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Retribuzioni scuola: novità sul cedolino di marzo 2022

Gli effetti di una riforma che pur apportando benefici economici non risponde ai principi di equità e proporzionalità previsti dalla Costituzione.

04/03/2022
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Il cedolino di marzo del personale scolastico conterrà diverse novità in applicazione della riforma fiscale introdotta con la legge di bilancio 2022 (L. 234/2021) e di altre correlate disposizioni normative, come preannunciato da un apposito messaggio di NoiPA.

Queste novità riguardano la revisione degli scaglioni e delle aliquote Irpef, la rimodulazione del sistema dei bonus e delle detrazioni fiscali, l’introduzione dell’Assegno unico ed universale.

A seguito delle modifiche introdotte, tra riduzione di tasse e rimodulazione delle detrazioni, è atteso complessivamente un miglioramento economico degli stipendi netti in godimento di tutto il personale.

Vengono confermati però, come già denunciato dalla Cgil, gli aspetti distorsivi e regressivi di questa riforma fiscale, per cui i benefici economici pongono problemi di equità, in contrasto con il principio di progressività previsto dalla Costituzione.

Si segnala, in particolare, che a partire da marzo nel cedolino non saranno più presenti le detrazioni per figli a carico sostituite dall’Assegno unico ed universale che sarà corrisposto dall’Inps direttamente sul conto corrente bancario indicato dall’interessato che ne deve fare esplicita richiesta. Ciò potrebbe comportare che, soprattutto per i lavoratori con più figli a carico, la prossima busta paga risulti più “leggera” rispetto al mese precedente, questo perché la prestazione a cui si aveva diritto non viene più erogata tramite stipendio ma con assegno a parte.

Per maggiori informazioni e ricevere indicazioni operative su questo aspetto si rinvia alla notizia correlata oltre che alle sedi di consulenza del Caaf Cgil e dell’Inca Cgil.

La FLC CGIL prosegue nel suo impegno per ottenere significativi aumenti stipendiali in sede di rinnovo del contratto nazionale, per difendere il potere d’acquisto ed equiparare le retribuzioni alla media dei lavoratori dei settori pubblici.