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Pubblicate le graduatorie provvisorie per le Scuole Europee. Entro luglio tutte le altre

L’insostenibile lentezza del MAE tra burocrazia, ingiustificati rinvii e inaccettabili disagi.

28/06/2013
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Evidentemente non ci siamo!

Sebbene il MAE abbia annunciato la pubblicazione delle graduatorie permanenti in via provvisoria limitatamente alle Scuole Europee, l’intero sistema continua ad essere massacrato dalla solita politica improvvisata di questo Ministero.

Pare che, nonostante i cambiamenti nell’esecutivo e l’ascesa al dicastero dell’on.le Emma Bonino le cose e soprattutto la politica del MAE continui a muoversi nell’alveo della consueta logica di attendismo e di pressapochismo. Lo dimostra ad oggi il fatto che ancora non è stato definito il contingente per il prossimo anno scolastico; come pure lo dimostra il fatto che ancora non sono stati individuati ufficialmente non solo l’entità dei tagli – circa 57/58 posti in meno, ma nemmeno le eventuali ricollocazioni del personale in esubero. Per non parlare della particolare posizione del personale di Asmara che per effetti dell’accordo bilaterale italo/eritreo sul limite massimo dei permessi di lavoro dovrà essere ricollocato. E ancora si continua a non dire nulla sulla mobilità estero per estero, nonostante che gli effetti del blocco previsto dalla legge n. 10/2010 cessino il 31 agosto del  2013. Una cosa appare certa: nel 2013/2014 non ci saranno partenze dall’Italia, salvo il caso delle scuole europee.

L’assurdo continuismo del MAE con le politiche precedenti rischia non solo di far saltare il sistema largamente compromesso dalla Spending Review, ma di generare effetti disastrosi sulla programmazione delle iniziative scolastiche, sugli impegni assunti con le autorità locali, con l’utenza e con il personale. Siamo ben consci che in questo quadro politico generale il governo ha delle priorità di intervento, però è altrettanto vero che se non vengono rilanciati seri investimenti sulla promozione della lingua e cultura italiana all’estero e sulla nostra politica culturale rinunciamo in maniera pressoché definitiva ad avere un ruolo incisivo all’interno della politica e delle relazioni internazionali.

Forse è giunta l’ora di abbandonare i provincialismi, i corporativismi e i tanti egoismi che in questi ultimi anni hanno condizionato drammaticamente la nostra politica culturale, che potrebbe invece rappresentare il volano per rilanciare il sistema Italia in Europa e nel mondo. Da tempo la FLC CGIL e la stessa CGIL ritengono indispensabile e urgente un riordino legislativo del sistema che, fondato sulla centralità dell’intervento pubblico, ne ridisegni le regole, i diritti, i doveri, le risorse, gli interventi e soprattutto le finalità.