Prosegue il confronto sugli organici
Nel pomeriggio di ieri è proseguito il confronto tra il MIUR e le Organizzazioni Sindacali sulle linee guida per la predisposizione del decreto sugli organici per l’anno scolastico 2004-2005
Nel pomeriggio di ieri è proseguito il confronto tra il MIUR e le Organizzazioni Sindacali sulle linee guida per la predisposizione del decreto sugli organici per l’anno scolastico 2004-2005.
Nonostante fosse un incontro ancora interlocutorio l’Amministrazione ha subito sottolineato l’urgenza di chiudere la partita per non incidere sui tempi di tutte le procedure connesse.
Rispetto al precedente incontro del 27 febbraio, ieri sono stati quantificati, come indicazione di massima, i dati complessivi degli interventi che l’amministrazione intende fare.
Nella scuola dell’infanzia, dopo una pregevole quanto inutile premessa sul valore della sua generalizzazione, si conferma l’attuale organico di fatto : cioè ci saranno solo 200 posti in più!
Il numero parla da solo: senza ulteriori ampliamenti di organico non si avvia nessun percorso di generalizzazione, neppure graduale, né si può pensare che i 200 posti siano adeguati al riassorbimento delle attuali liste di attesa.
Ne consegue che non vi è nessuna condizione per accogliere le richieste di ammissione anticipata: non sono esaurite le liste d’attesa, non vi sono intese con i Comuni per fornire i servizi strumentali aggiuntivi necessari (trasporti, mense, attrezzatura, personale aggiuntivo, ecc…).
In ogni caso non sarà possibile accogliere la iscrizioni anticipate fino alla conclusione delle procedure contrattuali previste all’art. 43 del CCNL/03 ( richiamate nella CM n. 29 del 5 marzo 2004 al punto 1.2).
La mancanza di finanziamenti per l’attuazione della legge 53 è evidente a partire da qui, nonostante le altisonanti dichiarazioni del Ministro, mentre resta operante il piano triennale di tagli agli organici del personale.
Nella scuola elementare si prevede un taglio di organico ( pari a circa 1.900 posti) in attuazione della finanziaria basato su un calo di circa 21.000 alunni, tutto da verificare poiché l’Amministrazione basa il calcolo su dati revisionali e non su quelli reali che le scuole hanno comunicato.
Tale calo sarebbe “compensato” dalle previsioni sugli anticipi (stimati in circa 35.000 bambini e bambine in più) che porterebbero 2.500 posti comuni in più.
Anche qui il dato è lampante: gli alunni aumentano (e non solo per gli anticipi!) mentre l’organico, se va bene, non cala. Quindi classi ancora più numerose e scomparsa totale di ogni quota di contemporaneità. A fronte, tra l’altro, di una richiesta in aumento di tempo pieno da parte delle famiglie. E’ evidente che le promesse del Ministro su questo punto sono un “bluff”.
Nella scuola media , dove gli alunni aumentano un poco, si prevede una riduzione di circa 230 posti per ulteriori interventi sulle cattedre a 18 ore. Anche qui è evidente che la conferma dell’organico per il tempo prolungato affermata nel decreto è smentita dai fatti, e , per assicurare la mensa, alle scuola non resta che utilizzare le ore “svuotate” dei docenti di Educazione tecnica e di pochi altri, visto che la maggioranza ha già avuto le cattedre saturate a 18 fin dallo scorso anno scolastico.
Fin qui opera la grande promessa del decreto legislativo: per 1 anno non si cambia nulla! Così nella scuola di secondo grado la scure dei tagli si fa pesante. La previsione è di almeno 1.800 posti in meno che si giustifica con lo scarto tra organico di diritto e organico di fatto dell’anno in corso: circa 20.000 alunni in meno.
Si tratta di un dato che nei fatti non determina alcun risparmio perché, se si scorporano i dati forniti dal MIUR nei 5 anni, si vede che il calo del numero di alunni avviene prevalentemente in seconda ed in quarta. Si tratta quindi di un dato che poco incide sul numero delle classi poiché la loro determinazione avviene sui numeri di alunni presenti in prima e in terza classe.
Viene confermata inoltre la decurtazione, non quantificata, che avviene per la riconduzione a 18 ore delle cattedre.
Una ulteriore riduzione cade sul sostegno ai disabili, altri 800 posti in meno, tagliati non sull’attuale organico di diritto, ma sulla quota di posti in deroga rendendo così sempre più precaria l’integrazione scolastica dei disabili ed il loro diritto alla continuità.
Come se non bastasse, c’è poi l’effetto della riduzione dei numeri di esoneri e semiesoneri previsti nell’ultima finanziaria che modifica i parametri finora utilizzati in base al 297/94 per i collaboratori dei Dirigenti Scolastici. Si tratta di un altro taglio di risorse alle scuole autonome e alla loro funzionalità: circa 1000 posti in meno.
I dati presentati dall’Amministrazione scolastica si commentano da soli e vanno letti “in sovrimpressione “ agli spot pubblicitari e alle interviste del nostro Ministro.
Una nota finale meritano i dati sugli alunni che il MIUR usa per costruire le dotazioni organiche: i dati sono infatti “ previsionali” , non confortati, come sarebbe stato possibile e doveroso, con quelli reali che le scuole, avendo raccolto le iscrizioni entro il 31 gennaio, hanno comunicato al sistema.
Non è accettabile alcun ragionamento che, l’8 marzo, si basa ancora su dati incerti, contraddittori e non verificati in base alle scelte che i genitori hanno fatto iscrivendo i propri figli a scuola, per di più illusi da una pubblicità martellante e ingannevole.
In realtà ogni taglio rende la scuola pubblica più debole e più povera.
Roma, 9 marzo 2004