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Abilitazioni e concorsi universitari: una proposta per uscire dall'incertezza

Il Segretario generale della FLC CGIL scrive al Ministro Profumo.

25/05/2012
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Si fanno sempre più insistenti e confuse in questi giorni le voci sull’avvio entro fine giugno delle procedure per l’abilitazione nazionale per i ruoli di professore universitario di I e II fascia. A ben guardare, le voci non fanno che confermare le preoccupazioni relative alle incertezze che segnano il percorso di abilitazione nazionale per le posizioni di professore di I e di II fascia, e lo scoramento per i tempi che rischiano di allungarsi ulteriormente.

Come è noto, con un decreto non regolamentare previsto dall’art. 15 della legge 240/2010 sono stati riordinati i settori scientifico-disciplinari, attraverso una loro aggregazione in settori concorsuali. Il regolamento concernente il conferimento dell’abilitazione scientifica nazionale è invece stato pubblicato in Gazzetta lo scorso 16 gennaio. Questo regolamentoper essere effettivamente operativo, necessita di un decreto ministeriale per la definizione dei “criteri e parametri differenziati per funzioni e per area disciplinare” che ci risulta essere alla Corte dei Conti dal 4 maggio scorso.

Come abbiamo in diverse occasioni rimarcato, i principali problemi del sistema di reclutamento delle Università sono, da un lato, l’urgenza di garantire l’effettiva premialità del merito e della qualità e di recuperare credibilità rispetto alla trasparenza delle procedure di valutazione; dall’altro, il bisogno di riconoscere l’autonomia universitaria che è insieme autonomia del sistema e autonomia dei singoli Atenei. Perché ciò possa avvenire è indispensabile un sistema che garantisca modalità definite in tempi certi e continui. Quanto disposto dalla Legge 240/2010 non solo non ha risposto a questi problemi, ma nei fatti nei fatti lo ha aggravato bloccando il funzionamento del sistema universitario con farraginosi processi di legislazione a cascata e procedure complesse e inapplicabili se non definendo, contestualmente alle stesse, arbitrarie eccezioni. Per evitare l’ulteriore contrazione del sistema universitario nazionale è necessario avviare in tempi rapidi il reclutamento di professori di I e di II fascia - nonché di ricercatori a tempo determinato come alla lettera b dell’articolo 24 della legge 240/2010, garantendo percorsi di valutazione dei candidati efficaci e responsabili. A tal fine, rimandiamo alla nostra proposta di riforma di sistema che è nel dossier “Ricostruiamo l’Italia” presentato nei mesi scorsi. 

E tuttavia, nell’attuale fase e nel quadro della legislazione vigente, visti anche i termini temporali indicati dal recente decreto legislativo n. 49/2012, è opportuno intervenire semplificando per questo solo anno quanto disposto dal regolamento concernente il conferimento dell’abilitazione scientifica nazionale. La nostra proposta è di indicare come criterio unico per l’identificazione dei commissari candidati all’estrazione per la composizione delle commissioni la presenza di una soddisfacente produzione scientifica certificabile tramite CINECA negli ultimi cinque anni. Quindi di utilizzati gli indicatori per aree disciplinari definiti dal CUN come requisiti minimi per l’accesso alle selezione per l’abilitazione nazionale, riconoscendo comunque autonomia di scelta alle commissioni come previsto dalla legge, le quali dovrebbero giustificare eventuali scelte difformi da quelle contemplate dai suddetti indicatori procedure selettive locali. Questo permetterebbe di avviare in tempi rapidi sia le formazione delle commissioni, sia il compimento dei lavori delle stesse nei tempi indicati dalla legislazione. Inoltre in questo modo sarebbe possibile nella prima parte del 2013 il reclutamento nei singoli atenei, restituendo autonomia e responsabilità alla comunità scientifica. Altre scelte, comprese quelle che vorrebbero creare ex novo, magari in poche settimane, criteri relativi a rating delle riviste, tipologia delle monografie e indicatori sperimentali non citazionali, rischiano di produrre ampie fasce di malcontento all’interno del sistema, di prorogare i tempi delle assunzioni, di creare le condizioni per blocchi (ricorsi) del meccanismo, di peggiorare ulteriormente l’immagine del governo del sistema universitario.