Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Scuola » Scuole italiane all'estero » Adesione delle scuole italiane in Germania allo sciopero del 30 ottobre

Adesione delle scuole italiane in Germania allo sciopero del 30 ottobre

Risoluzione votata dai rappresentanti sindacali in Germania della FLC Cgil e UIL scuola.

29/10/2008
Decrease text size Increase  text size

Risoluzione delle OO.SS. Scuola - Germania

I provvedimenti finanziari del governo Berlusconi, tramite la ministra Gelmini, si sono rivelati un forte attacco alla scuola pubblica italiana. Essi distruggono non solo le basi storiche e costituzionali, ma anche i risultati di efficacia ed efficienza recentemente raggiunti dalla scuola elementare italiana dei moduli.
In questo preoccupante momento storico, in cui si assiste ad un grave deficit di democrazia, e per i contenuti di alcune leggi, ma soprattutto nei modi con cui la classe dirigente governa a colpi di decreti e successivi emendamenti, è estremamente importante difendere l'istruzione pubblica in Italia, superando eventuali divisioni e posizioni ideologiche.

E' inconcepibile sostenere che "una buona scuola, non ha bisogno di soldi" e giustificare così i pesantissimi tagli annunciati per la scuola statale, mentre sono aumentati i finanziamenti a quelle private.

Si tratta di ben 8 miliardi di euro in tre anni! E del licenziamento di oltre 100 mila lavoratori della scuola: dal 2011- 87mila docenti e 44mila non docenti in meno. Lo prevede il piano programmatico predisposto dal Ministero dell'istruzione per dare attuazione al decreto. Dall'anno prossimo il governo conta di cancellare oltre 42mila posti di lavoro. Il grosso dei tagli nella prima fase sarà rappresentato dalla revisione degli organici delle elementari e delle medie. Questa operazione, da sola, lascerà sul tappeto più di 20.000 cattedre già dal 1° settembre 2009. Il resto dei tagli avverrà aumentando il numero degli alunni per classe e cancellando le cattedre degli insegnanti specialisti di lingua inglese alle elementari, eliminando le ore a disposizione dei docenti delle secondarie, riempiendo le cattedre a 18 ore. Gli stessi criteri saranno adottati gli anni successivi anche diminuendo il numero delle scuole a tempo pieno e a tempo prolungato. Per il personale non docente i tagli riguarderanno direttamente i profili. Il grosso ricadrà sui collaboratori scolastici e gli assistenti amministrativi.

Convinti che non agire contro significhi non soltanto essere complici di tale distruzione della scuola, ma anche essere rassegnati alla ignoranza e alla incompetenza dimostrata in ambito scolastico da chi ci governa, anche i docenti italiani in Germania, dipendenti dal MAE aderiscono allo SCIOPERO indetto per il giorno

30 OTTOBRE 2008

Da parte di tutti i gli italiani in Germania, ma in particolare da parte dei docenti dipendenti dalle autorità locali, si esprime grande solidarietà verso il personale che vi aderisce, come pure la completa condivisione delle ragioni di tale azione.
Oltre alle conseguenze del Decreto Gelmini, ci sono gli ulteriori tagli alla scuola e alle istituzioni scolastiche ed educative italiane all'estero previsti dal governo nella finanziaria 2009. che si aggiungono a quelli già operati prima dell' estate a seguito del DL 93/08, il che significa una pressoché totale compressione degli interventi, delle risorse e dell'organico. L'istruzione italiana all'estero va riformata, non smantellata!
Non solo vengono drasticamente ridotti gli interventi dello Stato a sostegno di noi all'estero, ma si cerca di demolire- tagliando le risorse - l'intera rete che, in tutti questi anni, ha rappresentato il punto di riferimento per la nostra emigrazione e lo strumento principe della nostra politica culturale in Europa e nel mondo.

Il drastico, incomprensibile e ingiustificato ridimensionamento della rete scolastica rischia di portare la nostra politica culturale in Europa e nel mondo ad un inesorabile declino in quanto riduce l'intero sistema dell'istruzione pubblica ad una inaccettabile cultura aziendalista.

Lo schema di piano programmatico del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze di cui all'art. 64 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133", così recita:

"Saranno rivisti gli istituti giuridici che comportano comandi, collocamenti fuori ruolo, utilizzazioni ecc.., onde ridurre allo stretto necessario la incidenza della spesa rappresentata dal pagamento dei supplenti in sostituzione. La revisione degli ordinamenti scolastici con una riduzione generalizzata del monte ore settimanale di insegnamento e la definizione di nuovi criteri per la formazione delle classi e degli organici, determinerà una riduzione strutturale della spesa. Quand'anche in via temporanea, in alcuni ambiti, si determinassero situazioni di soprannumero, riassorbibili con i successivi pensionamenti, si determinerebbe comunque una economia a seguito dell'utilizzo di tale personale per le supplenze e, nella scuola primaria, per fronteggiare le richieste delle famiglie di un ampliamento del tempo".

Tali riduzioni porterebbero da 82 a 32 milioni di euro i capitoli di spesa per i connazionali nel mondo, comprese le iniziative di rappresentanza oltre a quelle di carattere culturale ed economico.

Per questo anche l'INTERCOMITES di Germania ed Austria è intervenuto con un documento, qui riasssunto negli aspetti essenziali, in vista della Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo:
"Sono venute meno le aspettative della Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo"
"Non invieremo all'ambasciata di Berlino i nominativi dei delegati scelti per l'incontro......Pur rendendosi conto della difficile situazione economica che sta attraversando il Paese, riteniamo che un taglio del genere porterebbe al blocco di tutte le strutture, sia degli organismi preposti per rappresentare la comunità all'estero, sia delle rappresentanze consolari-diplomatiche".

Lo sciopero generale del 30 ottobre 2008, indetto anche per il personale all'estero, ha l'obiettivo di unificare il vasto movimento di opposizione per costringere il governo a rivedere le proprie scelte e aprire il confronto, necessario per contribuire ad elevare la qualità dell'intero sistema nazionale di istruzione sia in Italia che all'estero.
Infatti in tale manovra sono previsti tagli sconsiderati alla scuola secondaria, all'università, agli enti di ricerca, alle accademie e ai conservatori. Tale manovra delinea ancora di più quanto in Italia siamo ancora distanti e ci stiamo ancora di più allontanando, non solo dagli obiettivi di Lisbona, ma anche da quello che le altre nazioni più lungimiranti stanno facendo. La manovra del Governo sta minando alla radice il ruolo stesso delle università e degli istituti di ricerca: viene sferrato un attacco senza precedenti al ruolo della conoscenza, alle istituzioni che operano per farla crescere e per diffonderla ed a quanti in esse operano.

Secondo il governo le università, come gli istituti secondari di istruzione, dovrebbero rifondarsi come FONDAZIONI, dipendenti da supporti economici esterni. L'aumento delle tasse universitarie è scontato, come pure una più forte selezione.
Gli studenti italiani provenienti dall'estero vedrebbero cosí aumentare gli ostacoli all'accesso all'istruzione ed alle università pubbliche, benché anche le loro famiglie comunque contribuiscano a finanziarle

Anche gli istituti di ricerca vengono collassati: si calcola che con la manovra ben 2000 posti di lavoro di ricercatori - precari- non verrebbero più confermati, malgrado il fatto che senza di loro la ricerca non potrà più procedere.
Alle tante iniziative promosse sul territorio nazionale dai sindacati unitariamente, dagli studenti e dalle famiglie, che evidenziano un vasto fronte di protesta, si aggiunge anche il nostro dissenso come voce della comunità italiana in Germania.
Infine, proprio perché viviamo la situazione di chi, a qualsiasi titolo è emigrato temporaneamente o stabilmente,
Rifiutiamo l'idea delle classi differenziali, anche se definite "ponte" per la scolarizzazione e l'istruzione degli alunni stranieri in Italia.
Questo è anche uno dei motivi del nostro sciopero all'estero.

Non solo siamo contrari di principio a qualsiasi forma di segregazione e sosteniamo che l'integrazione riesce solo attraverso esperienze di relazioni multiple, ma anche dal punto di vista pedagogico-didattico le classi-ponte non apportano nessun risultato positivo e parliamo per cognizione di causa, visto che tale sorte è toccata e tocca ancora oggi molti alunni italiani in Germania.

Sosteniamo quindi la battaglia contro quest'ulteriore offesa al diverso proprio nella difesa della memoria di noi diversi all'estero ed alleghiamo a tal fine la testimonianza che Liana Novelli, presidentessa del Coordinamento Donne Italiane di Francoforte ha inviato di recente ad una trasmissione radio in Italia:

tabloid@rai.it
Sent: Wednesday, October 22, 2008 10:02 AM
Subject: classi ponte

Non è tanto il disappunto per...... quanto la gravità della situazione e l'insipienza di chi trascura di dare uno sguardo oltre frontiera per non scoprire altarini scomodi, che mi indigna. Non sarebbe il caso di aprire un dibattito sull'istruzione, che noi non abbiamo dato ai nostri emigranti, mandandoli allo sbaraglio in terra straniera (come faceva De Gasperi a raccomandare agli italiani di imparare le lingue, ben sapendo che il tedesco non si impara ad orecchio, specie da chi non ha una conoscenza adeguata dell'italiano?) e sul livello di istruzione che portano invece con sè gli immigrati nel nostro paese?.....
Le classi ponte da noi in Germania si chiamavamo classi di inserimento, funzionanti dagli anni settana all'inizio degli anni ottanta. Sono state abolite, perchè non hanno mai inserito nessuno e i vari Länder hanno tratto le conseguenze. Per gli italiani,che ne sono stati i primi e più assidui frequentatori, sono servite a mantenere l'illusione del ritorno e hanno di fatto ostacolato lo sforzo di imparare il tedesco in maniera adeguata .....tant'è che ancora oggi,alla terza generazione, siamo la nazionalitá con la maggiore frequenza della scuola differenziale (quella per chi ha difficoltá di apprendimento,che ancora-purtoppo- qui esiste) e la minore nei ginnasi e nelle università. Per intenderci, tutti gli altri....fanno progressi, solo noi no. Abbiamo una percentuale di disoccupati doppia della media federale, dovuta alla mancanza di licenza media e preparazione professionale. Forse la lega ed il governo tutto dovrebbe dare uno sguardo a quelle che sono le difficoltà degli italiani in emigrazione, prima di prendere provvedimenti esiziali.... che forse non danneggerebbero altrettanto gli stranieri in Italia, dato che noi abbiamo mandato via 27 milioni di semianalfabeti, mentre da noi vengono ingegneri a lavorare in fabbrica e insegnanti a fare le badanti (v. Rapporto Fondazione Migrantes)."

Ed i costi di tale discriminazione li paga anche l'Italia ancora oggi!!!!

Laura Berrutti Maurella Carbone
(Uil-Scuola) (FLC Cgil)

Nonno, cos'è il sindacato?

Presentazione del libro il 5 novembre
al Centro Binaria di Torino, ore 18.

SFOGLIALO IN ANTEPRIMA!