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Scuola: il primo bilancio dopo il “capitolone”. I problemi aperti e l’insostenibile incertezza dei dati finanziari. Prorogare i termini del programma annuale

Come chiudere un bilancio senza sapere quale sono le entrate a cui riferirsi? Come possono le scuole approntare i piani economici del 2008, se non possono chiudere neanche l’esercizio 2007? I problemi aperti dopo il primo anno del “capitolone”.

14/11/2007
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La situazione finanziaria delle scuole è ben lontana dalla normalità. Lo stato di confusione e di incertezza è tale da non consentire neanche la chiusura dell’esercizio finanziario 2007. Così è davvero impensabile programmare la spesa per il 2008.

La programmazione delle risorse finanziarie, che è un tema centrale nella scuola dell’autonomia e costituisce il punto di partenza per la destinazione qualificata dell’offerta formativa, è messa seriamente in discussione, però, dall’assoluta incertezza dei dati finanziari.

L’autonomia impossibile

Il programma annuale, cioè il bilancio di previsione, è il documento contabile che permette di conoscere gli obiettivi di ampliamento dell’offerta formativa perseguiti dalla singola scuola. Non è uno strumento tecnico in cui si elencano le entrate e le uscite, ma di indirizzo “politico” della scuola. Infatti, analizzando il programma annuale si può verificare in che modo gli organi di governo intervengono, attraverso scelte economiche, sui vari aspetti della vita della scuola.

In questo periodo dell’anno le scuole sono alle prese con il programma annuale 2008. Infatti, il programma annuale va approvato entro il 15 dicembre di ogni anno per l’anno finanziario successivo. Così è stabilito dal regolamento di contabilità delle istituzioni scolastiche (D.I. 44/2001).

Ma per la stesura del programma annuale esse hanno bisogno di conoscere con precisione l’entità dei finanziamenti statali di cui disporranno: avere dei dati certi è fondamentale.

Invece, nelle scuole i problemi ancora aperti sono molti. Permane l’emergenza bilanci dopo il saccheggio operato dalle diverse finanziarie negli anni scorsi. I parametri nazionali per assegnare la dotazione finanziaria alle singole scuole dopo l’approvazione del DM 21/2007 (capitolone) non hanno eliminato le sperequazioni esistenti dopo anni di “blocco” dell’autonomia scolastica e non sono mai stati chiariti i calcoli per l’assegnazione alle singole scuole della dotazione finanziaria.
Le scuole non hanno certezza di poter inserire a residuo attivo tutte le somme effettivamente spese (supplenze - indennità di amministrazione, direzione, funzioni superiori, ore eccedenti), cioè di poterne pretendere e prevedere con certezza l'accreditamento da parte del ministero.

Buona parte dei fondi 2007 per il pagamento del salario accessorio non sono ancora stati accreditati alle scuole. Permane ancora una profonda incertezza sulla terza area degli istituti professionali, sul complesso dei fondi della legge 440/97 (autonomia scolastica), sulla formazione, sulle spese per l’integrazione degli alunni diversamente abili. Su questi fondi intervengono soggetti diversi dal MPI perché ci sono i passaggi intermedi degli Uffici scolastici regionali e contabilità speciali degli Uffici scolastici provinciali.

Se si può ragionevolmente sostenere che l’accorpamento dei precedenti capitoli di spesa è stato un fatto positivo,è altrettanto chiaro che con il “capitolone” il MPI ha finito per operare un’ulteriore sforbiciata ai bilanci delle scuole. Inoltre, come avevamo ampiamente previsto, non avendo voluto fare sperimentazione , come richiesto dalla FLC, le zone di incertezza sono tali che così non se ne viene a capo.

Va detto che grazie al “capitolone” abbiamo raccolto alcuni frutti (supplenze a Tesoro, Tarsu/Tia che presumibilmente sarà portata via dalle scuole), ma il modo con cui è stato introdotto e le zone d'ombra, se non corrette, rischiano di farlo fallire e con esso l'intenzione: dare certezza alle scuole.

Per questa via, anno dopo anno, restano i problemi di sempre. Ecco perché ricordare la scadenza del 15 dicembre e confermare le istruzioni già impartite in passato (alcune risalgono a sei anni fa) significa attribuire al programma annuale il valore di un adempimento burocratico.

La genericità delle indicazioni del Ministero, dunque, aggrava la situazione delle scuole. Esse, infatti, non conoscono gli elementi essenziali per predisporre un bilancio economicamente significativo.

È bene ricordare che il bilancio deve essere redatto nel rispetto di alcuni principi tra cui la veridicità (deve essere “vero” ed economicamente significativo) e la specificazione (ciascuna voce di entrata e di spesa deve essere esplicitata con la maggior precisione).

La “nebbia” sui fondi disponibili per il 2007 e l’incertezza sul 2008 costringeranno le scuole a mettere continuamente mano al programma annuale per le variazioni delle entrate e delle uscite già dal prossimo mese di gennaio.

Aspettando una buona amministrazione

Alla prova dei fatti l’attribuzione diretta dei fondi alle scuole - il “capitolone” è stato istituito un anno fa - non ha introdotto quegli indicatori di qualità che dovevano caratterizzare questa nuova gestione: la certezza delle risorse, la semplificazione delle procedure e la trasparenza nell’assegnazione dei fondi.

Eliminare le finalizzazioni ai fondi di bilancio non significa dare più autonomia finanziaria alle scuole. Esse, per poter funzionare, hanno bisogno di mezzi adeguati mentre così gestiscono bilanci sempre più poveri a fronte di un aumentano degli obblighi di legge e di tariffe da pagare.

Si tratta di regole di buona amministrazione e del rispetto gli impegni presi con la firma sul Protocollo sulla conoscenza di giugno 2007 in materia di semplificazione e trasparenza.

Non dimentichiamo che il bilancio, in uno stato moderno, assume anche una funzione di garanzia per i cittadini nei confronti dell’amministratore pubblico.

Rinviare la data del 15 dicembre è una responsabilità che il MPI si deve assumere nel rispetto del lavoro delle scuole e per un obbligo di trasparenza nei confronti della comunità scolastica, soprattutto verso le famiglie e gli studenti che non hanno alcuna certezza sulla reale attuazione del Pof della scuola nella quale, a gennaio, decidono di iscriversi.

Anche se rinviare la data del 15 dicembre non basta:ci vuole maggiore chiarezza,disponibilità nel fornire alle scuole informazioni precise e formazione del personale su cui grava la responsabilità di attuare questa nuova gestione.

Le proposte della FLC per aiutare le scuole

I debiti pregressi delle scuole (spese per supplenze e Tarsu) ammontano, per stessa ammissione del Ministero, ad oltre 1.000 milioni di euro. Tamponare qui e là non serve a niente: la FLC Cgil ha chiesto, con un emendamento alla finanziaria, che si progetti e si finanzi un piano straordinario finalmente risolutivo.

I finanziamenti della legge 440/97 prima di arrivare alle scuole (e nel bilancio annuale permettendo così la programmazione dell’attività didattica) fanno un giro tortuoso attraverso l’Ufficio scolastico regionale e le contabilità speciali dell’Ufficio scolastico provinciale. Tutto ciò sia in contraddizione con la nuova modalità di accreditamento diretto (capitolone) dei fondi alle scuole sia con il principio di semplificazione richiamato dall’Intesa sulla conoscenza. Lo stesso inutile giro fanno i finanziamenti per la formazione del personale e le spese per l’integrazione degli alunni diversamente abili.

La FLC, tra gli emendamenti presentati, propone la semplificazione delle procedure e il rafforzamento dell’autonomia finanziaria delle scuole secondo i principi del regolamento sull’autonomia scolastica.

Roma, 14 novembre 2007