Scuola: seconda giornata del Laboratorio per l’Istruzione Tecnica e Professionale
Seconda giornata dedicata al Laboratorio, con alcune variazioni di programma che hanno vivacizzato la mattinata innescando la giusta protesta dei sindacati.
Le intimidazioni della polizia nei confronti di un’iniziativa di volantinaggio programmata dai tre sindacati unitariamente e comunicata alle forze dell’ordine, ha prodotto la reazione delle forze sindacali. L’intervento delle Confederazioni sindacali e delle autorità ministeriali ha poi ricomposto la situazione, ai partecipanti sono stati distribuiti i volantini contenenti la protesta sindacale per il mancato rispetto degli accordi da parte del Governo ed è stata comunicata alla sala la ragione della protesta.
Per il resto la mattinata si è dipanata secondo programma, con l’intervento, in apertura, del Presidente del CENSIS Giuseppe De Rita, a cui hanno seguito sommarie presentazioni dei lavori di gruppo svolti nel pomeriggio precedente, e 5 interventi: della Rappresentante della Conferenza dei Presidenti delle Regioni Silvia Costa, del sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale Antonio Montanino, del presidente dell’UPI Fabio Melilli, di Giorgio Santini (CISL) in rappresentanza delle tre confederazioni sindacali CGIL CISL e UIL, del vice presidente di Confindustria per l’Education, Gianfelice Rocca.
A seguire un intervento del ministro Fioroni e le conclusioni tenute dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi.
Nel suo intervento il ministro Fioroni ha annunciato l’intenzione di tenere ferma la distinzione fra i due percorsi, quello tecnico e quello professionale, di voler procedere ad una riduzione oraria che non penalizzi le discipline professionali, di avviare un reclutamento della dirigenza scolastica con criteri certi di merito e capacità, di avviare una formazione continua per i docenti fondata su una didattica specifica per tali istituti, di portare a compimento l’applicazione del Titolo V della Costituzione, di attribuire pienamente al sistema delle Regioni il compito di attribuire qualifiche e diplomi professionali, e di consolidare i Poli tecnico professionali distinti dai Poli formativi.
Apprezzabile e condivisibile l’affermazione riguardante il carattere di questi istituti, cioè quello di comunità educante e non di azienda, fondata su un rapporto costi-benefici come beneficio sociale da conseguire attraverso l’inclusione di tutti. Affermazione che necessita di maggiore coerenza e consequenzialità di quanto ha avuto finora nelle politiche scolastiche anche di questo governo.
Il Presidente Prodi, ricordando l’importanza dell’istruzione tecnica per il nostro sistema produttivo ha invitato a non lasciare da sola la scuola, ha ricordato il grande lavoro che bisogna mettere in cantiere per realizzare quanto contenuto nell’art. 13 della legge 40/07, ha indicato la necessità di chiarire il ruolo del post diploma in relazione al triennio universitario, di mettere in atto azioni perequative sul territorio nazionale così differente come insediamenti produttivi e di procedere alla cura delle condizioni con cui si espleta il lavoro docente per quanto riguarda reclutamento e aggiornamento.
Le nostre valutazioni:
- vero e proprio convitato di pietra di questo convegno, l’innalzamento dell’obbligo di istruzione e il progetto di biennio unitario. Sarebbe sbagliato e da noi non condiviso un innalzamento dell’obbligo che lasci sostanzialmente le cose come stanno, non incidendo minimamente in quel tratto di cultura gentiliana che informa così profondamente la nostra scuola e il senso comune dei cittadini producendo i presupposti per una distribuzione degli studenti in base alla classe sociale e non in base a scelte vocazionali.
- Evidente la centratura su un’istruzione tecnica e professionale di stampo industrialista, completamente assente una riflessione sulle altre tipologie di questi istituti, da quella commerciale a quelle turistica e alberghiera a quella agraria o di servizi e attività sociali.
- La distinzione fra tecnici e professionali, accuratamente rimarcata e non ben disegnata, affida comunque ai professionali un ruolo più sociale che culturale in quanto pensata per accogliere in gran parte studenti extracomunitari
- Il rapporto virtuoso con l’impresa è in realtà non così denso di prospettive positive, come tendevano a dimostrare gli interventi, infatti, come ha fatto giustamente notare il rappresentante sindacale, il tipo di manodopera che l’attuale impresa occupa maggiormente è una manodopera non qualificata, che paga poco e da cui pretende in cambio disponibilità assoluta. Sono lontani i tempi in cui le professioni tecniche intermedie hanno contribuito a creare sviluppo per il nostro Paese.
Roma, 16 maggio 2007