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Scuola digitale: il MIUR emana le prime circolari

Il Ministero non solo non rispetta l’autonomia delle scuole ma sovraccarica di lavoro docenti e ATA. Senza un euro in più.

08/03/2016
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Con una serie di disposizioni datate 3 marzo (nota 4603/16, nota 4604/16, nota 4605/16, nota 4606/16) la Direzione generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l’istruzione e per l’innovazione digitale del MIUR detta alle scuole tempi, modi e strumenti organizzativi per la formazione del personale finalizzata all’implementazione del Piano nazionale per la scuola digitale.

Il fatto è che con queste note il MIUR non si limita a dare indicazioni per formare il personale. Dice ad esse anche quali figure individuare, di quante persone devono essere costituiti (tre docenti) i team per l’innovazione digitale e addirittura di costituire “presidi di pronto soccorso tecnico” differenziati secondo che si tratti di una scuola del primo ciclo (1 Ata o docente) o del secondo ciclo (1 assistente tecnico).

Ora, per la verità la legge 107/15 con i commi 56-59 ha fissato gli obiettivi e ha suggerito (solo suggerito) di individuare un coordinatore e magari di affiancare ai Docenti un insegnante Tecnico Pratico. Ha chiarito, inoltre, perché non ci fossero equivoci, che le attività di tali figure non dovevano comportate oneri aggiuntivi: il famoso mantra “senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica”.

Siamo, con tutta evidenza, di fronte a un intervento centralistico e antiautonomistico. Siamo alle Circolari di sempre che ti dicono cosa fare, come fare, che tempi seguire.

Naturalmente non si contesta qui la necessità di seguire una tempistica legata alla necessità di una formazione.

Quel che si eccepisce è che gli assetti organizzativi e le figure da costituire sono prerogative delle autonomie scolastiche. E le necessità del Piano digitale non consentono affatto al MIUR di espropriare le scuole di tali facoltà.

Tanto più che il MIUR impone figure, team, funzioni senza naturalmente preoccuparsi di come tali attività e impegni vengano retribuiti. Questo rimane affare delle scuole.

Siamo ancora stupiti che non abbiano suggerito di ricorrere al FIS (e questo non vuole certo essere un suggerimento).

Quello che vogliamo denunciare invece è l’irregolarità (anzi l’illegittimità) di procedure imposte e disposizioni che forzano i limiti dell’autonomia scolastica e sovraccaricano, con atti unilaterali dell’amministrazione, il personale di funzioni che per essere svolte devono essere retribuite.   

E’ nostra intenzione chiedere un incontro al MIUR per  responsabilizzarlo sulle questioni fin qui denunciate e rivendicare lo stanziamento di risorse aggiuntive per retribuire il lavoro in più fatto dal personale, in particolare dagli Ata destinatari solo di misure  di contenimento della spesa (leggi di stabilità) o di esclusioni (legge 107/2015).