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Richiesta di ripristino condizioni per attivare innovazione nella scuola dell’infanzia

Pubblichiamo la richiesta che il Coordinamento per le politiche dell’infanzia e della sua scuola ha inviato al Sottosegretario On. Valentina Aprea

21/12/2001
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Pubblichiamo la richiesta che il Coordinamento per le politiche dell'infanzia e della sua scuola ha inviato al Sottosegretario On. Valentina Aprea.

Roma, 21 dicembre 2001

Testo

Oggetto: Richiesta di ripristino condizioni per attivare innovazione nella scuola dell'infanzia

Il Coordinamento nazionale per le politiche dell'infanzia e della sua scuola, convinto della necessità di garantire la continuità dei processi di qualificazione in atto, intende rappresentare le ragioni della necessità di attivare, tempestivamente, nella scuola dell'infanzia, una innovazione tesa a ricercare e sperimentare standard di qualità per migliorare ulteriormente il servizio offerto.

Gli aspetti più significativi della tradizione culturale di questa scuola, riconosciuti oggi anche nel Rapporto prodotto dalla Commissione presieduta dal Prof Giuseppe Bertagna, sono:

a) il suo patrimonio pedagogico, professionale e culturale;

b) il riconoscimento sociale, conquistato "sul campo", che ne ha determinato il costante sviluppo fino al raggiungimento della frequenza del 96% dei bambini;

c) l'apprezzamento di questo ordine di scuola anche a livello internazionale.

La valorizzazione dell'identità della scuola dell'infanzia all'interno di un percorso formativo unitario e il sostegno alle azioni di sviluppo di questo segmento scolastico, sono stati e rappresentano le ragioni "dell'esserci" del Coordinamento nazionale per le politiche dell'infanzia e della sua scuola.

Costituitosi come Osservatorio nel '94/95, il Coordinamento riunisce Associazioni professionali ed Organizzazioni sindacali fra le più rappresentative del mondo della scuola e si configura come luogo di confronto e riflessione, di promozione di iniziative culturali rivolte all'infanzia, di realizzazione di azioni sinergiche con l'Amministrazione. Tutto ciò nell'ottica di migliorare la qualità dell'offerta formativa rivolta ai bambini e alle bambine dai tre ai sei anni.

Il Coordinamento, consapevole che la ricerca di azioni di miglioramento nella scuola dell'infanzia è avvenuta fino ad ora in assenza di un adeguato impianto ordinamentale, chiede che questo settore venga riconosciuto e sostenuto da specifiche azioni di governo.

Si avverte l'urgenza di ricondurre a sintesi organica i provvedimenti amministrativi e legislativi che si sono succeduti e che costituiscono tappe fondanti di un percorso che non può essere interrotto.

In particolare facciamo riferimento :

* al progetto Ascanio, che ha prodotto modelli organizzativi rispondenti alle indicazioni degli Orientamenti '91;
* alla Consultazione sulle linee di sviluppo della scuola dell'infanzia a cui più del 90% delle scuole ha dato il proprio contributo critico e costruttivo, esplicitando aspetti problematici ed ipotesi di soluzione connessi alla realizzazione di un'effettiva autonomia delle istituzioni scolastiche;
* al progetto Alice, che ha consentito di sperimentare nuove, più efficaci modalità di formazione in servizio, coinvolgendo i docenti in percorsi di ricerca-azione in grado di valorizzarne la professionalità.

Il Decreto n°91 del 21/5/2001, nel rileggere in modo sistematico l'itinerario di sviluppo realizzato dalla scuola dell'infanzia, offriva, a parere del Coordinamento, uno sfondo legislativo ampio ed articolato, da declinare con flessibilità nelle diverse realtà scolastiche.

Una scuola di qualità, garanzia effettiva del diritto allo studio dei bambini e delle bambine dai tre ai sei anni, non può prescindere, infatti, all'interno di un sistema formativo integrato, dalla ricerca di adeguati standard di qualità.

In particolare:

* la definizione del tempo del curricolo indipendente dal tempo di frequenza e di funzionamento dell'istituzione scolastica;
* la salvaguardia di un tempo di contemporaneità, come risorsa didattica per attività laboratoriali e /o di piccolo gruppo;
* la definizione del numero massimo di bambini per sezione;
* l'individuazione di criteri di assegnazione dell'organico, realmente funzionali all'offerta formativa;
* il riconoscimento di un tempo professionale non coincidente con l'attività d'insegnamento finalizzato alla progettazione, verifica e documentazione delle esperienze didattiche;
* la riconsiderazione del rapporto personale Ata/sezioni, per la valorizzazione di tutte le risorse della scuola;
* la promozione di attività di sostegno allo sviluppo di una professionalità competente da perseguire con una sistematica formazione in servizio.

Per non disperdere il patrimonio di esperienze e di elaborazione culturale acquisito, è indispensabile recuperare oggi il senso e il significato del Decreto 91, garantendo alle scuole concreti elementi di fattibilità, indipendentemente dall'iter legislativo della Legge di riforma dei Cicli.

Tale scelta, da parte dell'Amministrazione, sarebbe interpretata come apprezzabile segnale di attenzione alle richieste del mondo della scuola e alle attese delle famiglie.

Al fine di meglio esplicitare le ragioni della presente richiesta, il Coordinamento nazionale resta a disposizione per un incontro. A tal fine si allega l'elenco dei componenti il Coordinamento ed i relativi recapiti.

L'occasione è gradita per porgere distinti saluti.

CGIL scuola (Giovanna Zunino)
CISL scuola (Rosetta Mazziotta)
UIL scuola (Noemi Ranieri)
SNALS (Silvana De Luca)
AIMC (Antonietta D'Episcopo)
ANDIS (Mariangela Pasciuti)
CIDI (Stefania Valentini)
FNISM (Gigliola Corduas)
MCE (Diana Penso)

Roma, 21 dicembre 2001

Tag: dm 91/01, fnism

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