Sicurezza nelle scuole: dalle punizioni alla cooperazione
Il Comitato di Coordinamento Nazionale dei Dirigenti Scolastici ha esaminato il caso di una collega che è stata condannata a 30 giorni di carcere per un comportamento ritenuto omissivo,
(Comunicato del Comitato di Coordinamento dei Dirigenti scolastici Cgil Scuola)
Il Comitato di Coordinamento Nazionale dei Dirigenti Scolastici della CGIL Scuola ha esaminato, su segnalazione del Coordinamento unitario provinciale CGIL CISL Scuola dei dirigenti Scolastici di Milano, il caso di una collega che è stata – incredibile a credersi ! – condannata a 30 giorni di carcere (con commutazione in sanzione amministrativa di 1200 €) per un comportamento ritenuto omissivo, in seguito al quale sarebbe occorso un incidente ad un collaboratore scolastico della scuola.
Abbiamo appreso che la Dirigente condannata, a cui va la solidarietà professionale ed umana dei colleghi della CGIL Scuola, aveva segnalato tempestivamente la necessità di un intervento riparatore all’Ente Comunale, preposto ed obbligato ad operare per rimuovere i fattori di rischio e di pericolo, e che il Comune aveva svolto un sopralluogo senza peraltro procedere agli interventi del caso.
La condanna, nonostante ciò, si è scaricata non su chi aveva obbligo e mezzi per intervenire ma su chi non ha, nonostante il pomposo nome di datore di lavoro che è stato attribuito oggi al Dirigente Scolastico come ieri al Direttore/Preside, né l’obbligo né i mezzi per rimuovere i fattori di rischio e di pericolo.
Tale fatto riapre clamorosamente (inaudita la condanna al carcere, in un Paese in cui il rispetto delle Leggi sta diventando un optional e in cui i reati vengono derubricati a multe pecuniarie !) la solitudine in cui viene lasciato il Dirigente Scolastico, esposto alle denunce di chiunque e vessato da interventi burocratici delle istituzioni di controllo, interessate più a svolgere un compito routinario e di forma che non a risolvere i problemi rilevati.
Il Comitato di Coordinamento Nazionale dei Dirigenti Scolastici della CGIL Scuola ritiene che tutta la questione, lungi dall’essere affrontata solo periodicamente e solo sull’onda delle emozioni, come spesso accade nel nostro Paese per lasciare poi tutto allo stesso punto di prima, debba essere portata a soluzione con interventi immediati e di prospettiva, che sono i seguenti:
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immediata apertura del tavolo contrattuale in ogni sede regionale ai sensi dell’articolo 7 del CCNL dell’Area della Dirigenza Scolastica del 1-3 2002, in cui la Direzione regionale venga chiamata ad una assunzione di responsabilità verso tutte le parti coinvolte (Ispettorato, Asl, Vigili del Fuoco, Comuni, Province);
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promozione di conferenze di servizio con tutti i soggetti interessati perché gli interventi delle istituzioni siano volti a risolvere problemi e non a punire, come se la punizione fosse “la” soluzione dei problemi stessi
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interventi del Ministero dell’Istruzione che concerti col Ministero dell’Interno e della Sanità comportamenti coerenti e misurati sulle reali responsabilità e sulla necessità di garantire la sicurezza e non di comminare pene
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intervento sulla Legge Delega sulla semplificazione normativa, affinché, come chiedono le Confederazioni CGIL CISL UIL, venga stralciata la materia sulla sicurezza. Ciò al fine di non allentare i controlli dove essi effettivamente sono necessari e dove si registrano in un triste primato 4 morti al giorno in media nel nostro Paese, ma nel contempo di precisare le responsabilità che debbono far capo a chi ha i poteri e le risorse (finanziari, strumentali ed umani) del datore di lavoro. Restituendo alla scuola soprattutto il ruolo di luogo che costruisce con l’insegnamento e l’educazione la cultura della prevenzione e della sicurezza.
Roma 13 gennaio 2003