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Secondo Ciclo. Locandina ministeriale sul recupero dei debiti

Chiarimenti per gli studenti. In un'ordinanza di prossima pubblicazione quelli per gli insegnanti e i dirigenti scolastici.

23/10/2007
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Per fare fronte all’agitazione studentesca contro la “restaurazione degli esami di riparazione”, che alcune settimane fa si è manifestata nei cortei che hanno attraversato molte città italiane, il Ministero ha deciso di pubblicare in internet e probabilmente inviare alle scuole una locandina dal titolo “Facciamo chiarezza - Le nuove modalità di recupero dei debiti scolastici”, sormontato dall’imperativo “Kill the debit”, la quale, si presume, dovrebbe essere appesa agli albi scolastici.

In essa infatti il Ministero si rivolge direttamente agli studenti, tanto da chiamarli in causa, accoratamente, con la seconda persona plurale (anche se il testo inizia alla terza persona singolare con un neutro e solenne: “Il 42% degli studenti viene promosso con debiti. Solo 1 su 4 li recupera.”).

Nel testo sono poi ribadite le motivazioni che hanno portato il Ministero alla scelta, nonché la validità delle misure per attuarla, la sufficienza delle risorse e quant’altro. Vi traspaiono anche le risposte all’ordine del giorno votato dal Senato: non si tratterebbe di un nuovo esame di riparazione ma solo di una nuova modalità di attuazione degli interventi di recupero.

Il Ministero ha dunque scelto di dare la precedenza alla pubblicità della propria iniziativa rispetto ai chiarimenti che la stessa richiede per attuarla. Nelle scuole infatti c’è già chi si chiede quanto ci sia di prescrittivo e quanto di volontario nelle cose da fare, come si farà a convocare a settembre per un consiglio di classe definitivo insegnanti trasferiti o magari già in pensione oppure se tutto non dovrà essere fatto comunque ad agosto, anticipando il rientro dalle ferie, chi sono i “docenti esterni” a cui si può ricorrere ecc.

Dalle note che accompagnano la locandina si evince che le risposte a queste domande potrebbero trovarsi in un’ordinanza ministeriale in gestazione. Ad essa farebbe seguito uno spazio per quesiti, già predisposto sul sito del Ministero, ma che sarà attivato solo dopo la pubblicazione dell’ordinanza.