Stato giuridico docenti scuola
Se ne discute ancora!
Torna al dibattito in Commissione Cultura della Camera il Disegno di Legge teso ad imporre lo stato giuridico ai docenti della scuola.
Una discussione che sembrava messa da parte, dopo le dure reazione di tutte le organizzazioni sindacali e, soprattutto, dopo l’impegno preso dal Ministro Moratti e dal Governo a non intervenire sulle materie che modificano la contrattualizzazione del rapporto di lavoro del personale del comparto, di tutto il comparto, così come definito all’ ARAN.
Invece il calendario dei lavori della Commissione iscrive di nuovo il tema all’ordine del giorno mentre l’attenzione dei cittadini è concentrata sulla finanziaria per il 2006 e quella dei lavoratori della scuola alle risorse contrattuali che ancora non ci sono.
La notizia apparsa sulla stampa delle ormai prossime dimissioni del Ministro Moratti a causa della sua candidatura a sindaco intorpidisce ancora di più la rinnovata attenzione intorno al disegno di legge sullo stato giuridico.
Infatti il contenuto dei decreti attuativi della Legge 53 delinea chiaramente una idea di scuola basata su pochi docenti e su una professionalità culturalmente vecchia, autoreferenziale, individualistica, estranea alla relazione didattica complessa.
Inoltre l’aumentata precarizzazione del lavoro, l’introduzione decisa di forme di rapporto di lavoro diverse dal tradizionale tempo determinato presenti nelle norme già emanate (i contratti di formazione lavoro e l’albo regionale nel recente decreto sulla formazione iniziale o quelli a “prestazione” per le attività opzionali) delineano uno scenario legislativo di riferimento, quello della legge 30 sul mercato del lavoro, totalmente nuovo in cui si esercita la “funzione docente”.
Chi pensa allora allo stato giuridico, oltre ad imbavagliare il personale e vincolarlo ai voleri del Governo intende imporre, con uno strumento quantomeno anacronistico, l’ultima stretta, quella della chiamata diretta del personale.
Per FLC Cgil la centralità della persona che apprende, con le sue esigenze e i suoi diritti, è garantita dall’esercizio della progettualità collegiale dei docenti, pensare di cristallizzare in un “modello” la complessità di un lavoro significa imporre solo confini alla ricerca didattica su cui poggia il successo formativo dei giovani.
Anche la vicina fine della legislatura, insieme alle dimissioni del Ministro, rafforza il sospetto che la riproposizione del disegno di legge sia solo un altro atto autoritario ed impositivo nei confronti della scuola pubblica e dei suoi docenti.
FLC Cgil è pronta alla mobilitazione per impedire questa ulteriore deriva.
Roma, 12 dicembre 2005