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Viaggi di istruzione: un giro d’affari a rischio di discriminazione
Le risorse sempre più ridotte delle scuole incidono anche sui viaggi di istruzione e sul business che li circonda, ma mettono a rischio anche in questo caso l’eguaglianza di opportunità.
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Secondo un articolo del Sole 24 Ore il giro d’affari dei viaggi di istruzione butta circa un miliardo di euro l’anno. Sono infatti circa 9 milioni di studenti quelli che ogni anno si mettono in movimento. In Italia le mete preferite sono la Toscana (26%) e all’estero Spagna (25%) e Francia (21%). Il mezzo di trasporto prescelto resta il pullman (65%).
Ma un viaggio di istruzione costa circa 400 euro medie se fatto all’interno dei confini nazionali, 500 euro se la meta è all’estero.
Cifre non da poco in tempi di ristrettezze economiche e al cui prezzo scontato le scuole, anch’esse sempre più a corto di disponibilità di bilancio, riescono a contribuire sempre meno. Il quotidiano di Confindustria sembra quindi suggerire che per le famiglie in difficoltà la scuola intervenga con quote maggiori allo scopo di non lasciare a casa nessuno.
Ma anche questo dipende dalle disponibilità delle scuole.
Tuttavia il fattore economico non è l’unico dissuasore delle famiglie: secondo il quotidiano giocano le paure del terrorismo, la sfiducia negli accompagnatori e i dubbi sulla sicurezza delle mete scelte.
Roma, 23 marzo 2007