Scuole paritarie e numero minimo di alunni per classe: un regalo ai diplomifici
Con una nota di giugno, applicativa di due sentenze del Tar del Lazio passate in giudicato, il Miur ri-consente l'apertura di classi con meno di 8 alunni nelle scuole paritarie.
Che il fenomeno dei diplomifici non fosse affatto finito lo sapevamo da tempo. Come pure sapevamo da tempo che questo genere di attività da parte di alcuni gestori ha continuato ad operare in maniera latente tanto da rappresentare ancora oggi un business non indifferente. Lo dimostrano i più recenti fatti di cronaca verificatasi proprio a ridosso degli esami di maturità con il caso della scuola paritaria di Poggiomarino. Altro che tolleranza zero come sostiene la Gelmini! E il fenomeno non riguarda solo i privatisti alla maturità ma gli esami di idoneità nelle classi intermedie.
Ora con la Nota 4334 del MIUR del 24 giugno u.s., pubblicata solo di recente e avente per oggetto Scuole paritarie: numero minimo di alunni per classe, il fenomeno tenderà ovviamente ad implementarsi proprio perché annulla il numero minimo di alunni per classe già stabilito ad 8 dalla lettera f) comma 2, dell’art. 1 del D.M. 267/2007.
E’ vero che la nota del Miur in questione dà ottemperanza a due sentenze n. 7265/09 e n. 7269/09 del Tar del Lazio Sez.III Bis, però è altrettanto vero che il MIUR quelle sentenze non le ha appellate, tant’è che sono passate in giudicato e quindi rese efficaci. Ad oggi non conosciamo le motivazioni giuridiche del perché il MIUR non abbia promosso ricorso al Consiglio di Stato, fatto sta che così facendo non solo è stato annullato il dispositivo di cui alla lettera f), comma 6, dell’art. 1 del D:M: 267 citato, ma viene ridato ossigeno a quelle scuole paritarie consentendo loro di aprire classi, in particolare nelle secondaria superiore, senza vincoli sul numero degli alunni, tese a rafforzare quella piramide rovesciata tipica dei diplomifici.
In tempi non sospetti avevamo giudicato il ricorso al D.M. 267/2007 da parte del MIUR uno strumento non del tutto efficace per arginare gli effetti di un fenomeno tristemente radicato nel nostro sistema scolastico proprio perché al suo interno presentava alcune criticità rispetto alla stessa legge di parità che andavano risolte con lo strumento legislativo e non con la decretazione ministeriale.
Eppure non è mancato da parte dell’Amministrazione l’opportunità di correggere le contraddizioni per via legislativa e i vuoti presenti nella legge 62/2000. Invece l’allora Ministro Moratti, in occasione della legge n. 27 del 3 febbraio 2006 ignorò il problema rinviando il tutto alla regolamentazione per decreto ministeriale. Non è un caso infatti che il Tar, accogliendo in parte le doglianze dei ricorrenti, ha dichiarato nulla la citata norma invocando l’eccesso di potere limitatamente alla norma in questione.
Vale la pena però ricordare che il parametro del numero minimo di alunni per classe nelle paritarie era stato introdotto proprio dal ministro Fioroni per arginare quel fenomeno sopra ricordato. Un numero di alunni per classe inferiore ad 8, con particolare riferimento alla secondaria superiore dove si annidano i diplomifici, non poteva essere considerato congruo per l’economicità di una classe perchè insufficiente a garantire al personale le retribuzioni contrattualmente definite.
L’aver sdoganato quel vincolo significa quindi rilanciare il ricorso al lavoro nero e irregolare che guarda caso sembra, come ci indicano i dati dell’Istat e le stesse nostre indagini, in crescente crescita soprattutto in quelle scuole paritarie strutturate a diplomifici.
Paradossalmente le scuole paritarie potranno quindi formare classi anche con un solo alunno. Ma la cosa più paradossale, senza richiamare gli interventi diametralmente opposti imposti dalla Gelmini nella costituzione delle classi nella scuola statale, è rappresentata dal fatto che il lavoro nero, irregolare e sottopagato ovvero una delle piaghe più difficili da estirpare in questo nostro paese, ha l'ennesima occasione per continuare a crescere indisturbato e per certi versi legittimato. Altro che tolleranza zero! Altro che proclami! Altro che lotta all’evasione fiscale, retributive e contributiva annunciata dal governo!
Il Ministro se vuole effettivamente combattere il lavoro nero e irregolare nella scuola privata paritaria e non gli strumenti li ha. Basta semplicemente che imponga alle scuole in questione l’applicazione dei ccnl attraverso una efficace attività ispettiva affidata di concerto al MIUR e al Ministero del Lavoro. In caso di assenza di tali requisiti revochi alle scuole inadempienti la parità scolastica.