Seminario di studio: "innovare l'istruzione degli adulti"
Il Miur ha organizzato un seminario di approfondimento sulle tematiche dell'apprendimento permanente.
Nei giorni scorsi, il Miur ha tenuto un seminario di approfondimento sulle tematiche dell’apprendimento permanente.
Il seminario ha permesso di presentare le esperienze maggiormente significative presenti sul territorio e il confronto tra i soggetti che agiscono in questo settore anche nella prospettiva della riorganizzazione prevista dalla legge 133/08 art 64.
Nel corso del seminario gli interventi hanno evidenziato principalmente che:
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Il tasso di scolarizzazione ancora troppo basso per gli adulti non permette la mobilità sociale, il tema dell’istruzione deve quindi riguardare non solo l’accesso al mondo del lavoro ma anche l’educazione degli adulti. C’è la necessità di costruire percorsi integrati in sinergia con tutti i soggetti che partecipano alla formazione continua.
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Il settore dell’educazione degli adulti è stato un settore laboratorio di iniziative innovative che non sempre sono state utilizzate successivamente negli altri settori del sistema scolastico. La discussione e l’utilizzo delle conoscenze formali e non formali ne sono un esempio.
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I risultati statistici del monitoraggio nazionale EDA evidenziano che la tipologia di offerta formativa prevalente è rappresentata da corsi brevi modulari, di alfabetizzazione funzionale, i quali rappresentano circa il 54,75% degli interventi formativi per adulti offerti dalle scuole. Inoltre partecipano ai corsi in massima parte gli adulti di età compresa tra i 15 e 29 anni in particolare nei corsi di alfabetizzazione culturale. I migranti adulti rappresentano circa il 37% dell’utenza, mentre la frequenza ai corsi modulari di alfabetizzazione funzionale è rappresentata per circa il 90% da italiani.
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Siamo in presenza di un invecchiamento della popolazione in età lavorativa, c’è la necessità di intervenire sulle competenze dell’età adulta. Anche se negli ultimi anni sono cresciuti i livelli di formazione degli adulti la quota di diplomati resta ancora bassa, solo un intervento di formazione continua può mantenere i tassi di occupazione alti tra le fasce di lavoratori over 45. Bisogna incentivare maggiormente il passaggio dalla formazione strettamente professionale ad una formazione permanente più ampia anche con una maggiore collaborazione tra le differenti agenzie formative.
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Poco meno del 7% della popolazione italiana è privo del titolo di studio. Il 26% ha solo la licenza elementare, poco più del 30% ha conseguito al massimo la licenza media. Circa il 5% della popolazione tra i 15 e i 65 anni, pur avendo frequentato la scuola trova difficoltà nella comprensione di informazioni di base. L’educazione degli adulti dovrebbe garantire a tutti il diritto al life long learning, il sostegno cioè a quel apprendimento che consente, nel corso della vita di adeguarsi al cambiamento nei contesti sociali e di lavoro e di esprimersi come cittadini.
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Valorizzazione delle strutture che operano nel settore della formazione degli adulti. C’è la necessità di ben definire un sistema che garantisca standard di riferimento per le competenze, che crei continuità tra il sistema d’istruzione iniziale e l’educazione degli adulti.
Nelle conclusioni il direttore generale del MIUR ha posto in evidenza la volontà di riprendere il processo normativo inerente tutto il settore dell’apprendimento permanente interrotto con il cambio di governo. A breve scadenza c’è la necessità di emanare un DL per la riorganizzazione dei CIPIA prevista dall’art. 64 della legge 133/08 nel contesto della riorganizzazione della rete scolastica. Oggi sono presenti 1667 sedi di centri per l’erogazione di educazione per adulti, c’è la necessità di intervenire là dove non sono in coerenza con gli standard di riferimento delle istituzioni scolastiche. Il nuovo decreto deve superare la frammentazione difendendo comunque l’identità di questa tipologia d’istituzione sul territorio. C’è inoltre la necessità d’intervenire anche con il riordino dei curricoli in quanto non è sostenibile la pesantezza di quelli attuali .
La nuova proposta si dovrebbe così articolare: considerare l’organico sulla base di un rapporto tra iscritti e frequentanti considerando quindi quelli che vengono scrutinati, superando il concetto di classe; cambiare le norme su scrutini, esami e certificazioni finali; percorsi snelli di circa 1000 ore per la certificazione del percorso di formazione iniziale e il dimezzamento temporale del percorso d’istruzione superiore legato al dl 226/05. Riportare quindi un percorso d’istruzione finalizzato al diploma della scuola superiore al 1+1+1.
Come FLC pur condividendo alcune analisi che sono emerse dalla discussione rileviamo delle evidenti contraddizioni nella messa in atto di azioni consequenziali.
Nuovamente si è evidenziato l’importante ruolo che assume l’educazione degli adulti “quale elemento insostituibile per lo sviluppo di una comunità che voglia essere socialmente il meno squilibrata possibile e offrire a tutti opportunità ed equità” ma nei fatti si individuano parametri per l’individuazione dell’organico legati all’interesse del frequentante alla certificazione finale.
L’interesse dell’anziano a una formazione funzionale alla qualità della vita o l’immigrato interessato alla conoscenza della lingua italiana che dai dati presentati costituiscono la maggioranza dei frequentanti, non saranno conteggiati tra quelli finalizzati ad una certificazione finale. Con quali risorse sarà messo in atto il loro percorso di apprendimento?
Rileviamo infine, che a differenza del passato non è stato convocato alcun incontro con le OO.SS. confederali e di categoria. Ormai il dialogo sociale pare scomparso dall’orizzonte politico di questo ministro, anche su questa materia su cui da sempre abbiamo teso a dare contributi significativi per il suo potenziamento.
Roma, 13 ottobre 2008