Legge di stabilità: bocciati 3 emendamenti sul servizio all’estero
Sventato il tentativo di intervenire in maniera estemporanea e scorretta sulle scuole italiane all’estero. La FLC CGIL condanna duramente questi tentativi di destabilizzazione.
Sono stati bocciati tre emendamenti che avevano come oggetto le istituzioni scolastiche italiane all’estero, presentati in V commissione Bilancio al Senato.
Gli emendamenti prevedevano la possibilità per le scuole italiane all’estero di assumere personale in loco con contratti locali, una ulteriore proroga da 9 a 12 anni per il personale in servizio all’estero e un protocollo d’intesa MIUR/MAECI, per riformare, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di stabilità, la legge 153/73 che regola i corsi di lingua italiana all’estero.
Assumere docenti residenti in loco con contratti locali in Europa costerebbe quanto se non di più che inviare docenti dall’Italia. Ma, soprattutto, si deve tenere sempre presente che questa modalità spianerebbe la strada a assunzioni incontrollate, tramutandosi ben presto nella piaga sociale del precariato. Per il secondo, si sarebbe trattato di una ulteriore proroga, poiché il mandato dei docenti destinatari è già stato oggetto di una proroga per legge da 5 a 9 anni nel 2010. Questo emendamento avrebbe umiliato le legittime aspettative dei docenti che nel 2011 hanno svolto e superato le prove di accertamento linguistico (attese da 6 anni) per essere inseriti nelle graduatorie permanenti dalle quali il MAECI attinge per le nomine. Inoltre, portare a dodici anni il mandato avrebbe significato allontanare sempre più le scuole statali italiane all’estero dal sistema scolastico italiano e creare un corpo a se stante e autoreferenziale e questo sarebbe stato del tutto inaccettabile. Il terzo emendamento faceva invece riferimento a una norma che va sicuramente riformata, ma solo ed esclusivamente all’interno di un intervento legislativo organico dell’intero comparto della promozione della lingua e della cultura italiana all’estero.
È necessario bloccare subito questi interventi estemporanei che mortificano le aspettative dei docenti, abbassano la qualità dell’offerta formativa all’estero e cambiano le regole del gioco. È invece indispensabile, per la FLC CGIL, una reale riforma, che democraticamente sia ispirata alla salvaguardia delle competenze e a una reale progettualità per la diffusione della cultura e della lingua italiana all’estero.