Scuole Italiane all’estero: ordine del giorno del Coordinamento della FLC CGIL
Dopo attenta analisi dello stato del sistema scolastico all’estero, il coordinamento della FLC CGIL Nazionale ha redatto un ordine del giorno di denuncia del fallimento del sistema di selezione definito per legge. Bisogna ritornare alla regolazione contrattuale.
Il coordinamento del personale delle scuole, corsi e lettorati all’estero della FLC CGIL si è riunito dal 18 al 19 dicembre 2019 per analizzare lo stato della situazione del sistema scolastico all’estero.
Dopo un’approfondita analisi dell’avvio dell’anno scolastico, risultato disastroso per le scuole e per i corsi, il coordinamento ha approvato un ordine del giorno per denunciare il fallimento del sistema di selezione del personale, definito unilateralmente per legge (D.lgs 64/2017), che ha determinato notevoli disagi sia al personale in servizio all’estero, che comunque ha operato con grande professionalità accollandosi la sostituzione del personale mancante, sia all’utenza che vive ancora adesso nell’incertezza dell’avvio di molti corsi. Questa situazione può avere comunque pesanti ripercussioni sulla conferma degli stessi corsi per il prossimo 2020-2021 e quindi per la conservazione di alcuni posti.
Ad oggi risultano scoperti circa il 50% dei posti disponibili, che in molti casi non potranno essere coperti prima del prossimo anno scolastico in quanto, a graduatorie esaurite, sarà necessario un nuovo bando.
Il coordinamento, preso atto anche dello sforzo del personale MIUR nello scorrimento delle graduatorie, ha sottolineato che la materia deve essere ricondotta alla regolazione contrattuale, in modo da garantire maggiori certezze e tutele per il diritto allo studio degli alunni e per il diritto al lavoro del personale interessato alla mobilità professionale verso l’estero.
Il coordinamento ha inoltre analizzato il nuovo CCNI MOF 2019-2020 sottoscritto con MIUR e MAECI, sul quale sono stati espressi giudizi positivi perché riconduce pienamente alla contrattazione le risorse per il salario accessorio all’estero e perché restituisce maggiore autonomia dei collegi dei docenti.
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Il coordinamento estero della FLC CGIL riunitosi il 18 e 19 dicembre presso la sede della FLC Nazionale denuncia la difficoltà di avvio anno scolastico legata all’individuazione del personale da destinare alle scuole, ai corsi ed ai lettorati all’estero: i gravi ritardi e le disfunzioni sono tali che
- molti corsi non sono partiti ancora
- alcune scuole hanno dovuto ricorrere ad un orario ridotto a discapito del diritto allo studio, nonostante l’assegnazione forzata ai docenti di ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi non ancora individuati.
Ad oggi ci sono ancora
- 1 posto assegnato ma non occupato dal DSGA ad Istanbul;
- 11 posti docenti da coprire perché le graduatorie sono già esaurite;
- 47 posti docenti ancora da coprire perché si sta procedendo all’individuazione del personale attraverso lo scorrimento delle graduatorie
- 17 posti docenti ancora da coprire in attesa del visto dell’UCB
(per un totale di 75 posti liberi da coprire su 146 posti docenti da assegnare).
Tali disfunzioni hanno determinato enormi problemi nelle scuole e nei corsi, alcuni dei quali sono stati soppressi già nell’a.s. 2019/20 facendo venire meno l'impegno del MIUR e del MAECI e mettendo a rischio per l’a.s. 2020/21 la conferma dei posti di lavoro.
Pertanto il coordinamento sottolinea il grande sacrificio e la professionalità del personale all'estero che si è prodigato per permettere il normale avvio delle attività didattiche e denuncia il palese fallimento del sistema di selezione del personale dovuto ad una norma di legge (D. Lgs. 64/2017) che è intervenuta in modo unilaterale ed invasivo su una materia che anche per l'Aran (dichiarazione congiunta del 9 maggio 2019) deve tornare ad essere regolata attraverso la contrattazione nazionale.
Il coordinamento considera il sistema delle scuole italiane, dei corsi e dei lettorati all’estero una risorsa strategica per il Sistema Paese e per la crescita professionale del personale, pertanto ribadisce la necessità di riportare la materia all’interno della contrattazione nazionale, in modo da garantire maggiori certezze e tutele per il diritto allo studio degli alunni e per il diritto al lavoro del personale interessato a questa procedura di mobilità professionale.