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"Rompiamo il silenzio" dà voce alle scuole, ai lavoratori e ai cittadini

Il nostro punto di ascolto on line continua a raccogliere le voci della scuola reale.

24/09/2010
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Oggi aggiorniamo questo spazio pubblicando integralmente due documenti giunti dalle scuole e vari messaggi di singoli.
Ricordiamo che l'indirizzo al quale scrivere è: rompiamoilsilenzio@flcgil.it.

>> I precedenti aggiornamenti <<

Il primo è una lettera già nel giugno scorso approvata all'unanimità e inviata alle autorità competenti:

Il Collegio Docenti Unitario dell'Istituto Comprensivo "Manara Valgimigli" riunitosi in data 30/06/2010, intende esprimere vibrate proteste per il drastico ridimensionamento che coinvolge il personale docente operante nelle sedi del nostro Istituto a tutti i livelli: dalla Scuola dell'Infanzia, alla Scuola Primaria, fino alla Scuola Secondaria di primo grado.

Tale dimensionamento sta comportando uno stravolgimento dell'identità del Nostro Istituto che si traduce sia nell'impossibilità, per il prossimo anno scolastico 2010-2011, di attivare o mantenere il tempo scuola richiesto dai genitori sia nella sostanziale dequalificazione dell'Offerta Formativa.

Depauperato di importanti risorse umane e costipato in tempi sempre più circoscritti, il Nostro sta diventando un tempo scuola sacrificato ed impoverito. E' mortificato dal dover far fronte quotidianamente a problematiche pratiche e contingenti; è messo in crisi dal dover rincorrere mete di carattere cognitivo e formativo potendo contare su una dotazione di risorse sempre più povere e quindi sempre meno adeguate.

Questa non è la scuola di base in cui ci riconosciamo. Non ha nulla a che vedere con la scuola della piena educazione che opera per promuovere un equilibrato sviluppo dei suoi giovani.

E' una scuola che colpisce soprattutto i più deboli: gli alunni che si trovano in situazione di svantaggio e le famiglie di ceto medio, già provate dalla recessione economica, che devono sopportare ulteriori costi per far fronte alla mancanza di un'adeguata struttura scolastica statale.

E visto che queste famiglie costituiscono la maggioranza della nostra utenza, questa nostra lettera vuole anche essere una manifestazione di solidarietà nei loro confronti e nei confronti delle dichiarazioni di protesta che esse hanno rivolto agli enti scolastici e territoriali facendo presente il disappunto per l'insufficiente contingente assegnato al nostro Istituto.

Vi è un ulteriore aspetto che desta la nostra contrarietà e la nostra preoccupazione: le prove INVALSI somministrate nel presente anno scolastico 2009/2010.

Comprendiamo l'intento di voler accertare i livelli di apprendimento in italiano e in matematica degli alunni su tutto il territorio nazionale somministrando quesiti standardizzati, ma le prove devono essere calibrate in relazione alle reali capacità e competenze degli allievi a cui sono destinate. Diversamente servono solamente a penalizzare l'operato degli studenti mortificandoli inutilmente e facendo loro conseguire valutazioni inferiori alla loro reale preparazione.

E questo è ciò che è successo in modo particolare per le prove INVALSI che i docenti della scuola secondaria di primo grado hanno somministrato ai loro alunni delle classi terze in sede d'esame.

Ne hanno risentito in modo negativo soprattutto i nostri ragazzi migliori: coloro che hanno operato con senso di responsabilità raggiungendo livelli di eccellenza; molti di essi non hanno potuto concludere il loro ciclo di studi con una valutazione congrua al loro percorso scolastico perché i voti raggiunti nella prova ministeriale sono stati inferiori alle ottime valutazioni conseguite nelle tradizionali prove d'esame.

Condizionati da medie matematiche vincolanti, per pochi centesimi molti dei nostri migliori alunni non hanno potuto ottenere quei dieci o quei dieci e lode che effettivamente meritavano.

Rivolgiamo quindi in conclusione un invito al Ministero affinché avvii un ripensamento sulle decisioni intraprese e ponga in essere provvedimenti effettivamente rivolti a migliorare la qualità della scuola italiana ed a sollecitare nei nostri giovani una vera promozione intellettiva, umana e sociale.

Di pochi giorni fa invece è la presa di posizione del Collegio dei Docenti del Liceo Scientifico Cavour di Roma che, all'unanimità, segnala la situazione di grave disagio in cui versa la scuola italiana, sottoposta a una politica di tagli indiscriminati che vengono fatti passare per una "riforma".

Sono espressione di questa politica di tagli:

 

  • la riduzione del tempo scuola

  • la "riorganizzazione" delle cattedre, che implica la perdita di continuità didattica per molte classi che cambiano docente ogni anno e la mancanza di personale per coprire le supplenze brevi

  • la riduzione del personale Ata, che significa un aggravio di lavoro per lo stesso personale e la riduzione dei giorni di apertura pomeridiana delle scuole, cancellando così molte attività extra-curricolari

  • il numero crescente di alunni per classe, che costringe i docenti ad abbandonare il metodo di insegnamento incentrato sul singolo studente e sui suoi bisogni e a tornare a una didattica di vecchio stampo (spiegazione - interrogazione)

  • la riduzione dei fondi destinati alle scuole, che limita fortemente progetti e attività extracurricolari e di recupero

  • il ritardo del diritto alla pensione, specialmente delle donne;

Una conseguenza di questa politica, come stiamo vedendo in questi giorni, è l'espulsione di "precari", colleghi a volte con decine di anni di insegnamento alle spalle.

In questo contesto di "sofferenza" dell'intera scuola pubblica italiana, i docenti del Cavour ritengono di dover aggiungere un ulteriore motivo di protesta a seguito della decisione dell'Amministrazione di affidare la dirigenza dell'Istituto "in reggenza" al Dirigente di un altro Istituto della capitale, nonostante la richiesta di proroga del Dirigente Scolastico uscente. Tale decisione, fortemente penalizzante per entrambe le scuole coinvolte (è del tutto evidente che nessun Dirigente, per quanto bravo e dedito al lavoro, potrà mai dedicare a due scuole lo stesso tempo e lo stesso impegno che avrebbe potuto dedicare ad una sola), ha come unica motivazione quella, ancora una volta, del risparmio sulla pelle della scuola (al "reggente" viene assegnata solo un'indennità…). Non si tratta di un fenomeno che coinvolge solo il nostro Istituto, né solo il mondo della scuola, ma è prassi ormai anche in altri settori del pubblico impiego, come già segnalato dalla stampa.

Ma, nel nostro specifico caso, tale sempre deprecabile scelta assume dei connotati particolarmente gravi in considerazione del fatto che le due scuole che condivideranno un unico Dirigente sono rispettivamente l'Itis Galilei, il più antico istituto tecnico di Roma, e il nostro Liceo, il Liceo Scientifico Cavour, il più antico liceo scientifico di Roma. Dunque due Istituti davvero impegnativi, che per le loro dimensioni, per la loro presenza nella vita culturale della città, per la loro storia, costituiscono un punto di riferimento particolarmente significativo nella scuola romana e che non meritavano la mortificazione a loro inflitta.

Per questi motivi il Collegio dei Docenti del Liceo Scientifico Cavour chiede l'immediata revoca delle decisioni assunte dall'Amministrazione.

Roma, 10/9/2010

Altri documenti, approvati da Collegi dei Docenti o da assemblee sindacali, tutti preoccupati per i gravi danni prodotti dai tagli e dagli interventi di riordino, sono giunti anche dall'IC "Sferracavallo" di Palermo, dall' IC "Montalto" di Trapani, dal liceo Newton di Chiasso, dall' Istituto Comprensivo "E. Amaldi" di Barcellona (Spagna).

Moltissimi i messaggi di singoli.

Scrive D., una docente di scuola secondaria di primo grado:
quest'anno il primo settembre ho avuto un'amara sorpresa: alla nostra scuola sono stati tagliati 3 bidelli, personale ATA, e la conseguenza di tutto ciò è che l'orario di funzionamento è stato totalmente cambiato… fate il conto non sono più garantite le 30 ore!!!!
PER IL TEMPO PIENO (ORMAI VUOTO dato che i laboratori sono gestiti solo dagli insegnanti di matematica e lettere) Se fate il calcolo non sono più 36 ore.
Naturalmente le ore non sono più di 60 minuti, ma di 50, quindi nei giorni di mercoledì e venerdì si fanno 6 moduli orari in mattinata e due nel pomeriggio.
Capirei e accetterei tutto questo se fosse una decisione dettata da motivazioni pedagogiche/organizzative non dovute ai tagli, ma ...
Penso che questo orario, in primis, non accontenti gli utenti, che hanno due pomeriggi e continuano a venire a scuola il sabato, ma soprattutto perché fanno meno ore di scuola!!!!!!
...La coperta è sempre più stretta, ma chi lavora nella scuola invece di protestare mette le toppe e continua a lavorare. Se la scuola non scoppia è solo grazie a chi crede ancora nel proprio lavoro Sono anche genitore, e sono molto preoccupata per il futuro delle mie figlie.

Persone trattate come palline da ping pong, racconta Lucia G.
Sono una insegnante della scuola dell'infanzia... anche per questo anno scolastico ho richiesto l'assegnazione provvisoria per la mia provincia, assegnazione avuta il giorno 23/08/2010. Fin qui tutto bene, il 1 settembre ho preso servizio presso la sede della Direzione assegnatami. Lo stesso giorno una prima rettifica mi ha assegnata un'altra sede, dove ho preso servizio il giorno seguente. Non è finita, il 09/09/2010 ulteriore rettifica e nuova sede assegnata. La mia indignazione nasce dal fatto che troppi errori e relative rettifiche fanno si che le persone si trovino ad essere trattate come "palline da ping-pong". Se le cose si facessero con maggiore attenzione…. purtroppo con i ritardi che ci sono stati per tutto ciò che sappiamo (riforma, ricorsi, posti disponibili e quanto altro) è difficile lavorare in modo tranquillo, parlo anche per le persone che sono addette a compilare graduatorie, valutando le precedenze e i punteggi. Ora non credo più a nulla, mi aspetto anche altre rettifiche…

"Rilancio dell'istruzione tecnica!" è espressione che ricorre nel disco rotto delle dichiarazioni del ministro Gelmini. Ma i fatti smentiscono le parole, come dimostrano le considerazioni di L.:
Per mia fortuna ormai sono in ruolo e non faccio parte di quei poveretti che aspettano ancora oggi una cattedra o uno spezzone. Sono comunque spaventata da questa Riforma della scuola secondaria, perché "distruggerà" l'istruzione tecnica sia a livello di istituti tecnici che di Istituti professionali. Infatti sono state ridotte in maniera tragica la maggior parte delle materie professionali, se si parla con colleghi dei tecnici ognuno di loro si lamenta, perché la sua materia professionale ha subito riduzioni di orario. Io insegna Topografia ai Geometri, materia fondamentale per la loro professione, ebbene con la riforma saranno completamente eliminate le ore che dedicavamo al rilievo topografico (esercitazioni pratiche), altra assurdità è quella di inserire Diritto ai primi due anni scolastici, mentre è stata tolta dagli ultimi due anni in cui venivano svolti programmi simili con altre materie utilissime per il futuro geometra.

Sempre a proposito di istruzione tecnica, interviene anche Antonio C.:
Sono uno dei tanti precari tagliati dalla legge Gelmini e che quest'anno non hanno preso un incarico per appena un posto.
La mia classe di concorso, A033 - Tecnologia, è stata estremamente penalizzata dai tagli e dalla soppressione di un'ora (così come Italiano e francese) che a malapena si riesce ad ottenere una supplenza o uno spezzone durante l'anno scolastico.
E nonostante la mia posizione in graduatoria sia piuttosto alta, non so come finirà quest anno.
Eppure la Riforma "Moratti" prevedeva quelle famose tre I che sono state del tutto annichilite.
Dobbiamo fare qualcosa per riprenderci ciò che, per una ragion di Stato che non ha fondamenta, ci è stato tolto e negato: il diritto al lavoro!

Scrive F.A.:
Mi chiedo: "è mai possibile che un dirigente scolastico possa proporre (e imporre col "prendere o lasciare") uno spezzone di sole 6 ore (dico SEI !!!) spalmato su 5 giorni (dico CINQUE) ?!?!?!? è lecito da parte sua???
Ok, siamo precari (e anche dell'ultimo carro, essendo stati rifiutati dal provveditore) ma siamo pur sempre persone! O sono io che mi scandalizzo facilmente ed è quindi giusto essere trattati come pacchi postali?
E soprattutto, è possibile che ci sono alcuni di noi disposti ad accettare qualsiasi trattamento ci venga imposto?
Ditemi voi, forse sono io che non capisco!

Una segnalazione da Catanzaro
Sono un'insegnante di scuola primaria e scrivo per denunciare una grave situazione verificatasi ….nella nostra scuola
Siamo costrette ad insegnare in una prima classe da 35 alunni di cui 3 diversamente abili, di questi, due sono gravi con rapporto 1:1 e uno con rapporto 1:2.
Nonostante le vibrate proteste dei genitori e della FLC CGIL di Catanzaro, l' ATP si rifiuta di sdoppiare la classe accampando falsi pretesti senza alcun basamento di legalità.
Gilda R.

Quello di P.D: è un vero grido di dolore:
Sono collaboratrice scolastica. F acciamo qualcosa: sono rimasta senza lavoro a causa dei tagli.
Da noi hanno lasciato a casa 125 persone della 1°fascia …. tutti zitti con carichi di lavoro per i colleghi enormi ….protestiamo!

Un altro collaboratore scolastico:
Sono un collaboratore scolastico precario, graduatoria ata prima fascia, otto anni di incarico annuale più mesi di supplenze temporanee.
Quest'anno sebbene la provincia di Cosenza sia una delle più grandi province di Italia, sono stati annientati centinaia di collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici. In modo vergognoso. Il prossimo anno sarà un altro terremoto, rischio anche io.
A Cosenza in piazza, l'11 settembre, tantissimi colleghi e docenti erano in sit-in (giorno e notte!) e sciopero della fame (da settimane!) Manca anche la nostra presenza lì, di noi impegnati oramai nei nostri incarichi nelle scuole. Hanno avuto tanti attestati di solidarietà da sindacati, politici, gente comune soprattutto. La protesta però scomparirà col tempo, tra l'indifferenza della responsabile del ministero e dei suoi colleghi di governo e di maggioranza, che hanno fatto passare la pseudoriforma. … intanto le scuole calabresi, tranne poche, fanno i conti con carenza di organico, carenza di sorveglianza, carenza di servizi agli studenti. il futuro della scuola pubblica è veramente nero.
Franco A.

Nonno, cos'è il sindacato?

Presentazione del libro il 5 novembre
al Centro Binaria di Torino, ore 18.

SFOGLIALO IN ANTEPRIMA!