarico ricoperto da almeno tre anni (saranno valutati i servizi prestati per almeno 180 giorni), prevede che i requisiti si intendono posseduti anche se il servizio è stato prestato in settori formativi diversi (Scuola di base / Scuola Superiore). La CGIL ha sostenuto in proposito la partecipazione al corso concorso riservato ai "triennalisti" anche dei Vice Rettori e Vice Direttrici dei Convitti e degli Educandati che hanno ricoperto tale incarico da almeno tre anni ed ha sollevato anche la questione del requisito per l’ammissione dei docenti delle Elementari e materne e dei ITP con Sette anni di ruolo con laurea conseguita nel frattempo, che verrà ripresa martedì prossimo. Si è richiamato al riguardo che, su tale problema, alla Camera è stata presentata in novembre una "raccomandazione" votata all’unanimità.
Rispetto alla prima questione (Vice rettori e vice Direttrici), le posizioni dell’Amministrazione sono state finora negative, sulla base di alcuni riferimenti normativi non del tutto convincenti.
Sull’articolazione della procedura concorsuale:
-
esame colloquio: risulta accolta la proposta – sostenuta dalla CGIL - di un colloquio basato sulle esperienze proposte dal candidato. La bozza presentata parla in proposito di tematiche che attengono soprattutto al ruolo dirigenziale e alle competenze richieste, all’organizzazione della scuola e ai processi di innovazione in atto;
-
valutazione dei titoli - culturali e professionali - dei candidati che hanno superato la prova colloquio: saranno espressi in ventesimi e si darà più peso a quelli professionali. Tra i titoli culturali la proposta ministeriale indica, oltre al diploma di laurea – il cui punteggio va da un minimo di un punto ad un massimo di cinque -: altre lauree conseguite, diplomi o attestati di corsi universitari di specializzazione o di perfezionamento, dottorati di ricerca, borse di studio, master sull’organizzazione e sulla direzione delle scuole. Tra i titoli professionali, la proposta indica in primo luogo quello relativo agli anni di servizio maturati come presidi incaricati - oltre però il triennio utile per l’ammissione (fino ad un massimo di 8 punti) -; ma anche i servizi prestati come collaboratore vicario, come collaboratore e come funzione obiettivo e i servizi prestati in compiti connessi con l’attuazione dell’autonomia e svolti presso l’amministrazione centrale o periferica. Si considerano anche i titoli conseguenti ad incarichi come rappresentanti della componente docenti nella giunta esecutiva degli OOCC e all’inclusione nella graduatoria di merito in concorso per l’accesso al ruolo direttivo ed ispettivo. La CGIL ha sostenuto in proposito la necessità di riconoscere anche il servizio prestato come comandati presso gli IRRE come supervisori delle SSIS (Scuole di specializzazione all’insegnamento secondario).
-
Esame finale: si articolerà in una prova scritta ed una orale. Nella proposta dell’amministrazione la prova scritta dovrà accertare le capacità di risolvere problemi professionali e riguarderà tematiche affrontate nel corso di formazione; il suo superamento – con punteggio inizialmente non inferiore ai 24/30 – è condizione per l’ammissione alla prova orale. La quale prevede tra l’altro: la presentazione e la discussione di un progetto – sui temi dell’autonomia - legato all’esperienza del candidato; l’esame di quesiti su aspetti organizzativi approfonditi nel corso e affrontati nell’esperienza del candidato. La CGIL ha sostenuto invece la prova unica da svolgere sulle esperienze di tirocinio e su argomenti trattati nel corso di formazione. Sul punteggio finale è stata ribadita la scelta che esso sia il risultato del punteggio di ammissione al periodo di formazione e del punteggio della prova finale.
Relativamente al punteggio minimo delle prove d’esame, sia per l’ammissione al corso di formazione che finali, la CGIL ha sostenuto che il punteggio minimo dovesse essere quello della sufficienza e non invece quello proposto (corrispondente a 8/10).
Un tema particolarmente caldo tra quelli affrontati è stato quello della riserva di legge sul 50% dei posti a concorso. La CGIL ha ribadito la sua posizione che prevede la compensazione fra settori formativi e fra regioni per l’integrale rispetto del 50% dei posti riservati ai triennalisti. In proposito si è sostenuto che occorrerebbe prevedere, nell’ambito dei corsi di formazione, l’organizzazione di moduli specifici di formazione relativo ai settori formativi diversi da quelli di provenienza: ciò potrà consentire, ai fini della compensazione, il rispetto della riserva del 50 % dei posti.
La risposta dell’amministrazione è stata di non disponibilità ad accogliere la proposta. A tal proposito continueremo a sostenere il rispetto della "raccomandazione" al riguardo approvata all’unanimità dalla Camera il 19 novembre scorso e investiremo della questione i parlamentari – e tra questi quelli che ricoprono incarichi di governo - che di tale "raccomandazione" sono stati primi firmatari o sostenitori.
Abbiamo anche richiamato il bando per la dirigenza nelle Scuole slovene che verrà emanato – questa la risposta fornitaci – dalla Direzione territoriale competente, sulla base di quello che uscirà a fine febbraio.
A conclusione dell’incontro sono stati forniti i dati forniti dalle Direzioni Regionali relativi
al numero dei presidi incaricati per regione
al numero dei posti che si intendono mettere a concorso.