Prove INVALSI: la cultura della valutazione non si afferma con l'autoritarismo e le minacce
Urge ripristinare un clima di serenità e di responsabilità. In una lettera al Ministro, dura presa di posizione della FLC CGIL.
Ancora una volta, in prossimità delle date di somministrazione delle prove INVALSI per la rilevazione nazionale degli apprendimenti, lievita un clima di tensione. Un clima che si riverbera negativamente sulla vita delle scuole che è già una vita molto difficile a causa delle sciagurate politiche di tagli e di modifiche ordinamentali ai tagli conseguenti. Un clima che certo non favorisce un corretto e sereno svolgimento delle prove stesse. A determinarlo, da un lato una serie di interventi agiti e/o minacciati da parte di funzionari affascinati da una concezione miltitaresca dell'amministrazione, dall'altro una serie di atti mancati da parte del Ministro.
Che cosa sta accadendo?
Vi sono delle istituzioni scolastiche in cui il Collegio dei Docenti non è stato a suo tempo, e come previsto, investito della questione e dove i Dirigenti scolastici pretendono ora d'emblée di imporre ai docenti di provvedere alla somministrazione delle prove ed agli altri adempimenti correlati.
Altri Collegi dei Docenti, a suo tempo, hanno espresso parere contrario. In questi casi la rilevazione Invalsi rimane un obbligo dell'istituzione scolastica che non può essere scaricato d'ufficio sulle spalle dei singoli docenti. E' un paradosso? Può darsi, ma spetta all'amministrazione risolvere la situazione.
Ecco allora che Direttori di Uffici Scolastici Regionali si infervorano, scrivono note quale ad esempio quella dell'USR Sardegna, nella quale si pretende addirittura di fornire interpretazione autentica delle parti del contratto nazionale relative agli obblighi di servizio dei docenti. Oppure c’è chi minaccia sanzioni disciplinari o addirittura denunce penali.
Non si ha la lucidità sufficiente per accorgersi che in questo modo si aiuta il rafforzarsi di un'idea sanzionatoria e autoritaria della valutazione diametralmente opposta a quella condivisione senza la quale nessun processo valutativo può sperare di raggiungere il suo obiettivo ovvero il miglioramento dei contesti, dei processi, degli esiti.
Contro i "renitenti", viene brandito come una clava il Decreto Semplificazioni che all'art. 51 recita: "Le istituzioni scolastiche partecipano, come attività ordinaria d’istituto, alle rilevazioni nazionali degli apprendimenti degli studenti"
Ma proprio nel contesto della approvazione di quel Decreto, tramite un ordine del giorno, il Governo ha assunto l'impegno di procedere verso un sistema di rilevazioni a campione.
Non una parola, non un atto, a tutt'oggi hanno dato seguito a quell'impegno formale.
Molte volte e con una molteplicità di strumenti la FLC CGIL ha espresso e sostenuto la sua posizione al riguardo. La richiesta di una valutazione di sistema qualificata e articolata, l'esigenza di processi partecipativi, la necessità di un pieno coinvolgimento del Collegio Docenti, la garanzia di un uso corretto delle rilevazioni (non utilizzabili per valutare singole istituzioni scolastiche nè, tantomeno, singoli docenti), il bisogno di risorse e finanziamenti dedicati, il dovere di dar seguito all'ordine del giorno assunto dal governo. Recentemente, di nuovo, nel ribadire la nostra posizione, avevamo evidenziato la necessità di affrontare globalmente e tempestivamente il tema della valutazione.
Invece, eccoci di nuovo ad affrontare
tensioni , contenzioso e conflitti facilmente evitabili.Ciò che sta avvenendo è intollerabile. Il Ministro intervenga. Si rassereni la situazione, la si sgombri dagli aspetti grotteschi e si lavori seriamente e responsabilmente ad un sistema di valutazione degno di questo nome, nel quadro di corrette relazioni sindacali.
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Roma, 7 maggio 2012
Al Ministro dell'Istruzione,
Università e Ricerca
Prof. Francesco Profumo
e p.c.
Al Capo Gabinetto
Dott. Luigi Fiorentino
Al Capo della Segreteria tecnica
Dott. Giuseppe Cosentino
Oggetto: rilevazioni Invalsi
Gentile Ministro,
giungono numerose segnalazioni alla nostra organizzazione sindacale relative a minacce di sanzioni disciplinari o addirittura di denunce penali nei confronti di quei docenti che si rifiutano di somministrare e/o di correggere i test INVALSI.
Accade anche in situazioni in cui la rilevazione nazionale Invalsi e i relativi adempimenti non sono stati oggetto di delibera del Collegio dei Docenti o dove vi è stata una delibera negativa.
A tutto cio' si aggiungono interventi estemporanei e sbagliati nel merito quale ad esempio la nota del Direttore dell'USR Sardegna, nella quale si pretende di fornire interpretazione autentica delle parti del contratto nazionale relative agli obblighi di servizio dei docenti.
Ancora una volta quindi, intorno alla rilevazione Invalsi, si è determinato un clima di tensione che si sarebbe potuto e dovuto evitare. Assistiamo, al contrario, a interventi autoritari agiti o minacciati da parte dell'Amminsitrazione, mentre non è ancora stato dato alcun seguito all'ordine del giorno assunto dal governo di cui Lei fa parte che impegna il governo stesso a procedere verso un sistema di rilevazioni a campione.
La FLC CGIL ritiene questo modo di procedere improprio ai fini della promozione di una cultura della valutazione, controproducente rispetto alla messa in opera di un sistema di valutazione nazionale, intollerabile dal punto di vista sindacale.
Siamo a sollecitare un Suo intervento urgente teso ad eviatre ulteriori elementi di conflitto e contenzioso dei quali la scuola italiana, vessata da anni di politiche miopi, davvero non ha bisogno. C'è bisogno invece di un messaggio responsabile e rasserenante che Lei certamente saprà dare.
Attendiamo con l'urgenza che la gravità della situazione richiede, un Suo riscontro.
Si porgono distinti saluti.
Il Segretario Generale FLC CGIL
Domenico Pantaleo