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Revisione punteggi SSIS in applicazione sentenza CDS

Si è svolto oggi un confronto sull’applicazione della sentenza del Consiglio di Stato sul punteggio degli abilitati SSIS ex CM 60/02

23/01/2003
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Si è svolto oggi un confronto sull’applicazione della sentenza del Consiglio di Stato sul punteggio degli abilitati SSIS ex CM 60/02. Il MIUR si è detto intenzionato a non dimettere alcun nominato, per assicurare la continuità didattica e ad assumere a disposizione gli aventi diritto riconoscendo per il pregresso solo la decorrenza giuridica delle mancate nomine e quella economica solo a partire dalla sentenza e non oltre il 30 giugno. Tutti sindacati presenti all’incontro (CGIL, CISL, UIL e SNALS) hanno invece richiesto il pieno riconoscimento giuridico ed economico dei periodi in questione, sia per una questione di principio che per evitare ulteriori contenziosi. La Cgil ha anche sostenuto la necessità di approfittare dell’occasione per rimettere mano ad altri aspetti già sanzionati dai Tar, come ad esempio i punteggi per titoli aggiuntivi.

La risposta del MIUR non è stata comunque positiva. Evidentemente il MIUR preferisce ingaggiare una guerriglia giurisdizionale resistendo passo a passo sulle procedure, piuttosto che rimettere ordine una volta per tutte nelle operazioni. L’unica apertura, con la riserva di una verifica in sede di ufficio legislativo, si è avuta solo sulla scadenza delle nomine (e delle retribuzioni ) al 31 di agosto, nei casi dovuti.

Secondo il MIUR gli abilitati SSIS che per effetto della sentenza perderebbero la nomina sarebbero in tutto 94 (mancherebbero solo i dati della provincia di Roma), e gli altri aspiranti che l’acquisirebbero sarebbero 79, di questi 36 starebbero attualmente lavorando su una supplenza superiore a tre mesi, 3 su una inferiore e 19 non sarebbero in servizio. Ma la non corrispondenza dei numeri apre grossi dubbi sulla scientificità dei dati.

La soluzione praticata si profila quindi insoddisfacente e sappiamo bene che gli interessati non soddisfatti dovranno perciò percorrere la via di nuovi ricorsi ai giudici del lavoro. Occorre fin da ora prevedere quindi l’impegno degli uffici legali della Cgil Scuola.

Roma, 23 gennaio 2003