AFAM: incontro al MIUR su rinnovo CCNL e dpr reclutamento e programmazione
Qualche novità positiva dall'incontro del 18 febbraio 2009.
Il tanto tempo trascorso dalla sospensione delle trattative all'ARAN e dalla scadenza del contratto di lavoro vigente per l'AFAM sbiadisce la soddisfazione con la quale la FLC Cgil intende dare informazione sull'incontro odierno (n.d.r. 18 febbraio) avvenuto al Ministero.
Il Direttore generale dell'AFAM ci ha dato notizia che, a seguito della pressione esercitata presso il Gabinetto del Ministro da CGIL e CISL, in data 16 febbraio u.s. è stato deciso di aggiornare l'o.d.g dell'incontro già programmato per oggi sul DPR reclutamento e programmazione del sistema AFAM, e il Ministro ha inviato al Ministero delle Finanze e all'ARAN una nota con la quale chiede che siano assegnati venti milioni di euro aggiuntivi per il rinnovo del contratto.
Il Ministro, si legge nella nota, dichiara che le risorse dedicate all'AFAM e corrispondenti in termini percentuali a quelle assegnate per il restante personale della Pubblica Amministrazione sono assolutamente insufficienti a soddisfare la crescita esponenziale del settore, evidenzia:
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che il personale si è fatto carico di sostenere compiti più gravosi con tutte le responsabilità conseguenti alla imponente gestione della riforma in essere;
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che non può essere eluso un adeguato incremento della retribuzione ferma a parametri inferiori a quelli del comparto Scuola.
Nel merito delle scelte da operare con questo contratto, il Ministro ritiene:
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che in assenza di risorse finanziarie adeguate, sia preferibile perseguire la strada della valorizzazione dell'esistente;
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che sia opportuno rivalutare l'attuale docenza con la graduale soppressione della seconda fascia in quanto risorsa qualificata e già pienamente utilizzata nell'offerta formativa in atto;
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che, in funzione dell'esistente, ci sono le condizioni per ridefinire nuove modalità di assolvimento degli obblighi di servizio, con particolare riferimento alla docenza, alla ricerca e alla produzione artistica.
Il contratto dovrà parimenti considerare le esigenze di valorizzazione di tutte le professionalità e individuare quelle legate alle innovazioni in atto (definire nuove figure professionali), mettendo mano alle figure tecniche e dei servizi amministrativi per creare quelle "forze" utili e necessarie al miglior funzionamento delle istituzioni.
Su questo punto, la FLC che aveva posto una pregiudiziale alla partecipazione all'incontro qualora non si fossero create le condizioni di mettere in stretta relazione il rinnovo contrattuale con la riforma, esprime soddisfazione per aver avuto una prima risposta ma conferma la propria riserva in quanto tutto ciò arriva con esagerato ritardo e non ha ancora una data conclusiva.
Per la FLC la chiusura del contratto ha priorità su tutto e in questo ritiene di ben rappresentare le aspettative del Comparto, per questo motivo ritiene che alla risposta data oggi, debbano seguire i fatti: non può essere l'ennesima "operazione bella figura". Il Ministro faccia in modo di ottenere le risorse aggiuntive dal Ministero delle Finanze o in alternativa metta a disposizione parte delle economie presenti nel bilancio del MIUR. Il tempo dell'attesa e delle promesse è esaurito.
Il dottor Civello ha proseguito l'incontro con l'informativa sullo "schema di DPR concernente la programmazione e sviluppo e reclutamento del sistema dell'AFAM.
Noi avevamo chiesto da tempo un tavolo tecnico di confronto per discutere e verificare la possibilità di modifica e a nostro avviso di miglioramento rispetto a quanto definito in precedenza, e invece l'Amministrazione si è presentata con un testo blindato e chiuso a modifiche.
Il testo è sostanzialmente quello "lasciato" dal precedente Ministro, è già stato sottoposto al "concerto" del Ministero delle Finanze e di quello della Funzione Pubblica e andrà al Consiglio dei Ministri in tempi brevi per poi essere inviato al Consiglio di Stato prima di giungere in Parlamento.
Dalla informativa ricevuta e dopo una prima lettura del testo, riteniamo di poter dire quanto segue:
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Il DPR affronta il problema precariato e ne propone la risoluzione prevedendo la stabilizzazione del personale in servizio sull'attuale pianta organica, ancorché ferma al 1999, in possesso di determinati e qualificati requisiti (l.143)
Si tratta, infatti, di docenti con numerosi anni di servizio, che hanno prodotto titoli, subito valutazioni e maturato diritti.
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Introduce regole per la stabilizzazione futura togliendo quindi quell'incertezza che si poteva determinare in caso di lettura restrittiva dell'art.2 comma 6 della legge 508/99 (contratti quinquennali, rinnovabili)
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Introduce regole per il reclutamento del personale tecnico e amministrativo senza le quali il rischio di paralizzare le istituzioni è alle porte
Quindi, considerato che la FLC da tempo conduce una battaglia serrata contro la precarietà e che a suo tempo (primi mesi 2008) proprio su questo punto richiedeva modifiche alla bozza presentata per dare risposte ai tanti docenti precari, ma anche per creare un sistema di stabilizzazione anche per gli ingressi futuri riferiti a tutte le figure professionali e quindi consolidare l'intero sistema dell'AFAM, esprime soddisfazione.
Da una prima e veloce lettura, sulle altre materie trattate dal DPR in questione rimangono le perplessità, le obiezioni e le contrarietà che a suo tempo avevamo manifestato e che, dopo attenta valutazione ci faremo carico di aggiornare rispetto alle novità introdotte nel nuovo testo e rappresentare, oltre che al Ministro Gelmini, alle competenti Commissioni Parlamentari non appena il testo arriverà per il dovuto parere.
E ancora. L'informativa ha riguardato un aggiornamento delle questioni relative agli ordinamenti e al contenzioso in essere comunicando che anche per il DM 482 – ordinamenti accademie di belle arti – il Consiglio di Stato ha annullato la sospensiva.
Dopo le decisioni del Parlamento, la modifica introdotta con l'art. 3 quinquies della Legge 1/09 e l'odg assunto dal Governo,
Il Ministro ha intenzione di procedere ad emanare gli appositi decreti relativi agli ordinamenti (declaratorie, settori disciplinari, ecc.) e ai corsi di studio con l'obiettivo di portare a compimento tutti gli atti entro il 31 ottobre p.v.
Per questa ragione l'Amministrazione non ha intenzione di modificare il sistema che disciplina la mobilità del personale rinviando al prossimo anno accademico le innovazioni coerenti con il sistema riformato.
A questo punto, la FLC che da tempo è impegnata per far sì che le regole che disciplinano l'intero sistema dell'AFAM abbiano applicazione trasversale e quindi gli istituti musicali pareggiati entrino a pieno titolo in tutti gli istituti contrattuali, ha manifestato la propria perplessità a che un tema così importante sia relegato in coda alla riunione e chiesto che lo si affronti in maniera più puntuale in occasione di apposito incontro che l'Amministrazione convocherà per discutere il nuovo contratto sulla mobilità.
Roma, 18 febbraio 2009
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La Camera,
premesso che:
la legge n. 508, approvata all'unanimità nel lontano 1999, agli articoli 1 e 2, ha sancito che le accademie di belle arti, d'arte drammatica, gli istituti superiori per le industrie artistiche, e i conservatori di musica, gli istituti musicali pareggiati e l'accademia nazionale di danza dopo la loro trasformazione costituiscono il sistema dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica «nell'ambito delle istituzioni di alta cultura cui all'articolo 33 della Costituzione riconosce il diritto di darsi ordinamenti autonomi»;
la suddetta legge n. 508 del 1999 è una legge cornice che, definiti i principi, all'articolo 2, commi 7 e 8, ne demanda l'attuazione a regolamenti da emanarsi ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
ad oggi, dopo quasi dieci anni dalla sua approvazione, solo due regolamenti sono stati emanati: il decreto del Presidente della Repubblica 28 febbraio 2003, n. 132, che attribuisce l'autonomia statutaria, regolamentare e organizzativa, e il decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 212, regolamento recante disciplina per la definizione degli ordinamenti didattici;
ci si trova nell'emergenza di dover ricorrere, in via del tutto straordinaria, ad una norma primaria per legittimare l'istituzione dei settori artistico-disciplinari per poter dare sostanza all'autonomia delle istituzioni già sancita dalla legge e in tal modo consentire che queste possano finalmente mettere ad ordinamento le sperimentazioni dei trienni di primo livello;
corre, però, l'obbligo di evidenziare, come ben argomentato nel parere reso all'allora Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca dal Consiglio di Stato, nell'adunanza del 17 maggio 2004, allo schema di «regolamentone», poi estrapolato nella sola parte riferita agli ordinamenti didattici, oggi decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 212, alcune criticità che non possono non essere taciute:
«stante che il legislatore ha sancito di istituire un nuovo settore di istruzione superiore artistica, di pari livello e dignità, ma distinto e diverso dalle università;
ritenuto che attraverso i regolamenti attuativi si debba procedere a delineare il sistema dell'alta formazione artistica e musicale;
dovendo procedere ad emanare la decretazione necessaria per la messa ad ordinamento del sistema (corsi di primo e secondo livello, specializzazione,
master, dottorati di ricerca);
ritenuto che si debba tenere conto nella composizione dei decreti sia di quanto è avvenuto per l'università con la legge 19 novembre 1990, n. 341, sia dei decreti del Presidente della Repubblica emanati per il comparto AFAM (citati decreti n. 132 del 2003 e n. 212 del 2005);
in considerazione del fatto che dare autonomia alle istituzioni significa comunque delineare gli spazi entro cui tale autonomia si debba e possa esercitare;
avendo a riferimento quanto stabilito all'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica n. 212 del 2005»,
impegna il Governo
a far sì che:
i decreti ministeriali, adottati in attuazione dell'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 212, determinino, oltre agli obiettivi formativi di ciascun corso, anche i settori artistico - disciplinari nei quali vengono raggruppati gli insegnamenti che ciascuna istituzione attiva, in analogia con i criteri stabiliti per l'università dalla citata legge n. 341 del 1990, previo parere del Consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale;
ferma restando la quota del 60 per cento di crediti formativi necessari per ciascun corso in corrispondenza dei suddetti settori come previsto dall'articolo 9, comma 1, le altre attività didattiche siano definite in autonomia dalle istituzioni secondo le diverse tipologie previste dal medesimo articolo del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 212 del 2005.
9/1966/31.
Siragusa, Ghizzoni.