Valutazione: ma che altro potrà mai fare un ministero per far passare un progetto…!
Le scuole dicono no? Facciamole rivotare. Istituto comprensivo? Votino solo i docenti della secondaria di primo grado. I soldi? Sono per tutti, anzi, non solo per i docenti ma in generale per gli istituti. Gli strumenti? Le scuole li propongano. I protocolli di visita? Possono essere modificati a richiesta delle scuole.
La notizia: l'ATP di Arezzo ha inviato una nota ai dirigenti degli istituti comprensivi e delle scuole medie della provincia che ha per oggetto “Progetto sperimentale per la valutazione delle scuole”, uno dei due percorsi sperimentali che il MIUR sta cercando di avviare.
La nota contiene elementi di una certa importanza di cui è bene dare informazione
- si apprende dalla nota che gli istituti che vorranno partecipare alla sperimentazione dovranno inviarne comunicazione entro il 10 marzo p.v. Se la memoria non ci inganna, la prima scadenza era stata fissata al 7 febbraio, poi differita al 17 dello stesso mese, ora veniamo a conoscenza di questo ulteriore rinvio. La circostanza suscita qualche interrogativo: la prima scadenza era stata fissata a caso (e ci sembrerebbe singolare) o era connessa ad esigenze di realizzazione del progetto, almeno per quanto riguarda l'anno scolastico in corso? Chiunque abbia fatto un progetto sa che la tempistica è variabile tutt'altro che irrilevante. A meno che a contare davvero non siano gli obiettivi intrinseci del progetto, ma la possibilità di dire che lo si sta attuando, comunque, in qualsiasi modo, nonostante tutto. Ovvero, nonostante le polemiche suscitate, nonostante le perplessità e le critiche anche di parte accademica, nonostante la contrarietà espressa dal mondo della scuola. Una contrarietà si badi bene, non rivolta alla valutazione tout court , bensì al modo con cui si cerca di imporre questi percorsi ed anche a quel po' che si sa dei loro contenuti e strumenti, peraltro non senza distinguo tra il percorso che ha per oggetto i docenti e quello che ha per oggetto le scuole. È evidente che nonostante tutto questo il MIUR sta continuando a cercare adesioni e le cerca blandendo, forzando. Lo abbiamo già detto.
- Ciò che invece ancora non era stato detto, almeno ufficialmente, è un altro elemento che compare nella nota dell'ATP di Arezzo ovvero la possibilità di adesione al progetto per il solo "gruppo docenti della secondaria di primo grado". Ma un Collegio docenti è un Collegio docenti, anche negli istituti comprensivi, ovviamente; invece la nota introduce un vulnus inaccettabile che mina la collegialità ed erode lo stesso concetto di “comprensività”. O si vuol con questo dar corpo all'idea che poiché il percorso sperimentale sulle scuole insiste sulla secondaria di primo grado esso non riguarda la scuola tutta? E perché questo non dovrebbe allora valere anche per ogni altro atto che riguarda un segmento specifico tra quelli che compongono l'istituto comprensivo? E' desolante dover constatare per l'ennesima volta che l'amministrazione non si fa scrupolo alcuno a procedere in modo destruens. O dobbiamo pensare che non ne abbia nemmeno la contezza?
- nelle scuole di Arezzo e provincia in questi giorni c'è un gran lavorio teso a convincere le scuole ad aderire al progetto, a riaprire la discussione laddove le scuole si fossero pronunciate contro, a riconvocare i Collegi o, come abbiamo già detto, a convocare pezzi di Collegio per votare di nuovo. Per convincere gli insegnanti si sostiene perfino che ci saranno finanziamenti per tutte le scuole che aderiranno, che ogni scuola contribuirà a determinare i parametri della valutazione che la riguarda (?!), che il “protocollo di visita” che sarà utilizzato dalla Commissione osservatore (Ispettore più collaboratori) potrà essere e discusso, che i finanziamenti potranno essere autonomamente utilizzati dalle scuole non solo per i docenti ma per l'Istituto in generale. In altre parole si negano gli stessi presupposti da cui era partito il progetto. Osserviamo che nulla di ciò è stato oggetto di comunicazioni da parte del MIUR alle Organizzazioni Sindacali o costituisce una rettifica di informazioni date. A questo punto è legittimo chiedersi se siamo di fronte a voci in libertà, a millanterie, a lusinghe dettate dalla solerzia delle articolazioni periferiche del MIUR o se i vertici del MIUR hanno deciso di tenersi attaccati a questi percorsi purchessia…
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Non vogliamo generalizzare un caso, ma il punto è che da Arezzo giunge l'ennesima conferma di un andamento generale: la campagna sul merito avviata dal MIUR è a. un'operazione autoritaria ( e una valutazione così connotata non può mobilitare energie e obiettivi sani)
e b. un'operazione mediatica, di propaganda (e la valutazione dovrebbe essere una cosa seria e trasparente)
Per fortuna è dalla società civile che giungono segnali di attenzione per la scuola pubblica, per l'ennesima volta offesa dal Presidente del Consiglio e vieppiù dai successivi interventi del ministro Gelmini: nel Paese, infatti, stanno crescendo il consenso, l'adesione, la mobilitazione intorno alla manifestazione di sabato 12 marzo in difesa della Costituzione e per riaffermare il ruolo della scuola pubblica.
Ecco ricominciamo da questo: dal riconoscere e dare valore alla scuola pubblica, al suo lavoro, a chi ci lavora e ci studia, esattamente come deve fare, tautologicamente e prima di ogni altra cosa, ogni buona valutazione: valorizzare.