Scuola: il Ministro Patrizio Bianchi incontra i sindacati sulle principali tematiche
La scuola al centro del Paese. Sicurezza, organici, stabilità lavorativa e un rinnovo del contratto di lavoro all’altezza della situazione. Rimuovere subito il vincolo quinquennale per docenti e Dsga neo assunti. Rinviate le elezioni del CSPI.
Mercoledì 24 febbraio 2021 il Ministro Patrizio Bianchi ha incontrato le organizzazioni sindacali, dando così ufficialmente l’avvio alle relazioni sindacali.
Le memorie della FLC CGIL consegnate al Ministro Bianchi.
Fin dall’esordio il ministro ha sottolineato l’importanza degli incontri con i sindacati per la costruzione di un dialogo proficuo che permetta di affrontare in sintonia le emergenze della scuola, preesistenti alla pandemia ma che la pandemia ha certamente aggravato.
Per questo il ministro ha esposto alcuni temi sui quali ritiene sia necessaria la costituzione di appositi tavoli di discussione e confronto, anche perché questo deve essere un anno fondante di una diversa idea di scuola. Il Ministro ha sintetizzato posizioni che sono già presenti nel Rapporto del 13 luglio 2020 la cui pubblicazione, nel giorno stesso del suo insediamento, ha voluto rappresentate, come sottolineato nel suo intervento, la presa in carico da parte del suo ministero delle problematiche e delle prospettive in esso presenti. In apertura della riunione ha anticipato che le elezioni per il rinnovo del Consiglio superiore dell’Istruzione, organismo che può dare un contributo importante allo stresso ministro sulle tematiche scolastiche, saranno rinviate a causa del perdurare della pandemia.
Il ministro Bianchi ha sottolineato che è prioritario ridare piena dignità alle persone che insegnano, è un punto di partenza imprescindibile: vale per gli insegnanti, per i quali è doveroso rivedere il sistema di reclutamento nonché di formazione in ingresso e in itinere, ma anche per i ragazzi, che sono persone in formazione e hanno bisogno di figure di riferimento utili al loro percorso, figure ben rappresentate all’interno della comunità educante. È importante ribadire che la scuola è sempre stata aperta e di questo bisogna essere grati in primis ai docenti e a tutto il resto del personale.
È necessario valorizzare le risorse che abbiamo: “anche perché le risorse sono tali se sono umane, se sono risorse umane”.
Bisogna rivedere e valorizzare l’istruzione professionale fino e oltre gli ITS: non è un generico discorso di più dignità, ma di corretto orientamento degli alunni, parte fondante di un paese che vuole crescere.
Bisogna fare in modo che ci sia tutto il personale scolastico in servizio già il 1° settembre: per questo va ripreso il tema della mobilità nel tentativo di superare difficoltà e criticità attuali.
Infine è importante il rapporto con il territorio e dunque è importante rilanciare l’autonomia scolastica e questo va fatto partendo da un’azione nazionale che veicoli un’idea unitaria: garantire a tutti i livelli essenziali di istruzione e mettere ciascuno nella condizione di raggiungerli.
L’autonomia parte da chi la responsabilità ed il ruolo della valutazione, parte fondante del senso della scuola e degli insegnanti. Per questo è giusto rivedere anche gli esami di maturità - che non devono essere dei quiz ma un elaborato che sintetizzi tutto un percorso di formazione - e deve essere rivisto il ruolo delle prove Invalsi: non sono sostitutive dell’azione dei docenti né hanno una valenza ispettiva. Le prove sono uno strumento per poter avere dati e delineare politiche per tutta la scuola e per innovarla.
Bisogna lavorare sul Recovery Plan e Next Generation EU, per dare vita ad un progetto di ripartenza, che abbia al centro la lotta alla dispersione scolastica, alla povertà educativa, e per ripensare tutta la filiera educativa professionalizzante, sui luoghi e i tempi della scuola.
Nel suo intervento il segretario generale Francesco Sinopoli è ritornato su molti punti toccati dal ministro. In più ha sottolineato che l’uscita dalla crisi deve passare da un ripensamento del nostro modello di società, secondo un’idea incentrata sulla connessione fra salute, clima, lavoro, giustizia sociale, ma anche istruzione.
La scuola ha il compito di aumentare complessivamente i livelli di istruzione del nostro Paese: si deve perciò ripartire da investimenti e scelte concrete, come l’ampliamento del tempo scuola e l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni, come strumenti per combattere differenze sociali, povertà educativa e dispersione scolastica.
Bisogna modificare la politica degli organici per combattere lo spopolamento delle aree interne e del Mezzogiorno.
Ma c’è da affrontare le emergenze, per questo bisogna:
- accelerare il piano vaccinale del personale della scuola
- centralizzare tutte le decisioni sulla DAD, evitando decisioni e soluzioni differenziate tra le diverse Regioni
- aggiornare i protocolli di sicurezza all’evoluzione dell’epidemia;
Sulla vaccinazione segnaliamo l’urgenza, affinché venga raggiunto quanto prima tutto il personale scolastico (compresi gli ultra 65enni che seppur limitatamente sono presenti nella scuola) e si debba ricorrere alla DaD solo in via residuale.
In materia di sicurezza occorre fornire subito alle scuole indicazioni e procedure certe e sicure, soprattutto adeguate ai vari contesti ed alle varie attività (dai serali ai laboratori, dai PCTO alle scuole dell’infanzia).
Sul recupero degli apprendimenti, Sinopoli ha ribadito la nostra netta contrarietà a un allungamento dell’anno scolastico. Il problema del recupero degli apprendimenti scolastici, laddove si pone, non è uguale in tutte le regioni e in tutte le scuole. È necessaria dunque una strategia diversificata affidata alle singole scuole, ma anche per questo sono necessari organico e risorse aggiuntive e ridare centralità degli organi collegiali, a cui spetta la responsabilità didattico organizzativa e la garanzia della libertà di insegnamento.
Tutto questo ha bisogno di investimenti, l’autonomia ha bisogno di risorse: per recuperare gli apprendimenti non sono necessarie le settimane a giugno, ma bisogna fornire alle scuole mezzi e risorse per organizzare attività durante tutto l’arco dell’anno, in periodo anche coincidente con il calendario scolastico.
È importante avviare subito un discorso sulle procedure semplificate da mettere in atto per assumere in ruolo già a settembre i docenti con 3 anni di supplenza quale prima misura per eradicare il precariato della scuola che sfiora le 220mila unità. Lo stesso discorso vale per il concorso riservato degli amministrativi che per anni hanno svolto le funzioni di Dsga, anche se sprovvisti di titoli di studio specifici ma dotati di grande professionalità e di esperienza maturata sul campo. Il tema del personale ATA va visto comunque nella sua interezza attraverso il rafforzamento delle dotazioni organiche di collaboratori scolastici e degli assistenti.
Va poi calendarizzato subito un incontro con le organizzazioni sindacali sul Recovery Fund e uno specifico sulle tematiche della dirigenza scolastica. Quest’ultime sono assai ampie e richiedono una particolare attenzione da parte del MI, stanti le difficili condizioni di lavoro dei dirigenti - particolarmente pesanti per i molti dirigenti in servizio in regioni diverse da quelle di residenza - e le tante problematicità che si riversano sulle scuole a causa della pandemia.
Sinopoli ha raccolto l’invito a iniziare un ragionamento sul sistema nazionale di valutazione: questo attuale non serve, ma ne serve uno che permetta di fare scelte conseguenti. Abbiamo bisogno di dati, con rilevazioni mirate e funzionali a risolvere problemi specifici, che rendano forti le autonomie scolastiche all’interno di un sistema nazionale cooperativo e non competitivo.
Infine Sinopoli ha sottolineato l’importanza di riprendere temi contrattuali come la mobilità, ma soprattutto il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, che deve essere dentro la discussione delle risorse per la valorizzazione del personale scolastico.
Il Ministro alla fine dell’incontro ha ringraziato i sindacati per il loro contributo, auspicando una continuità nelle relazioni sindacali tanto più necessaria quanto importanti sono i temi da affrontare che richiedono l’impegno e il contributo di tutti.
Da parte sua, il ministro Bianchi si è impegnato ad avviare immediatamente i primi tavoli di lavoro: un primo tavolo che ha come prospettiva immediata il primo settembre, nel quale saranno affrontati il tema degli organici, del precariato, del reclutamento e dell’avvio del nuovo anno scolastico; un secondo tavolo sulla mobilità, il terzo tavolo, di prospettiva più ampia, sul Recovery fund e sugli investimenti per riportare la scuola al centro del Paese.
Su tutti e tre i tavoli ha dichiarato la consapevolezza delle enormi difficoltà e della complessità delle tematiche in campo ma allo stesso tempo l’impegno ad affrontarli insieme.
Ha infine sottolineato la consapevolezza che esiste l’urgenza di avviare la trattativa per il rinnovo contrattuale che dovrà farsi carico di ragionare su molti degli attuali istituti segnati dal tempo.
In conclusione ha rinnovato la richiesta a tutte le organizzazioni sindacali di ringraziare il personale della scuola per l’enorme lavoro che sta facendo in questo momento.