Sezioni primavera: un’occasione da cogliere nel rispetto dei diritti dei bambini e del personale coinvolto nella sperimentazione
Un aggiornamento sull’avvio delle sezioni primavera anche alla luce del finanziamento da parte del MPI di altri 203 progetti. Riteniamo utile, inoltre, precisare la nostra posizione su alcuni importanti aspetti relativi ai diritti del personale impegnato nella sperimentazione
Con l’accordo Stato-Regioni del 14 giugno u.s. si è data attuazione a quanto previsto dal comma 630 della Legge Finanziaria che aveva indicato nelle sezioni primavera, rivolte a bambini tra i 24 e i 36 mesi, la possibilità di dare - in forma sperimentale (e in alternativa agli anticipi introdotti dalla Moratti), una ulteriore risposta alla pressante richiesta di servizi socio-educativi per bambini nella fascia di età 0-3.
Le sezioni primavera vanno ad integrare, attraverso una sperimentazione annuale, i servizi per la fascia 0-3 già esistenti nelle varie realtà.
Il nostro giudizio
Come FLC Cgil abbiamo dato un giudizio complessivamente positivo di questa sperimentazione in linea con quanto sempre da noi sostenuto circa la necessità di più servizi educativi e più scuole dell’infanzia ma nel rispetto del diritto dei bambini ad averli di qualità. Il progetto, inoltre, inserito nel POF può trovare le migliori condizioni di sviluppo all’interno del modello proprio dell’autonomia dell’istituzione scolastica. Le esperienze nelle quali è prevista la presenza di bambini sotto i tre anni di età è qualcosa che vive già da tempo in alcune realtà e proprio attraverso queste esperienze si è potuto apprezzare come l’inserimento di bambini così piccoli necessita di condizioni particolari che non ammettono deroghe (rapporto numero educatori/alunni, spazi, materiali, scansione tempi...).
Il nostro giudizio positivo ha quindi sempre tenuto insieme la necessità di dare risposte al diffuso bisogno sociale e di salvaguardare i diritti di bambini così piccoli e quelli del personale al quale sono affidati.
Le risorse
I finanziamenti provengono dall’iniziativa congiunta dei Ministeri della Pubblica Istruzione, delle Politiche per la Famiglia e della Solidarietà Sociale, ciascuno dei quali è intervenuto con un finanziamento di 10 milioni di euro, per un totale di 30 milioni. A questi si sono poi aggiunti altri 5 milioni da parte del solo MPI con l’intento di un riequilibrio in quelle regioni che hanno visto finanziati meno progetti rispetto ad altre. Queste ulteriori risorse hanno consentito l’attuazione di altri 203 progetti.
L’accordo Stato-Regioni
La Conferenza unificata Stato -Regioni ha stipulato l’accordo in un periodo nel quale per la scuola statale poter aderire a questa sperimentazione è stato molto difficoltoso (scuole statali chiuse), questo ha di fatto inciso negativamente sulla quantità di progetti presentati dalla scuola statale che non ha potuto riunire i propri organi collegiali per discutere e deliberare al meglio l’adesione e la messa a punto dei singoli progetti.
Le richieste avanzate dai soggetti indicati nell’accordo hanno superato di molto le aspettative -a riprova che la richiesta sociale è altissima. Questa sperimentazione può rappresentare una risposta che non può certo sostituirsi alla necessità di portare avanti il piano nazionale sugli asili nido ed un ragionamento a tutto campo sulle politiche e sui servizi per la fascia 0-6.
Durante il mese di agosto si sono concluse le procedure per l’approvazione dei progetti presentati, subito dopo il MPI ha informato sia i Comuni - che sono i soggetti regolatori dei progetti in quanto gli unici individuati dall’accordo per dare l’autorizzazione al funzionamento degli stessi, sia le singole istituzioni che hanno avuto accesso al finanziamento pubblico.
Come già ricordato, l’avvio del progetto alla fine di giugno non ha permesso alla scuola statale di partecipare in modo adeguato all’iter previsto per la presentazione delle domande, da qui il forte divario tra scuola statale e scuola paritaria circa il numero di progetti presentati e finanziati.
Sono stati i Dirigenti Scolastici che, attuando una procedura di urgenza, hanno avanzato la domanda delineando in maniera molto generale i contenuti del progetto, riservandosi di sottoporlo alla valutazione e all’approvazione del Collegio dei docenti con l’avvio del nuovo anno scolastico.
I progetti in campo
I progetti presentati sono stati 2.800, ne sono stati ammessi 2.050 e finanziati (
v. primo elenco)1158 dei quali: 214 da scuole statali, pari al 18,5% del totale, 208 dalle comunali pari al 18%, 71 dai nidi convenzionati pari al 6.1% e 665 da scuole paritarie pari al 57,4%. Il forte divario tra scuola statale e paritaria risente della tempistica con la quale sono partite le operazioni per la sperimentazione.
Con le ulteriori 203 sezioni , e a seguito di una precisazione sul numero totale dei progetti presentati e di quelli finanziati, la situazione finale è la seguente: progetti presentati 2804, progetti ammessi 2053, progetti finanziati 1362 pari al 66,3% delle richieste.
I punti problematici e le nostre richieste
Le sezioni primavera sono dunque pronte a partire. Ma non va sottaciuto che esistono diverse contraddizioni – a partire dalla pratica degli anticipi nella scuola dell’infanzia che continuano ad operare - e altre ne potrebbero emergere durante quest’anno di sperimentazione. C’è inoltre, l’assoluta necessità di chiarimenti ed esplicitazioni inerenti l’impegno del personale sia sotto il profilo professionale (a partire dalla formazione) che contrattuale (tipologia dei rapporti di lavoro, ecc).
La CGIL a livello confederale e di categoria - da sempre impegnata sulle politiche per l’infanzia, dopo la firma del protocollo di giugno ha svolto un ruolo di proposizione verso l’amministrazione per consentire una migliore attuazione dell’accordo stesso e per riaffermare i propri valori irrinunciabili a garanzia della qualità dei servizi socio- educativi per la fascia 0-6 e dei diritti del personale.
A questo proposito consideriamo un passaggio importante quello degli accertamenti relativi all’autorizzazione da parte dei Comuni per il funzionamento delle sezioni primavera che risultano negli elenchi di quelle finanziate per quanto riguarda i locali, che devono rispondere a precisi requisiti, come ad es: arredamento e materiali adeguati per bambini di 24/36 mesi, stanze per il riposo, per la mensa, servizi igienici adatti all’età dei bambini… pensiamo non sia da sottovalutare anche l’accertamento di alcune norme previste dalla legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Siamo ora nella fase in cui intendiamo con decisione rivendicare ciò che è alla base del nostro giudizio positivo sul progetto sperimentale delle sezioni primavera.
La stipula dei contratti individuali di lavoro
Sul versante dell’impiego di personale specifico per l’attività delle sezioni primavera, riteniamo che:
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Il contratto di lavoro individuale che stipula il Dirigente Scolastico non può che essere un contratto a tempo determinato. Al personale titolato, individuato tra quello inserito nelle graduatorie di istituto, si applica il CCNL della scuola statale; se necessario il personale può essere individuato anche tra quello inserito nelle liste degli educatori degli asili nido e delle scuole materne comunali. Riteniamo che il Dirigente Scolastico, indipendentemente dalla provenienza del personale con il quale stipula il contratto individuale debba fare riferimento al CCNL della scuola statale. Per quanto concerne le scuole comunali e private paritarie nella stipula del contratto individuale a tempo determinato, vanno applicati i rispettivi CCNL di riferimento (CCNL EE.LL., Agidae, Fism, Aninsei). Il ricorso a tipologie contrattuali diverse dal lavoro subordinato vanno considerate a tutti gli effetti illegittime in quanto non applicabili a questa specifica prestazione lavorativa.
Ricordiamo che le risorse per la retribuzione del personale docente/educativo/ata - e per il funzionamento più generale - sono quelle del contributo statale previsto per le singole sezioni primavera, integrato dalle rette delle famiglie e da eventuali contributi del comune e/o della regione. in questa direzione sappiamo della regione Lazio e Toscana che hanno deliberato l’impegno di proprie risorse per permettere l’avvio di alcune sezioni primavera rimaste fuori dalla sperimentazione per mancanza di fondi statali.
Inoltre, nel caso di utilizzo, su base volontaria, del personale già in servizio (come ad es. il personale ata), è evidente che sono chiamate in causa le RSU per la revisione del contratto di scuola: sia sul versante della distribuzione delle risorse sia per tutti gli aspetti relativiall’organizzazione del lavoro.
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L’avvio immediato di un piano di formazioneper tutto il personale impegnato nei progetti (docente/educativo/ata): riteniamo questouno dei punti indispensabili ed irrinunciabili se si vuole davvero qualificare la sperimentazione, peraltro la formazione è prevista dallo stesso accordo Stato-Regioni del 14 giugno.
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L’attivazione di un serio monitoraggio e la costituzione di un osservatorio nazionale - a questo fine riteniamo che la presenza delle Organizzazioni sindacali ai tavoli regionali e comunali sia ancora più importante ed utile - per valutare l’andamento e la qualità del progetto che deve rispondere a vincoli molto precisi. Riteniamo importante questo segnale da parte dell’amministrazione perché diversamente non sarebbe credibile né lo sforzo di tanti soggetti per avviare l’intero progetto né la possibilità di un suo futuro.
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Il monitoraggio deve anche prevedere un’attenta verifica circa la rendicontazione delle risorse che, lo ricordiamo, sono da impegnare esclusivamente per il progetto finanziato; ovviamente questo vale per tutti i diversi soggetti in campo: scuole statali, comunali, cooperative convenzionate e paritarie.
Le sezioni primavera si inseriscono, dunque, in un percorso più articolato di offerta di servizi socio-educativi per i bambini più piccoli e contribuiscono certamente a dare risposte al bisogno sociale di servizi per l’infanzia, ma per la nostra organizzazione sono anche un’opportunità che intendiamo coniugare con le nostre proposte e la nostra iniziativa sindacale che va confermata e rilanciata, a partire da:
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la generalizzazione della scuola dell’infanzia da parte dello Stato (che implica ovviamente anche l’impegno sull’edilizia scolastica);
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una seria politica per l’infanzia, inserita in un vero percorso di continuità tra i diversi livelli,che sia rispettosa dei diritti dei bambini da 0 a 6 anni nell’avere servizi socio-educativi e una scuola di qualità, rispettosi dei tempi di vita e di apprendimento - e gli anticipi nella scuola dell’infanzia sono l’opposto di tutto questo.
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Roma 12 settembre 2007