Scuola media: discipline allo sbaraglio
Sono molti i problemi aperti dal decreto di attuazione della legge 53/03 nella scuola media.
Questo pezzo di scuola esce massacrato dai provvedimenti che la riguardano: un impoverimento evidente che, a partire dalla riduzione secca del tempo destinato alle discipline, si estende a modelli consolidati e di successo come il tempo prolungato, i corsi ad indirizzo musicale e i corsi di bilinguismo.
Ci sono alcune professionalità che, in questo massacro, subiscono un particolare maltrattamento: sono i docenti di educazione tecnica in primis, ma anche i docenti di lingua inglese e i docenti di strumento musicale. Anche se è bene non dimenticare che tutte le discipline subiscono un ridimensionamento e quindi una ricaduta negativa sulla condizione dei docenti interessati.
Vi è in questo un aspetto che riguarda direttamente la qualità della scuola e i processi di apprendimento e un aspetto che riguarda la tutela del personale coinvolto.
Educazione tecnica: al di là di una disputa terminologica fra educazione tecnica e tecnologica, non pare, a scorrere gli obiettivi specifici proposti dal decreto, che questa disciplina abbia ricevuto un impulso. Anzi, la sua collocazione nell’area delle scienze, le toglie autonomia facendone quasi un suo sottoprodotto, se poi prendiamo in esame l’obiettivo che riguarda i principi di economia domestica, ci dobbiamo chiedere quale considerazione debba avere di questa disciplina chi ha concepito un tale mortificante cambiamento.
Lingua inglese: l’insegnamento della lingua straniera fa addirittura un passo indietro rispetto all’attuale. 54 ore annue per l’inglese e 66 ore annue per la seconda lingua sono 81 ore in meno di quante oggi si dedicano allo studio di due lingue straniere. Tutti gli esperti indicano in 3 ore settimanali una quota addirittura insufficiente per un efficace studio di una lingua straniera, fatto ancora più grave se rapportiamo tutto ciò all’uso massiccio della propaganda ministeriale sulle tre “i”, una delle quali è proprio la lingua inglese, a dimostrazione del fatto che si fa propaganda, non informazione e solo la seconda ha dei nessi sicuri con la realtà.
Strumento musicale: l’efficacia di un insegnamento che non si riduce all’ora di strumento per addestrare all’uso, ma che si pone dentro una logica formativa delle potenzialità espressive e percettive degli alunni, è testimoniato dal successo che tali corsi hanno avuto presso alunni e famiglie. La CGIL scuola ha da sempre creduto nelle potenzialità educative della musica dedicando ad esse anche momenti importanti come il convegno-seminario sull’orientamento musicale dell’ottobre 2000. Oggi la riflessione si allarga all’assetto che deve assumere tutto l’insegnamento musicale con la riforma dei conservatori introdotta dalla legge 508.
Sono 17.000 i docenti di educazione tecnica che rischiano il parcheggio professionale con grave danno per la loro dignità, così come processi di mobilità potranno riguardare i docenti di lingua straniera e i docenti di strumento.
La CGIL scuola non intende avallare processi di dequalificazione delle professionalità che i cambiamenti in atto nella scuola potrebbero coinvolgere e tutelerà in tutti i modi le persone coinvolte.
Nello stesso modo si batterà perché il disegno controriformatore della legge 53/03 non si realizzi, perché a subirne un danno sarebbe la società intera e non soltanto gli attuali alunni e le loro famiglie, i docenti precari o i docenti di educazione tecnica, lingua straniera, strumento musicale.
E’ tutto l’impianto di questa legge sbagliato così come sono sbagliati i presupposti ideali, sarebbe meglio dire ideologici che la caratterizzano.
Dobbiamo rivendicare tutti insieme una scuola che include, che non espunge la Costituzione dalle sue finalità, che non divide. Questo deve essere l’obiettivo comune che deve ispirare tutte le iniziative, al di là dei particolarismi, perché non vi è salvezza per nessuno al di fuori di una battaglia complessiva per salvare tutta la scuola media dalla deriva.
Roma 18 marzo 2004