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Schema del primo decreto attuativo della legge 53 e sintesi

Aspettando il testo ufficiale del decreto … la Cgil Scuola chiama alla mobilitazione

22/09/2003
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Venerdì 11 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato in prima lettura lo schema di decreto legislativo per l’attuazione della legge 53/03 nella scuola dell’infanzia e il primo ciclo dell’istruzione.
A più di una settimana di distanza non è stato reso noto dal governo il testo dell’articolato.
Nei siti ufficiali appaiono sintesi tra loro contraddittorie, mentre nei siti scuola arrivano “ufficiosamente” testi di articolati che si modificano spedizione dopo spedizione.
Secondo indiscrezioni sarebbe in corso una furiosa battaglia all’interno della maggioranza per stabilire qual è il testo approvato dal Consiglio dei Ministri.
La vicenda, che ormai sconfina tra il “giallo” e il “teatro dell’assurdo”, sembrerebbe approdata a una svolta: da alcuni giorni un testo è ritenuto da tre siti scuola come definitivo e contiene due modifiche riguardanti l’insegnante coordinatore tutor.
Il condizionale è d’obbligo visto che questo testo non riporta data né firma.
Le modifiche riguardanti il tutor sono irrilevanti e ambigue, visto che la struttura di questa nuova figura rimane di tipo gerarchico e si configura, comunque, come l’unico responsabile della classe.
Tutti gli altri aspetti negativi sono confermati: dall’abolizione del tempo pieno e prolungato, alla riduzione dell’offerta formativa obbligatoria nella scuola elementare e media, alla trasformazione della scuola dell’infanzia in un “supermarket assistenziale”.
Il direttivo nazionale della CGIL Scuola del 19 settembre ha preso posizione contro la decisione di avviare l’iter di approvazione del decreto che “rivela la volontà del governo di imporre alla scuola italiana una controriforma, senza alcun confronto né ascolto degli operatori, delle famiglie e della società civile”.
Il direttivo ha rivolto un appello unitario alla mobilitazione :
“Organizzazioni sindacali, associazioni professionali, genitori, enti locali, mondo del lavoro devono unirsi per respingere il disegno del governo, affermare le ragioni di una buona scuola pubblica, sostenere i processi di innovazione positivi delle scuole autonome.
Una prima occasione è rappresentata dalla manifestazione indetta per il 26 settembre a Roma dal Coordinamento Nazionale del Tempo Pieno e Prolungato in cui la CGIL Scuola sarà presente.
L’ iniziativa della CGIL Scuola deve proseguire e radicarsi attraverso una capillare campagna di informazione e confronto sul testo del decreto in tutte le scuole e attraverso l’attivazione di iniziative e vertenze territoriali fino ad alla proclamazione di una iniziativa nazionale capace di respingere il disegno del governo e di affermare proposte di sviluppo e sostegno della scuola pubblica”.

I PUNTI PRINCIPALI DEL DECRETO

SCUOLA DELL’INFANZIA

Anticipo
La durata triennale, affermata sulla carta, è messa in discussione dall’introduzione dell’anticipo che rende possibile, a scelta delle famiglie, un percorso di scuola dell’infanzia di due o quattro anni, visto che alla scuola primaria si può andare a 5,5 o a 7 anni.
La frequenza anticipata a 2,5 anni è limitata dalla legge 53/03 da una serie di condizioni (introduzione di nuove professionalità e modalità organizzative, accordo con l’ente locale). Queste condizioni ad oggi non esistono, pertanto le iscrizioni non sono state riaperte (vedi CM 37/2003).

Profilo e generalizzazione
Il profilo di uscita del primo ciclo di istruzione è considerato dai 6 ai 14 anni: la scuola dell’infanzia non è quindi considerata vera scuola.
La generalizzazione, che si vorrebbe assicurata, è contraddetta dall’assenza assoluta di risorse e dai tagli agli organici: le liste di attesa stanno aumentando.

Tempo scuola
L’orario di funzionamento, a richiesta delle famiglie, varia da 875 ore annuali (25-26 settimanali) a 1700 (48-52 settimanali).
Non sono indicati standard di qualità del percorso della scuola dell’infanzia: qual è la durata di una giornata educativamente significativa nella scuola dell’infanzia ? Bastano anche poco più di 4 ore al giorno ?
La richiesta di 50 ore settimanali da parte delle famiglie determina l’azzeramento della contemporaneità docente (in alcuni casi gli organici statali non darebbero comunque sufficienti): in questo modo, con sezioni che possono arrivare a 28 bambini, la deriva assistenziale è inevitabile.

Organici
E’ abolito il doppio organico garantito per ogni sezione e l’organico funzionale di circolo. Non sono indicate modalità per l’attribuzione dell’organico.

PRIMO CICLO DELL’ISTRUZIONE
Scuola elementare (ora primaria) e scuola media (ora secondaria di primo grado) appaiono divise fin dal nome, la separazione è poi approfondita dall’articolazione interna: un primo anno seguito da due periodi didattici biennali per la primaria e un periodo didattico biennale seguito da un terzo anno di orientamento per la secondaria di primo grado.
Nessun cenno, nemmeno un comma, per gli istituti comprensivi, ostacolati da questa norma nelle buone pratiche di continuità educativa e didattica che stanno mettendo in atto.

SCUOLA PRIMARIA

Anticipo
Le famiglie i cui figli compiono 6 anni dopo il 31 agosto non sono più obbligate ad iscriverli in prima, mentre per i nati entro il 30 aprile è possibile anticipare la frequenza della scuola primaria.
Le classi saranno composte da alunni con differenze di età che possono arrivare fino a 20 mesi in contesti educativi in cui le classi sono sempre più numerose, le gli insegnanti e le compresenze diminuiscono, l’organizzazione didattica diventa più rigida.

Tempo scuola
È previsto un orario annuale di 891 ore (27 ore settimanali), nell’ambito delle quali sono comprese le quota riservata alle Regioni (non ancor definita), alle scuole (non ancora definita) e all’insegnamento della religione cattolica (2 ore settimanali).
Sono inoltre previste 99 ore annuali, facoltative e opzionali: sono le famiglie che sceglieranno, potranno optare per una solo parte delle messe a disposizione o limitarsi alle sole 27 ore.
Il percorso comune ridotto a 27 ore settimanali rispetto alle attuali 30 non è più in grado di garantire pari opportunità agli alunni rispetto al raggiungimento degli obiettivi e delle competenze previste dal profilo dello studente in uscita dal percorso di base.
Una parte del curricolo viene “esternalizzata” e le famiglie potranno scegliere percorsi privati a pagamento, l’offerta formativa pubblica su una parte dell’attuale curricolo diventa residuale, condizionata dalla scelta delle famiglie dalle risorse professionali e finanziarie effettivamente disponibili.
I rientri pomeridiani diventano facoltativi (è abrogato l’art. 129 dell’ DLgs 297/94 – ordinamento scuola elementare): di conseguenza scuole e enti locali (visti i tagli crescenti nei finanziamenti) si orienteranno a organizzare le 27 ore obbligatorie in orario unicamente antimeridiano.
Al posto della scuola elementare dei tempi distesi, uno dei punti di forza della riforma del ’90, torna la scuola elementare del mattino, in cui saranno compresse 27 ore, con doposcuola pomeridiano a richiesta delle famiglie che non possono permettersi percorsi a pagamento.

Tempo pieno
Non è più possibile: è abrogato, a questo fine, l’art. 130 del DLgs 297/94.
È espressamente previsto dal decreto che il tempo mensa sia al di fuori dell’orario di funzionamento (27 ore settimanali + 3 opzionali e facoltative).
Il modello del tempo pieno previsto dall’attuale ordinamento della scuola elementare (40 ore settimanali, compresa la mensa, e due insegnanti) è cancellato: il tempo mensa non sarà più coperto da insegnanti statali, ma da personale a carico degli enti locali o assunto a prestazione d’opera dalle scuole con costi a carico delle famiglie.
Fino ad oggi il tempo pieno ha dato una risposta educativa di qualità alla domanda sociale, negli ultimi anni è cresciuto passando dal 15% del ’90 all’attuale 26%, in diverse realtà metropolitane rappresenta il modello maggioritario (a Milano raggiunge l’82%), in questo anno scolastico molte richieste non hanno trovato risposta.

Organici
Sono aboliti gli organici funzionali, che prevedevano un monte ore docenti superiore al monte ore alunni e quindi assicuravano quote di compresenza.
Per le attività opzionali e facoltative potranno essere assunti insegnanti con contratti a prestazione d’opera.

Docente coordinatore-tutor
Ad ogni classe è assegnato un docente coordinatore-tutor con le seguenti funzioni:

  • concorre prioritariamente al raggiungimento delle finalità educative;

  • orientamento;

  • tutorato degli allievi;

  • coordinamento delle attività educative e didattiche;

  • cura della relazione con le famiglie;

  • cura della documentazione valutativa.

Le funzioni attribuite a questa nuova figura di insegnante lo delineano come l’unico vero responsabile della classe.
Ad un insegnante con funzioni così ampie in relazione ad alunni, colleghi, famiglie, non può non corrispondere una figura di insegnante subordinato e deresponsabilizzato, l’insegnante dei laboratori.
Se anche fosse confermata la modifica, secondo la quale sarebbe fatta salva la contitolarità, è evidente che non muterebbe il ruolo gerarchico e sovraordinato dell’insegnante coordinatore tutor.
Nelle primi tre anni assicura almeno 18 ore di insegnamento nella stessa classe (secondo il primo testo diffuso) di insegnamento agli alunni (secondo l’ultimo).
Se confermata, quest’ultima modifica appare incomprensibile, visto che gli insegnanti elementari sono tenuti sulla base del contratto a 22 ore di insegnamento agli alunni.
In attesa di chiarimenti e di un testo ufficiale, aggiungiamo che l’insegnante coordinatore- tutor è scelto dal dirigente scolastico.

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Tempo scuola
L’orario annuale obbligatorio è di 891 ore (27 ore settimanali), comprensivo della quota riservata alle regioni, alle scuole e dell’insegnamento della religione cattolica. Attualmente le classi funzionano con 30 ore settimanali e 36 nel tempo prolungato.
Sulla base della richiesta delle famiglie è possibile un ampliamento orario di 198 ore annue (6 ore settimanali), la cui frequenza è facoltativa e opzionale per gli alunni. L’eventuale offerta di attività e insegnamenti aggiuntivi e facoltativi è organizzabile anche per reti di scuole e utilizzando anche esperti assunti con contratti di prestazione d’opera.
Il tempo dedicato alla mensa è escluso sia dalle 891 ore obbligatorie che dalle 198 facoltative.

Organizzazione didattica
È introdotta le figura dell’insegnante coordinatore-tutor, individuato dal dirigente scolastico e in possesso di una specifica formazione, cui è affidata:
· la prioritaria responsabilità educativa;
· la funzione di orientamento degli alunni per la scelta delle attività facoltative;
· la funzione di tutorato degli allievi;
· la funzione di coordinamento delle attività educative e didattiche;
· la cura delle relazioni con le famiglie e della documentazione del percorso formativo dell’alunno, con l’apporto degli altri docenti.

Organici
È costituito l’organico di istituto che è finalizzato a garantire il solo orario frontale riferito alle 27 ore settimanali obbligatorie e alle 198 ore annuali aggiuntive e facoltative. Nel caso in cui alla copertura di queste ultime non possano provvedere direttamente le scuole,anche in rete, in quanto le attività previste non sono riconducibili ai profili degli insegnanti presenti nell’istituzione, è possibile provvedere con contratti a prestazione d’opera affidati ad esperti esterni.

Roma, 22 settembre 2003