Riforma degli esami di Stato: approvato il disegno di legge dal Consiglio dei Ministri
Bene cancellare una brutta legge del ministro Moratti. Salvaguardato il valore legale del titolo di studio. La FLC chiederà al Parlamento alcune modifiche sostanziali
Il Consiglio dei Ministri nella seduta odierna ha approvato il Disegno di legge di Riforma degli Esami di Stato, come preannunciato nell’incontro con le OO.SS. dei giorni scorsi.
Le principali novità rispetto alla formula introdotta dal Ministro Moratti riguardano:
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la composizione delle Commissioni esaminatrici, che saranno formate da tre docenti interni, tre docenti esterni più il Presidente. I componenti esterni della Commissione agiranno su due classi per un numero massimo di candidati pari a 70 ( 35 per classe).
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Il ripristino del giudizio di ammissione a cura del consiglio di classe che dovrà tenere conto di due principi indicati dalla legge: l’idoneità del candidato a sostenere l’esame ed il superamento dei debiti.
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Per i cosiddetti ottisti (coloro che hanno ottenuto la media dell’otto nella penultima classe) è richiesta anche la media del 7 nei due anni precedenti.
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Per gli istituti tecnici, professionali, d’arte e licei artistici, la seconda prova potrà essere anche di elaborazione tecnica e progettuale e per questo occupare più di un giorno.
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Nella valutazione delle prove d’esame un peso maggiore al curricolo, che passa da 20 a 25 punti, rimanendo inalterato quello delle prove scritte, mentre il colloquio passa a 30, ma per questa misura è prevista una gradualità nell’applicazione.
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La possibilità per le persone provenienti da Paesi non appartenenti all’Unione Europea e che non abbiano frequentato l’ultimo anno di scuola, di sostenere l’esame di stato alla stessa stregua dei candidati privatisti. Si tiene conto, quindi, degli studi fatti nel paese di provenienza e si semplifica il percorso per il loro riconoscimento formale.
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Si cancella la previsione del precedente Governo della valutazione Invalsi della terza prova, che viene restituita alla scuola autonoma.
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Una delega al Governo che entro 12 mesi dall’approvazione definitiva del provvedimento dovrà emanare uno o più decreti legislativi per realizzare:
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nell’ultimo semestre del quinto anno attività di orientamento universitario, con la partecipazione di docenti universitari ai fini di una puntuale informazione;
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un più stretto raccordo tra scuola ed università per una migliore formazione rispetto al corso di laurea scelto;
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forme di riconoscimento del punteggio ottenuto dagli studenti ai fini dell’ammissione ai corsi universitari;
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forme di incentivazione all’eccellenza ottenuta a vario titolo dagli studenti, di cui si dovranno stabilire anche i criteri di certificazione, per le quali sono destinati complessivamente 5 milioni di euro.
La FLC Cgil ribadisce la propria soddisfazione per questa decisione del Governo che chiude definitivamente una vicenda in base alla quale è stato indebolito fortemente sia il valore del titolo rilasciato che il ruolo della scuola pubblica.
Contro la formula adottata dal precedente Governo la FLC Cgil fece da sola una
giornata di sciopero il 12 novembre 2001, quando fu presentata nell’allora disegno di Legge Finanziaria 2002 ed ha continuato a porre il problema durante l’intera scorsa legislatura. La questione della revisione della formula degli esami di stato è stata da noi ribadita con forza e convinzione anche nel corso del
primo incontro con il Ministro Fioroni.
Da questa decisa contrarietà a quella formula scaturisce il nostro giudizio complessivamente positivo sul Disegno di legge approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, che conferma e consolida, in particolare con la previsione dei componenti esterni alla scuola, il valore legale e sostanziale del titolo di studio rilasciato e contribuisce a rilanciare il ruolo della scuola pubblica e a qualificarne l’intervento.
Nel merito del Disegno di legge, accanto agli elementi di condivisione, ci sono alcuni aspetti sui quali chiederemo che nell’ iter parlamentare si introducano modifiche.
In particolare:
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riteniamo che il giudizio di ammissione non possa essere determinato in maniera automatica, come esito della sola somma di voti. L’esame di stato costituisce di per sé momento formativo e di crescita ed è quindi una chance che va offerta a tutti gli studenti che abbiano frequentato positivamente il corso di studi. Questo giudizio non coincide sempre ed esclusivamente con la piena sufficienza in tutte le materie.
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Pensiamo che sia opportuno indicare, delimitandoli, i campi disciplinari su cui si svilupperà la terza prova, che al momento risulta troppo estesa per un verso e dispersiva per l’altro.
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Per la valutazione del curricolo, si tratterrà di collegare l’esame di stato al nuovo assetto della scuola secondaria superiore, al quale si dovrà lavorare velocemente, una volta superate le criticità più urgenti determinate dalle decisioni del precedente Governo. In particolare dovranno essere abbandonati, a proposito di valutazione degli apprendimenti, linguaggio e criteri tipici della contabilità ragionieristica, che peraltro non hanno portato nessun miglioramento nel processo di apprendimento degli studenti.
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La nuova formula che ripristina finalmente una situazione di correttezza e certezza, nonché di credibilità della valutazione finale del percorso scolastico, assume un significato positivo anche per l’Università che può tornare ad accettare le iscrizioni degli studenti dopo l’effettuazione e la conclusione dell’esame, diversamente da quanto è invece accaduto negli anni passati.
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Va esteso a tutti gli studenti il riconoscimento formale dell’esito dell’esame, ovviamente differenziato sulla base del voto conseguito, ai fini dell’ammissione all’Università. Anche in questo modo si restituisce valore ad un esame che diversamente assumerebbe un valore puramente formale, e nel contempo si costruiscono le basi per quel sistema di educazione permanente che vorremmo si affermasse nel nostro paese.
Per quanto attiene ai risvolti finanziari del provvedimento, noi pensiamo che debba essere prevista una posta di bilancio apposita per il finanziamento delle spese per gli esami delle scuole paritarie, che non devono più pesare ed essere contabilizzate come spese delle scuole statali, come accaduto negli ultimi anni e che ha costituito causa non marginale dell’insufficienza delle risorse disponibili per questa voce. Del resto gli esami di stato costituiscono momento di conclusione e di perfezionamento del curricolo sia delle scuole statali che paritarie ed in quanto tale ne sono parte costitutiva, non scindibile quindi neppure dal punto di vista contabile.
Ci sono, infine, alcuni aspetti del disegno di legge che non condividiamo e per i quali lavoreremo perché il testo cambi. Ci riferiamo in particolare alla possibilità, già introdotta dal ministro Moratti, per i candidati privatisti di sostenere l’esame di maturità presso le scuole paritarie.
Noi non siamo d’accordo e riteniamo che, trattandosi di certificazione statale dell’esito di un percorso svolto presso e/o da soggetti privati, essa non possa che avvenire esclusivamente presso le scuole statali.
Esprimiamo un apprezzamento sul metodo adottato: si cancella un provvedimento sbagliato del precedente Governo, sostituendolo con un provvedimento complessivo organico, di ampio respiro.
Ci aspettiamo che altrettanto si faccia per altri istituti, a partire dal ripristino ed elevamento dell’obbligo di istruzione, di cui pure avvertiamo la necessità e l’urgenza.
Vanno ora garantiti tempi certi e rapidi per l’ approvazione del disegno di legge, senza penalizzare il confronto in sede parlamentare, in modo tale che il nuovo anno scolastico possa iniziare all’insegna della certezza delle nuove norme di riferimento. A tal fine attiveremo un rapporto con i gruppi parlamentari, ai quali presenteremo le nostre richieste emendative.
E’ una garanzia di cui le scuole hanno assoluta necessità. Come abbiamo avuto modo di rappresentare nel
recente incontro con il Ministro Fioroni, infatti, occorre restituire certezza e serenità alle scuole, dando precise indicazioni su orario, Indicazioni nazionali, Invalsi, porfolio, riferimenti che garantiscano legalità agli anticipi della scuola elementare, prima che si avvii il nuovo anno scolastico.
Un passo significativo ed importante è stato compiuto, ora bisogna continuare e perfezionare il cammino, sapendo che il tempo è una variabile determinante nelle decisioni.
Nei prossimi giorni pubblicheremo un commento più analitico del testo approvato.
Roma, 4 agosto 2006