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Qualifiche e diplomi professionali: modifiche al Repertorio nazionale, il parere del CSPI

Rimodulazioni coerenti con l’impalcatura prodotta dall’Accordo Stato/Regioni del 1° agosto 2019.

18/08/2020
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Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) durante la seduta plenaria in videoconferenza dell’11 agosto 2020 si è espresso sullo "Schema di decreto recante rimodulazione dell’Allegato 4 del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell’economia e delle finanze e il Ministro della salute, 24 maggio 2018, n. 92, recante la correlazione tra le figure di Operatore e Tecnico del nuovo Repertorio nazionale delle figure nazionali di riferimento per le qualifiche e i diplomi professionali di cui all’Accordo Stato/Regioni del 1° agosto 2019, Rep. Atti n. 155/CSR, e gli indirizzi di istruzione professionale, nonché integrazione dei codici ATECO degli indirizzi di studi contenuti nell’Allegato 2 del suddetto decreto, adottato ai sensi dell’articolo 8 del D.M. 24 maggio 2018, n. 92".

Il CSPI, in premessa, ha sottolineato la difficoltà di esprimere un parere “a valle” di un percorso giuridico normativo che, di fatto, non ha consentito una puntuale elaborazione sulle modifiche complessive prodotte “sulla impalcatura della Istruzione Professionale”. Infatti, il parere mette in evidenza che, rispetto all’attuale Accordo Stato/Regioni del 1° agosto 2019, con cui si realizza un autentico cambio di prospettiva rispetto al precedente Accordo del 27 luglio 2011, il CSPI non ha avuto modo di offrire il proprio contributo.

Nel merito si aggiunge che la nuova impostazione “produce una frammentazione della realizzazione dei percorsi formativi favorendo sul territorio nazionale una offerta più aderente alle esigenze professionali dei territori a discapito però di una unitarietà dei profili in uscita”.

Infine, si richiama al rischio di rendere “questi percorsi sempre più residuali e rivolti ad una utenza caratterizzata da un ridotto livello di formazione culturale generale” a causa della parcellizzazione delle conoscenze e all’orientamento precoce verso attività esecutive. Il parere rileva che si potrebbero superare tali limiti se, nei “quadri orari” dei percorsi, le ore dell’area comune non venissero intaccate dalle possibili “curvature”.

Il parere è stato approvato a maggioranza con due sole astensioni.